OTTO, Frei
Architetto e strutturista tedesco, nato a Siegmar (Sassonia) il 31 maggio 1925. Nipote di scultori, O. ha mostrato un precoce interesse per il modellismo e le costruzioni, lavorando poi anche come muratore. Durante la prigionia in Francia negli anni 1945-46, la responsabilità affidatagli di squadre di costruzione e manutenzione lo portò naturalmente a confrontarsi con una minima disponibilità di mezzi: esperienza che in seguito si sarebbe dimostrata proficua. Dopo la guerra, O. studiò presso la Technische Universität di Berlino; nel 1959-61 ebbe modo d'incontrare negli USA Saarinen, nonché Nowicki e Severud, che stavano lavorando alla grande copertura sospesa dello stadio di Raleigh. Fondatore e direttore dell'Institut für Leichte Flächentragwerke della Technische Universität di Stoccarda, O. ha ricevuto nel 1967 il premio Perret dell'Union Internationale des Architects. L'università di Washington lo ha proclamato dottore honoris causa in arte e architettura; nel 1977 è stato tra i firmatari della Carta del Machu Picchu per l'architettura. È membro onorario dell'American Institute of Architects.
Fin dalla tesi di laurea O. si è interessato alle strutture portanti leggere, alle tensostrutture, alle coperture a tenda e pneumatiche, settori nei quali è considerato la massima autorità scientifica e la personalità artisticamente più rilevante della scena internazionale. La sua ricerca, basata su una costante sperimentazione in laboratorio e su un continuo confronto (che non è mai diretta imitazione) con le strutture del mondo naturale, mira all'espressività formale attraverso l'economia di materiale e il minimo impatto ecologico, nella convinzione che "l'uomo e la sua tecnica possano essere parti inseparabili della natura". L'attività di O. ha assunto grande rilievo in tutti i settori nei quali si è svolta: gli studi teorici e la didattica, le pubblicazioni, le visioni utopiche (sulla linea di altri grandi strutturisti come Wachsmann e Fuller) con idee per la copertura di porti, città e intere regioni, l'attività professionale di progettista e consulente strutturale, dalla scala del mobile a quella delle grandi strutture.
Tra le sue numerosissime opere: padiglioni per le Esposizioni floreali di Kassel e Colonia (1955 e 1957); copertura del teatro di Wunsiedel (1963); padiglione della Repubblica federale tedesca all'Expo di Montreal (1967); coperture di impianti olimpici a Monaco di Baviera (1972); sala multifunzioni a Mannheim, con C. Mutschler (1975); Centro congressi alla Mecca (1976); Palazzo dello sport a Gedda, Arabia Saudita (1978-81); Casa degli uccelli a Hellabrunn, Monaco di Baviera (con J. Gribl; 1980); Club diplomatico a Riyāḍ, Arabia Saudita (1980); Casa-albero ecologica all'Esposizione internazionale di architettura di Berlino (1984); Padiglioni industriali Wilkaham a Bad Munder (1988).
Bibl.: G. K. Koenig, Architettura tedesca del secondo dopoguerra, Bologna 1965, p. 95; Zugbeanspruchte Konstruktionen, a cura di F. Otto, Francoforte sul Meno-Berlino 1966 (trad. it., Tenso-strutture, Milano 1972); Otto, Frei, in Diz. Enciclopedico di Architettura e Urbanistica, Roma 1969; B. Zevi, Frei Otto si confessa. Acrobata puritano delle vele, in L'Espresso, 27 marzo 1977 (ora in Cronache di Architettura, vol. 20, Bari 1978; L. Glaeser, The work of Frei Otto and his team 1955-1976, Catalogo della mostra itinerante organizzata dal Museum of Modern Art di New York, 1978; F. Otto e altri, Natürliche Konstruktionen, Stoccarda 1982 (trad. it., L'architettura della natura, Milano 1984, con bibliografia); C. Pearson, Otto, Frei, in Macmillan Encyclopaedia of Architects, New York 1982 (con bibliografia); Architecture + Urbanism, 141 (giugno 1982), pp. 17-42 (testo in giapponese con numerose illustrazioni); A. Petrilli, Frei Otto. Definizioni, in Spazio e Società, 24 (1983), pp. 98-99; Frei Otto. Continuità ed evoluzione, ibid., 28 (1984), pp. 26-39; Frei Otto. La nuova pluralità, ibid., 50 (1990), pp. 10-27 (tutte riportano scritti di O.); Frei Otto, "Quaderni dell'International Academy of Architects", 1, Varese 1991; A. Capasso, Le tensostrutture a membrana per l'architettura (con prefazione di F.Otto), Rimini 1993.