MALAGOLI, Gaetano
Nacque a Castellarano, presso Reggio nell'Emilia, da Giambattista, maggiore nella milizia rurale, e da Catterina Zanoli l'11 nov. 1768. La sua educazione fu affidata alle cure di uno zio sacerdote che risiedeva a Modena; nella stessa città attese agli studi filosofici. Si dedicò inoltre alla medicina, conseguendo la seconda laurea nel 1790; l'anno successivo il tribunale medico di Modena gli consentì di esercitare, sebbene non avesse compiuto il corso di pratica. Fu chirurgo di buona reputazione; nel contempo coltivò i suoi interessi per la poesia e soprattutto per la musica, che grazie agli studi condotti sotto la guida di Stanislao Mattei divenne per il M. una vera professione.
Il 28 nov. 1795 fu nominato compositore di corte di Ferdinando di Borbone, duca di Parma; dal 1802 fu maestro di cappella e organista a Carpi. Durante il soggiorno nella cittadina emiliana, protrattosi per sette anni, suonò il violoncello nell'orchestra dei Filarmonici nelle opere buffe di D. Cimarosa, G. Paisiello, G. Gazzaniga e dello stesso Malagoli. Quando fu assunto a Carpi la Municipalità fondò una scuola gratuita, e il M. si assunse l'onere di istruire i giovani meritevoli nel violino e nel canto. Nel 1806 fu acclamato accademico filarmonico di Bologna, quindi dei Concordi di Reggio nell'Emilia (1815), di Modena (1817) e di Sassuolo (1838). Nel 1826 subentrò ad Antonio Giuliani come maestro di cappella nel duomo di Modena; mantenne tale incarico sino alla morte, avvenuta a Modena il 26 dic. 1848 (il 25 dicembre secondo il biografo Enrico Manzini, che conobbe personalmente Innocenzo, uno dei figli nati dalle seconde nozze del M., con Luigia Goldoni).
L'aspetto e l'indole del M. sono ben descritte dal Manzini: "era alto di statura, magro, facile e sciolto nelle movenze. Il viso suo aperto franco si mostrava sempre sereno e sorridente. Facondo e bel parlatore, anche per la vasta sua erudizione, era nelle brigate e nei circoli dei dotti il desiderato; e siccome d'animo mite e conciliativo, professava principii larghi di tolleranza civile e religiosa" (p. 319).
Tra le composizioni del M. oggi conosciute (conservate in gran parte nell'Archivio capitolare del duomo e nella Biblioteca Estense universitaria di Modena, nella Biblioteca musicale dell'Opera pia Greggiati di Ostiglia e nella Österreichische Nationalbibliothek di Vienna) si ricordano: Ave maris Stella a due voci e orchestra; Cantata allegorica per la nascita del principe ereditario estense (1819); Credo a tre voci e orchestra; Inno di s. Giovanni a due voci e orchestra; Messa da requiem a quattro voci e orchestra, con corno inglese obbligato, dedicata al duca di Modena Francesco IV d'Austria-Este; Le sette parole del Redentore sulla croce, a tre voci, coro e orchestra (1811); Le sette parole del Redentore pel venerdì santo a tre voci e orchestra (1816); Te Deum a tre voci e orchestra, con clarinetti e corni obbligati, e una sonata per pianoforte in tre movimenti. Attraverso i soli libretti o testi superstiti sono attestate le seguenti opere del M.: L'invenzione stravagante (Carpi 1802); Nicolò Biondo della villa di Fossoli, inventore dei capelli di legno detti di truciolo (ibid.); I prodigi della musica (Sassuolo 1811); e l'oratorio Isacco (ibid. 1810).
Il M. diede inoltre alle stampe le Frasi rossiniane, terzetti per violino, flauto e pianoforte su temi tratti dalle opere dell'autore pesarese (Bologna s.d.), e un Metodo breve, facile, e sicuro per apprendere bene il canto (ibid. 1834), energica invettiva contro il solfeggio, definito un "linguaggio d'intelligenza, una moneta di convenzione, un gergo erotico, e perciò scandaloso", a cui preferire l'intonazione di semplici arie. Il catalogo delle opere del M. non di interesse musicale, redatto dall'informatissimo Manzini, comprende inoltre alcuni volumi a stampa di medicina (Cos'è la febbre perniciosa?, Modena 1808; La cotenna del sangue è veramente segno patognomonico d'infiammazione?, ibid. 1838; Vanità de' medici consulti altrettanto necessarii ne' casi chirurgici, Firenze 1838) e sulla grammatica latina (Sulle maggiori difficoltà grammaticali della lingua latina, Modena 1834). L'annunciato dizionario utile a "rintracciare le voci e modi di dire veramente italiani più proprii, alle voci e modi di dire volgari" (Manzini, p. 318), di cui fu pubblicato il programma, non vide la luce per la sopravvenuta scomparsa dell'autore.
Fonti e Bibl.: E. Manzini, Memorie storiche dei reggiani più illustri nelle scienze, nelle lettere e nelle arti dal 1768 al 1877, Reggio nell'Emilia 1878, pp. 315-319; L.F. Valdrighi, Alcune ristrette biografie di musicisti modenesi e dell'antico dominio estense, specie degli ultimi tempi, Modena 1886, pp. 21 s.; N. Cionini, Teatro e arti in Sassuolo, Modena 1902, pp. 115 s.; G. Roncaglia, La cappella musicale del duomo di Modena, Firenze 1957, pp. 189, 199-201, 204-218, 222, 303, 312; M. Bizzoccoli, Una volontà per una tradizione, in Orchestre in Emilia-Romagna nell'Ottocento e Novecento, a cura di M. Conati - M. Pavarani, Parma 1982, p. 277; Id., Presto tutti concertando. Storia delle istituzioni musicali carpigiane, Carpi 1990, pp. 53-56; A. Chiarelli, L'opera al teatro Comunale, il contesto musicale coevo e la funzione aggregante della corte fino all'Unità, nei libretti ottocenteschi della Biblioteca Estense, in Teatro, musica e Comunità. Da Modena capitale a Modena italiana, a cura di A. Borsari, Modena 1996, p. 72; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 14; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 590 (s.v. Malagoli Stefano).