VISCONTI, Galeazzo I
Figlio primogenito di Matteo I e di Bonacossa Borri, nacque verso il 1277. Verso il 1298 compare nella vita politica milanese come capitano del popolo a fianco del padre che era vicario imperiale; nel 1300 sposò Beatrice d'Este, vedova di Nino di Gallura, per procurare al padre l'appoggio degli Este. Nel 1302 seguì il padre in esilio, rifugiandosi prima a Ferrara, dove nacque nel 1303 il figlio Azzone, poi a Treviso dove fu podestà per alcuni anni. Ricomparve a Milano al fianco del padre nel 1311 e partecipò all'intrigo destinato a compromettere i Torriani agli occhi di Enrico VII. Questi lo fece nel 1313 vicario imperiale a Piacenza e in breve Galeazzo riuscì a diventare signore dell'importante comune. Negli anni seguenti collaborò attivamente alla lotta ingaggiata dal padre contro i guelfi d'Italia e contro il papa Giovanni XXII; nel processo organizzato dall'autorità ecclesiastica contro i Visconti, Galeazzo venne considerato come responsabile, al pari del padre, di eresia, di violenza contro il clero, di stregoneria. Nel 1320, quando un esercito francese scese in Lombardia con Filippo di Valois per combattere i Visconti, Galeazzo comparve a Vercelli a respingere gli invasori, con il fratello Marco. Morto il 24 giugno 1322 il vecchio Matteo, Galeazzo gli successe nella signoria di Milano e diresse la resistenza contro l'esercito crociato guelfo inviato dal papa contro Milano. Seppe comportarsi con abilità negl'intrighi dei guelfi milanesi: nel novembre del 1322 abbandonò Milano ai Torriani e si rifugiò a Lodi, ma nel dicembre era già di nuovo padrone della città. La condanna di eresia non gli tolse più il favore popolare; con l'aiuto dei rinforzi inviatigli da Ludovico il Bavaro seppe cacciare i crociati pontifici avanzatisi fin sotto le mura di Milano nel giugno del 1323 e a sua volta li bloccò in Monza. Sgominata la minaccia guelfa, poté governare con qualche tranquillità Milano e le poche città che formavano in quel momento lo stato visconteo. Una crisi improvvisa fu però segnata dalla discesa di Ludovico il Bavaro nel 1327; Galeazzo, che aveva accolto con entusiasmo l'imperatore e aveva ottenuto da lui il vicariato imperiale per Milano, cadde poi in disgrazia e fu chiuso nel castello di Monza, mentre Ludovico cercava di creare a Milano un governo con elementi più fedeli e sicuri. Galeazzo dovette seguire Ludovico nel viaggio a Roma dove fu finalmente liberato il giorno dell'incoronazione dell'imperatore. Al ritorno, morì a Pescia il 6 agosto 1328. A Milano il governo passò senza gravi difficoltà al figlio Azzone.
Bibl.: G. Romano, Delle relazioni tra Pavia e Milano nella formazione della signoria viscontea, in Archivio stor. lomb., 1892; C. Capasso, La signoria viscontea e la lotta politico-religiosa con il papato, in Boll. della Soc. pavese di st. pat., 1908; G. Biscaro, I maggiori dei Visconti, in Arch. stor. lomb., 1911: H. Otto, Zur italienischen Politik Johanns XXII., in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven, 1911.