TESSITORE, Fulvio
Nacque a Napoli il 15 marzo 1870 da Francesco, pittore e incisore litografo presso la casa Richter di Napoli, e da Vincenza De Liberto. Sua sorella maggiore, Amelia Tessitore Gelanzé, fu una pittrice paesaggista.
Fulvio seguì la tradizione artistica familiare, formandosi innanzitutto con il padre, che aveva avuto tra i suoi maestri Domenico Morelli, e frequentando dal 1880 l’Istituto di belle arti di Napoli, dove si diplomò nel 1885 al corso di Disegno dalla statua, per ritornarvi due anni dopo con l’intento di approfondire lo studio del paesaggio che aveva già intrapreso presso l’atelier del pittore Vincenzo Scala.
La sua carriera assunse subito una dimensione nazionale e internazionale: esordì in giovanissima età, nel 1886, alla Promotrice di Torino, e l’anno successivo alla Promotrice di Genova, mentre nel 1888 fu presente alla Mostra dell’Accademia di Brera e alla I Esposizione italiana a Londra. Come numerosi altri artisti napoletani e meridionali della sua generazione, non si allontanò di molto dalla tradizione veristica ottocentesca che tanti esponenti di rilievo aveva avuto nella scuola napoletana, ma ne fu un continuatore, mostrando tuttavia aperture verso una resa formale impressionistica oppure orientata a una più larga sintesi ‘di macchia’. Come ha scritto Mariantonietta Picone, Tessitore «tenne d’occhio la pittura di Dalbono. Non si lasciò attrarre, tuttavia, dal “dipingere poetizzato” di quest’ultimo, ma risalì semmai alla sua produzione giovanile realizzata a contatto con la Scuola di Resina» (Picone, 1992, p. 1088). Un esempio notevole di quest’ultima maniera è costituito dal luminoso Angolo del Corso Vittorio Emanuele (Collezione della Città Metropolitana di Napoli, che dell’artista conserva anche I mandorli), esposto alla Promotrice napoletana del 1890 insieme alle opere Il favorito di Fra Casimiro e Dilettante. Si tratta di un’ampia veduta urbana il cui formato accentuatamente orizzontale e la cui fattura sintetica possono ben essere accostati a esempi macchiaioli e della Scuola di Resina. Uno scorcio simile è stato raffigurato pure dalla sorella Amelia in una Veduta di Napoli dal Parco Grifeo appartenente alla Collezione del Comune di Napoli, in cui si conserva anche un Paesaggio boschivo di Fulvio, di ascendenza palizziana e barbizonnier.
Il critico Gortrand Paranque definì Tessitore «uno dei migliori nostri impressionisti» (Paranque, 1914, p. 86): designazione che appare calzante per lavori in cui la macchia cromatica si abbrevia, frantumandosi in tocchi più minuti a favore di un’‘impressione’ percettiva vibrante di colore-luce, come, ad esempio, in Pescatori nel golfo di Napoli (coll. privata) e, in parte, nella Marina di Napoli entrata nel 2017 a far parte della Collezione del Circolo artistico politecnico di Napoli grazie alla donazione del pronipote omonimo del pittore, il noto filosofo e storico Fulvio Tessitore, già rettore dell’Università Federico II di Napoli.
Dal 1888 fino al 1929 partecipò assiduamente alle Promotrici napoletane, esponendo una varietà di soggetti: paesaggi, scorci urbani, dipinti di figura e ‘di genere’, tra cui si citano Tra i monti del Vomero (1888), Fiori al bambino (1892), La Floridiana (1894, appartenuto al re Umberto I), Tristezza invernale (1896, riesposto l’anno seguente alla Società amatori e cultori di belle arti di Roma, cui Tessitore aveva già partecipato nel ’96 con L’orto di frate Casimiro), Mattino d’autunno e il disegno Pagina d’album (1897), Cortile della vecchia Napoli (1904), Studio (1906), alcune Macchiette (1911, parte delle quali acquistate da Emanuele Filiberto duca d’Aosta), Solitudine, Via della Pigna, La Floridiana (1912), Mattino grigio, Festa in chiesa, Pineta (1914), Via dei Camaldoli, Fine d’ottobre (Antessano), Sole velato (1915-16), Napoli vecchia, Nella Floridiana, Sole incerto (1916-17), Mattina di primavera, Fiori, Nella Floridiana (1922).
