TODARO, Francesco
– Nacque a Tripì, in provincia di Messina, il 14 febbraio 1839, da Nicola e da Carmela Parlavecchio.
Si laureò in medicina presso l’ateneo mamertino, avendo interrotto i corsi nel 1860 per prendere parte alla campagna per l’indipendenza e per l’unità italiana. Si arruolò volontario nel battaglione dei Cacciatori dell’Etna e combatté a Corriolo e a Milazzo; di questa esperienza diede poi un’appassionata rievocazione in Una pagina della rivoluzione del 1860 (in Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti, s. 5, CLV (1911), pp. 177-204). Ottenuta la laurea, si spostò a Firenze, dove seguì le lezioni di Filippo Pacini, Carlo Matteucci e Moritz Schiff, occupando poi l’incarico di settore di anatomia descrittiva e pittorica presso il S. Maria Nuova. Nel 1866 partecipò alla terza guerra d’indipendenza e l’anno successivo fu di nuovo a Messina, come professore ordinario di anatomia umana.
Nel 1870 decise di rispondere positivamente all’invito rivoltogli da Francesco Brioschi di trasferirsi a Roma e ricoprire la cattedra di anatomia normale umana che mantenne fino alla morte. Dal 1874-75 fino al 1878-79 Todaro tenne lezioni domenicali di embriologia; dopo un’interruzione di un anno furono riprese, come lezioni di embriologia comparata, nel gennaio del 1881. In quell’occasione Todaro pubblicò Intorno al movimento degli studi embriologici (Torino 1881), che offriva un eccellente bilancio dello status quaestionis della disciplina; dal 1896 fu anche preside della facoltà di medicina e chirurgia e direttore del gabinetto di anatomia umana.
Fra il 18 luglio e l’8 agosto 1879 Todaro condusse ricerche presso la Stazione zoologica di Napoli, ritornandovi nel periodo compreso fra il 13 marzo e il 4 aprile del 1885; ebbe ottimi rapporti con il fondatore Anton Dohrn, che aveva conosciuto già a Messina, e riconobbe senza indugio l’importanza strategica della Stazione, di cui pronunziò un sentito elogio nel 1898 in occasione del venticinquennale della fondazione (l’orazione fu poi stampata come XXV Anniversario della fondazione della Stazione zoologica di Napoli, Roma 1897).
Todaro esordì nel 1865, pubblicando, durante il suo periodo di apprendistato anatomico a Firenze, Novelle ricerche sopra la struttura delle orecchiette del cuore umano e sopra la valvola di Eustachio, che uscivano nella rivista diretta da Maurizio Bufalini, Lo Sperimentale (XVI (1865), pp. 217-242). Nel 1870, quando già docente a Messina, diede alle stampe Contribuzione alla anatomia e alla fisiologia de’ tubi di senso de’ plagiostomi, in cui, basandosi sulle precedenti acquisizioni di Franz Christian Boll, illuminava diversi aspetti inediti inerenti la struttura e la fisiologia delle cosiddette ampolle del Lorenzini. Il saggio segnava lo spostamento di attenzione su temi di pertinenza dell’anatomia e fisiologia comparate, che avrebbero costituito l’asse portante della successiva produzione scientifica di Todaro. La traccia aperta a Messina fu infatti immediatamente tesaurizzata a Roma dove, in apertura dell’anno accademico, intitolò la prolusione Sulla struttura dei plessi nervosi. Seguirono nel 1872 Gli organi del gusto e la mucosa bocco-branchiale dei selaci, che apriva il primo numero della rivista da lui stesso promossa, intitolata Ricerche fatte nel laboratorio di anatomia normale della Regia Università di Roma (il saggio era a pp. 1-53) e poi Sulla struttura intima della pelle de’ rettili (in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Memorie, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 3, II (1878), pp. 1073-1128). Fra i due ultimi saggi uscì il primo lavoro dedicato a un gruppo di Tunicati, le salpe, intitolato Sopra lo sviluppo e l’anatomia delle salpe (in Ricerche fatte nel laboratorio di anatomia normale della Regia Università di Roma, I (1875), pp. 1-75).
Todaro si inseriva in un filone di indagini di importanza strategica per la biologia evoluzionistica, pertinente la filogenesi dell’intero raggruppamento dei Vertebrati, in relazione alla quale i Tunicati, a cui le salpe appartenevano, erano in quel momento il candidato più accreditato. A distanza di anni, Giovan Battista Grassi (1911) affermava che Todaro «ancor giovanissimo aveva già compreso che conveniva dirigere la navicella anatomica verso nuovi lidi, ove fioriva la microscopia e soprattutto l’embriologia e la teoria dell’evoluzione [essendo stato] il primo in Italia ad apprezzare e a fare apprezzare la nuova morfologia animale fondata sulla dottrina dell’evoluzione» (p. 145). L’indagine dei processi embriogenetici delle salpe, interpretati nel quadro della legge biogenetica fondamentale formulata da Ernst Haeckel, costituì di fatto il filone principale delle successive ricerche, eccettuate poche sporadiche incursioni, ora nel campo dell’anatomia umana (L’arteria mediastinica superiore ramo anomalo dell’arteria tiroidea inferiore, in Ricerche fatte nel laboratorio di anatomia normale della Regia Università di Roma, II (1879), pp. 159 s.), ora sulle prime fasi dell’embriologia di Seps chalcides, reiteratamente indagate (cfr. ad esempio Sopra lo sviluppo della Seps Chalcides, in Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 4, VII (1894), pp. 233-247; Observations et reflexions sur la segmentation de l’oeuf et sur la formation des feuillets germinatifs du seps chalcides, in Archives italiennes de biologie, XXII (1895), pp. I-VII).
