Psicanalista e psicologo italiano (Niviano Rivergaro 1921 - Milano 1985). Presidente (1974-78) della Società psicoanalitica italiana; prof. di psicologia e direttore dell'Istituto di psicologia (1972-85) dell'univ. di Milano. Attento studioso della psicanalisi kleiniana, con La vita affettiva originaria del bambino (1963), la trilogia sulla guerra (Psicoanalisi della guerra atomica, 1964; Psicoanalisi della guerra, 1966; Psicoanalisi della situazione atomica, 1970) e Nuovi orientamenti della psicoanalisi (1970), ne mostrò la fertile applicabilità in contesti poco esplorati, quale quello politico-sociale. Le due prospettive dell'utilizzazione della psicanalisi al di là della relazione terapeutica e dell'attenzione alla centralità del rapporto affettivo primario caratterizzarono anche le opere successive di F.: Genitalità e cultura (1975), La malattia dell'Europa (1981), Affetti e cancro (1985). F. elaborò, inoltre, una teoria del linguaggio secondo la quale ogni comunicazione umana implicherebbe l'attivazione di soggiacenti strutture affettive, definite coinemi. La teoria ebbe una prima formulazione ne I fondamenti di una teoria psicoanalitica del linguaggio (1979) e in Coinema e icona (1979), per poi articolarsi in una più vasta teoria dei codici filogenetici che, secondo F., presiederebbero alla sopravvivenza della specie (Il codice vivente, 1981). Notevoli sono anche le rivisitazioni dell'opera freudiana, in particolare gli studi sull'analisi freudiana del motto di spirito e la rilettura dell'Introduzione alla psicanalisi di S. Freud svolta da F. in La lezione freudiana (1983).