Modigliani, Franco
Economista italiano naturalizzato statunitense (Roma 1918 - Cambridge, Massachusetts, 2003). Unico premio Nobel di economia nato in Italia. Il padre medico avrebbe voluto indirizzarlo agli studi di medicina, ma avendo terrore per la vista del sangue, M. decise di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, dove iniziò i suoi primi studi di economia, ricevendo anche un premio ai Littoriali fascisti. Nel 1938, a seguito delle leggi razziali, dovette lasciare l’Italia per andare prima a Parigi con la moglie Serena Calabi e poi a New York nel 1939. Lì proseguì i suoi studi di economia alla New School of Social Sciences e, per mantenere sé e la sua famiglia, svolse per qualche tempo l’attività di venditore di libri porta a porta. Nel 1942 iniziò la carriera universitaria, prima presso il New Jersey College e successivamente, nel 1948, all’Università dell’Illinois. Dal 1962 è stato professore di economia e finanza presso il Massachusetts Institute of Technology, dove resterà fino alla morte, contribuendo alla formazione di molte centinaia di studenti di tutto il mondo, anche italiani, entrati poi a a far parte delle rispettive classi dirigenti.
M. è noto soprattutto per la teoria sul ciclo vitale e per i due teoremi sviluppati negli anni 1950 insieme a M. Miller (➔). La teoria sul ciclo vitale (➔ ciclo di vita, teoria del) in embrione, pensata e discussa in un lungo viaggio con il suo amico e collega R. Brumberg (scomparso prematuramente nel 1954), lega l’andamento del risparmio nazionale al peso che assumono le diverse classi di età, ciascuna delle quali è caratterizzata da una diversa attitudine al consumo e al risparmio. In base a tale teoria, il reddito individuale tende a seguire una curva a campana durante la vita (con un livello basso all’inizio, alto nella parte centrale e nuovamente basso dopo il pensionamento); i giovani sono quelli che attingono in misura più elevata ai prestiti di lunga durata (mutui), le persone di mezza età rappresentano i maggiori risparmiatori e gli anziani, disponendo di un minor reddito, sono portati a spendere questi risparmi. I teoremi Modigliani-Miller (➔ Modigliani-Miller, teorema di) forniscono un quadro di riferimento per comprendere più efficacemente la struttura del capitale aziendale: cercano infatti di dimostrare che il valore di un’impresa non cambia se questa si finanzia emettendo azioni oppure indebitandosi con denaro preso a prestito.
Considerato uno dei massimi esponenti della scuola postkeynesiana, M. ha partecipato attivamente al dibattito sulle politiche economiche, sia negli Stati Uniti sia in Europa, insistendo sulla necessità di dare priorità alla piena occupazione, sempre nel rispetto delle condizioni di efficienza e competitività ai fini di una soddisfacente crescita. Fu a lungo consulente anche della Banca d’Italia, oltre che del Tesoro americano, della FED e di alcune banche europee. Negli anni 1980, in Italia, ha fatto sua la battaglia contro la scala mobile, perché danneggiava in primo luogo i lavoratori. Battaglia condotta insieme a vari suoi allievi e amici, tra cui E. Tarantelli, ucciso il 27 marzo 1985 dalle Brigate Rosse proprio a seguito di tali lotte ideali a favore dei lavoratori. Pochi mesi dopo, nel dicembre del 1985 gli fu conferito il Nobel per l’economia, per le sue ricerche sul risparmio delle famiglie e sui meccanismi dei mercati finanziari. Nello stesso anno ricevette il James R. Killiam Faculty Award del MIT e fu insignito del titolo di Cavaliere di gran croce della Repubblica italiana. Fra i suoi scritti: Utility analysis and the consumption function: an interpretation of cross-section data, con R.H. Brumberg, in Post-Keynesian Economics, a cura di Kenneth K. Kurihara,1954; The cost of capital, corporation finance and the theory of investment, «American Economic Review», 1958, 48, 3 e Corporate income taxes and the cost of capital: a correction, «American Economic Review», 1963, 53, 3, entrambi con M. Miller; The collected papers of Franco Modigliani, a cura di A. Abel (3 voll., 1980).