FRONTESPIZIO (dal lat. frontispicium; fr. frontispice; sp. frontispicio; ted. Titelblatt; ingl. title-page)
Termine bibliografico con cui si designa la prima pagina stampata di un libro, recante il nome dell'autore, il titolo e le indicazioni accessorie, il luogo e l'anno di stampa, il nome dell'editore; spesso al centro della pagina si trova la marca tipografica o impresa editoriale. È noto che i primi libri a stampa non avevano frontespizio ma cominciavano col testo, a cui talvolta era premessa una tavola o indice delle varie parti del libro o una lettera dedicatoria; il nome dell'autore, del tipografo e altre indicazioni erano stampate in fine (v. colophon). Come primo esempio di frontespizio si cita la prima pagina del Calendarium del Regiomontano (Venezia 1476), costituito da un sonetto caudato in cui ricorrono il nome dell'autore, il titolo dell'opera e i nomi dei tipografi; veri frontespizî apparvero solo più tardi, e solo verso la fine del sec. XV l'uso ne divenne pressoché generale.
Nell'estetica grafica il frontespizio ebbe, fin dai primordî, cure particolari, sia per il modo di disporre con equilibrio le varie parti, sia per la ricerca continua di elementi decorativi. Così nei secoli XV e XVI i frontespizî sono spesso stampati a due colori (rosso e nero) e hanno fregi e riquadrature silografiche. Ma l'epoca di maggior perfezione e ricchezza artistica si ha nel sec. XVII; alla generale decadenza dell'arte grafica e dei testi si contrappone l'appariscente e spesso monumentale frontespizio; la silografia fu abbandonata o confinata in libri popolari e l'incisione in rame ebbe un indiscusso sopravvento; non v'è artista di rinomanza che non abbia lasciato il suo nome in qualche frontespizio. Un gran numero di tali frontespizî è rappresentato da incisioni cosiddette architettoniche (archi di trionfo, portali, facciate di edifici con ornamenti simbolici di statue, festoni, ecc.), ma abbondano anche i frontespizî araldici, quelli con scene idilliche, mitologiche, storiche o con vedute di paesaggi. L'uso dei frontespizî incisi fu continuato anche per buona parte del sec. XVIII, finché G.B. Bodoni (v.), sui primi dell'800, ricondusse il frontespizio alla sua semplicità tipografica creando esempî d'insuperabile perfezione. Esso è oggi prevalentemente tipografico. (V. tavv. XXVII e XXVIII).
Bibl.: Th. L.. De Vinne, Title-pages as seen by a printer, New York 1902; G. Boffito, Frontespizi incisi nel libro ital. del Seicento, Firenze 1922; G. Modiano, Frontespizio, in L'industria della stampa, IV (1931), pp. 365-69; A. F. Johnson, One hundred title-pages 1500-1800, Londra [1928].