SBOVIO, Gaetano
Attore, nato il 10 novembre 1844 a Milano, ivi morto nel 1920. A quindici anni si arruolò, in Roma, nei Cacciatori del Tevere del generale Masi; tornato a Milano, si unì ai filodrammatici che recitavano in dialetto. Il suo nome è legato al primo e al secondo periodo del teatro milanese, creato nel 1867 da Giovanni Duroni e Camillo Cima, e al quale diede molti lavori Carlo Righetti (pseudonimo-anagramma: Cletto Arrighi). Questi, dirigendo dal 1870 una compagnia, chiamò a sé lo S. che si fece notare nel Barchett de Boffalora, nella Mamma di gatt, nei Foeugh artificiai (del Duroni). Attore comico fino al burlesco, lo S. fu sempre composto e sobrio; e dotato di bella voce tenorile sapeva infletterla con arte nelle parti sentimentali, che trattò con molta finezza. Ottenne il più vivo favore del pubblico milanese, ma l'arte del Ferravilla attrasse i gusti e il teatro milanese languì. Lo S. tentò di risollevarlo con una compagnia da lui stesso diretta e condotta in società con Davide Carnaghi, la quale ebbe la collaborazione di Carlo Bertolazzi che diede El Nost Milan (1893) e poi, alla compagnia dello S. solo, La Gibigianna (1898), due opere insigni nel loro genere di commedie veriste dialettali. Al successo artistico in tutta Italia, non corrispose tuttavia quello economico e lo S. si ritirò a Milano dove ebbe un suo pubblico fedele. In tarda età recitava ancora, sebbene con speciali accorgimenti d'orientamento perché era divenuto cieco. Aveva scritto anche alcuni lavori non privi di meriti, come La Bàila e El Barabba innamoraa.