Cristiani, Gabriella
Montatrice e regista, nata a Foggia il 22 maggio 1949. Prima italiana a vincere un Oscar in una categoria tecnica, la C. ha raccolto l'eredità artistica del grande montatore e sceneggiatore Kim Arcalli del quale è stata prima assistente e poi aiuto montatrice. Nel corso degli anni la sua attività di montatrice si è venuta infatti configurando come naturale prolungamento della sceneggiatura, vero lavoro di riscrittura delle immagini, scandito da un ritmo dilatato che possa fissarne il senso profondo. Dopo la morte di Arcalli la C. è diventata la collaboratrice abituale di Bernardo Bertolucci e in virtù di questo sodalizio ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali per il fortunato The last emperor (1987; L'ultimo imperatore), a cominciare dallo storico Oscar (prima vittoria di un italiano tra i montatori), il David di Donatello, il Nastro d'argento, l'Eddie Award dell'American Cinema Editors e la candidatura al British Academy Award.
Gli esordi della sua carriera cinematografica sono stati caratterizzati dalla partecipazione al montaggio delle opere di importanti autori, montate da Arcalli tra gli anni Sessanta e i primi anni Settanta, quali Zabriskie point (1970) di Michelangelo Antonioni, Il conformista (1970) di Bertolucci, Nel nome del padre (1972) di Marco Bellocchio, Maddalena (1972) di Jerzy Kawalerowicz. A partire da quel periodo Arcalli le ha delegato il montaggio di alcuni film minori, firmandone la supervisione, come Veruschka, poesia di una donna (1971) di Franco Rubartelli e Fiorina la vacca (1972) di Vittorio De Sisti. Ma a metà degli anni Settanta la C. è tornata a essere assistente al montaggio per partecipare ‒ insieme ad Arcalli ‒ all'edizione del kolossal Novecento (1976) di Bertolucci. In seguito è entrata in contatto con il giovane Roberto Benigni e ha montato alcuni dei suoi primi lungometraggi, tra i quali l'esordio dell'attore nel cinema con Berlinguer ti voglio bene (1977) di Giuseppe Bertolucci, e il suo debutto da regista in Tu mi turbi (1983). Alla morte di Arcalli, durante la lavorazione del film La luna (1979) di B. Bertolucci, la C. si era ritrovata caricata della responsabilità del montaggio dei film di quest'ultimo, portando a termine il lavoro iniziato dal grande montatore e firmando i successivi La tragedia di un uomo ridicolo (1981), The sheltering sky (1990; Il tè nel deserto) e soprattutto The last emperor. Negli stessi anni ha realizzato con Francesco (1989) di Liliana Cavani uno dei suoi lavori più convincenti, nel quale la recitazione eccitata di Mickey Rourke viene sottolineata da scarti nel ritmo del montaggio. Al principio degli anni Novanta, trasferitasi a Los Angeles, ha cominciato ad accarezzare il progetto di dedicarsi alla regia, firmando inizialmente uno special sul set del film The sheltering sky e quindi un ritratto di Vittorio Storaro. Negli anni successivi ha preparato il suo esordio alla regia di un lungometraggio che ha visto la luce, dopo varie traversie, soltanto alla fine degli anni Novanta: Ladies room (1999) è una commedia sofisticata, costruita attorno a tre attrici teatrali che, a causa dell'allagamento del proprio camerino, si scambiano confidenze nella toilette del teatro.
S. Masi, Nel buio della moviola, L'Aquila 1985, pp. 235-48.