Nel 1890 prese parte all’Esposizione internazionale di Trieste e, con l’opera Campagna napoletana, all’Esposizione internazionale del Principato di Monaco; dallo stesso anno divenne socio del Circolo artistico politecnico di Napoli, partecipando alle sue varie attività e mostre, tra cui quella del 1893. Risale a questo periodo un suo lungo soggiorno a Venezia, dal quale ritornò con molti schizzi che diedero origine a dipinti raffiguranti vedute caratteristiche della città lagunare (Venezia; Calle a Venezia, in collezioni private). Nel 1894 portò all’Esposizione Triennale di Brera L’orto del convento ed Estate, mentre nel 1897 espose alla Biennale di Venezia Impressione gialla, riproposta l’anno seguente alla I Esposizione artistica italiana di San Pietroburgo e acquistata sul mercato russo. Alla Biennale di Venezia sarebbe poi tornato a esporre nel 1901, con l’opera Al di là della morte.
Tra le sue numerose altre presenze a rassegne nazionali e internazionali, si ricordano quelle all’Esposizione di Torino del 1898, dove presentò Fiori di campo, e alla mostra allestita nel 1899 in memoria di Alessandro Volta a Como, in cui espose Tempo incerto; nello stesso anno tornò, con l’opera Fine d’ottobre, all’Esposizione internazionale del Principato di Monaco, cui partecipò nuovamente nel 1901 con Paesaggio. Fu inoltre presente, a Napoli, alla mostra della ‘Bernardo Celentano’ nel 1910 e alle due esposizioni dell’‘Italica Ars’ del 1913. Restò attivo anche negli anni del conflitto, prendendo parte a Napoli, oltre che alle Promotrici, alla I Esposizione nazionale del Comitato rinascimento artistico tenutasi nel 1915-16 (dove espose Paesaggio) e, nel 1917, sia all’Esposizione d’arte di Villa Lucia (con Ceppo di margherite, In villa e Papaveri) che alla mostra organizzata dall’Unione giornalisti napoletani, cui aveva già partecipato nelle edizioni dei due anni precedenti. In quest’occasione il suo dipinto Angolo misterioso venne acquistato dalla Galleria nazionale d’arte moderna (Picone, 1992). Si registra, infine, la sua presenza nel 1925 a una collettiva presso la Galleria Corona di Napoli, con Tre macchiette e Balcone fiorito, e tra il 1930 e il 1931 alle manifestazioni dell’associazione ‘Pro cultura fascista’.
A un’attività espositiva così intensa faceva riscontro un’abbondante produzione pittorica divisa tra lavori di maggiore impegno, destinati alle occasioni istituzionali, e altri rivolti a un più ampio mercato, sovente turistico: tavolette o tele di piccole dimensioni, prevalentemente vedute di Napoli e scene pittoresche ad acquerello, che firmava con lo pseudonimo ‘De Fulvis’. Era interessato anche ai soggetti aneddotici di folclore e costume locale, allora molto apprezzati dai collezionisti; ne è un esempio la tela Scena popolare con Pulcinella burattino (coll. privata, pubblicata in Picone, 1992).
Negli anni giovanili Tessitore si era dedicato pure, in misura minore rispetto alla pittura ma con esiti interessanti e di qualità, all’illustrazione editoriale. In questo campo, frequentemente esplorato dai pittori tra fine Ottocento e inizio Novecento, realizzò negli anni Novanta composizioni grafiche di gusto decorativo eclettico e raffinate piccole illustrazioni componenti ‘testatine’ di rubriche, per riviste come La Tavola Rotonda e Cronaca Partenopea. Disegnò anche copertine di spartiti musicali di canzoni napoletane per l’editore Santojanni (’A vivandiera, 1892), che proponevano una commistione tra figure inserite in cornici di varie forme e motivi floreali, geometrici e calligrafici liberi. Una simile impostazione si ritrova nei suoi capilettera decorativi di fine gusto floreale, contenenti figure e piccole scene di genere, pubblicati, insieme a sue illustrazioni a china acquerellata di carattere realistico, nel pregiato volume di Salvatore Di Giacomo Cronaca del Teatro San Carlino (Bideri, Napoli 1891), cui collaborarono vari altri apprezzati artisti di scuola napoletana.
Tessitore morì a Napoli per una broncopolmonite il 19 gennaio 1933.
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