Dopo alcune brevi note preliminari (cfr. Sui primi fenomeni dello sviluppo delle salpe, in Transunti della Reale Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 3, IV, 1880, pp. 86-89; Sui primi fenomeni dello sviluppo delle salpe. 2° comunicazione preliminare, ibid., VI, 1882, pp. 309-315; Sopra i canali e le fessure branchiali delle salpe, ibid., VIII, 1884, pp. 348-350), Todaro diede alle stampe un altro corposo saggio, Studi ulteriori sullo sviluppo delle salpe (in Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 4, I, 1886, pp. 641-680), che sanciva il suo definitivo riconoscimento come specialista indiscusso del settore. Negli anni successivi ampliò lo spettro dei dispositivi anatomici indagati, collezionando una serie di lavori di pregevole fattura, fra cui Sulla omologia delle branchie delle salpe con quella degli altri Tunicati (in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei. Classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 4, IV, 1888, pp. 437-444); Sull’organo visivo delle salpe (ibid., s. 5, II, 1893, pp. 374-381); Sopra lo sviluppo della parte anteriore del corpo delle salpe (ibid., VI ,1897, pp. 54-61); Sopra gli organi escretori delle Salpidi (ibid., XI, 1902, pp. 405-417); Sopra un particolare organo di senso delle Salpidi (ibid., XVI, 1907, pp. 575 s.).
Oltre la produzione schiettamente scientifica, nutrita fu la scrittura, sovente sollecitata da occasioni celebrative, di lavori ora a carattere storico-biografico, come I Lincei e le scienze sperimentali (Roma 1896), Marcello Malpighi nella biologia e nella medicina (in Marcello Malpighi e l’opera sua. Scritti varii, a cura di U. Pizzoli, Milano 1897, pp. 199-213); Lazzaro Spallanzani (Roma 1899), ora latamente metodologici come Il metodo sperimentale nella scienza della vita (Roma 1891).
All’attività strettamente accademica Todaro coniugò anche un’intensa attività politica ed ebbe numerose cariche istituzionali: con nomina del 26 gennaio 1889 divenne senatore del Regno nella categoria diciottesima, che era costituita dai membri della Reale Accademia delle scienze dopo sette anni di nomina. In qualità di senatore, a seguito del rovinoso terremoto del 1908, offrì il suo contributo a favore dei profughi siciliani. Si fece anche portavoce di numerose interpellanze per la ricostruzione dell’Università di Messina.
Nel 1890 fu nominato presidente della Federazione di ginnastica, settore cui dedicò particolare attenzione, testimoniata dai tanti interventi, poi riuniti in Raccolta di vari discorsi tenuti sull’educazione fisica in occasione di consigli federali, di feste e di concorsi ginnastici con prefazione di Aurelio Costanzo (Roma 1907). Fu nominato membro del Consiglio superiore della sanità e nel 1913 commissario di vigilanza sul servizio del chinino.
Fu membro di numerose accademie italiane e straniere, fra cui l’Accademia dei Lincei, l’Accademia italiana delle scienze detta dei XL, l’Accademia Gioenia di scienze naturali di Catania, e l’Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano.
Sposato con Rosa Siracusano, ebbe un figlio di nome Renato.
Morì a Roma il 22 ottobre 1918.
Fonti e Bibl.: R. Versari, Francesco Todaro. Commemorazione, in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XXIX (1920), pp. 392-402, anche in Ricerche di morfologia, I, 1920, pp. 1-15, con elenco delle pubblicazioni non esaustivo però, potendosi almeno aggiungere i seguenti titoli: Die Geschmacksorgane der Rochen, in Centralblatt für die medicinischen Wissenschaften, X, 1872, pp. 227-200; Le prime fasi dello sviluppo dei mammiferi, Milano 1889, basata su una lettura compiuta il 15 aprile al Reale Istituto anatomico di Roma; Sulla gemelliparità e mostruosità nei mammiferi, in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 4, V, 1889, pp. 241-247; Sulla struttura, la maturazione e la fecondazione dell’ovo della Seps Chalcides. Nota preliminare, ibid., s. 4, VII, 1891, pp. 445-449; Sulla segmentazione e formazione dei foglietti nella Seps Chalcides, in Archives italiennes de biologie, XXI, 1894, pp. 75 s.
G.B. Grassi, I progressi della biologia e delle sue applicazioni pratiche conseguiti in Italia nell’ultimo cinquantennio, in Cinquanta anni di storia italiana, III, Milano 1911, p. 145; A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, III, Roma 1941, p. 115; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, I, Roma 1961, pp. 89, 180, 334 s.; A. Brigaglia, Aspetti della diffusione del darwinismo in Sicilia: istituzioni, tradizione e mondo accademico a confronto, in I naturalisti e la cultura scientifica siciliana nell’800. Atti... 1984, a cura di G. Liotta, Palermo 1987, pp. 67-92; Id., Il contesto scientifico siciliano nel secondo Ottocento e la formazione di G. Buccola, in Gabriele Buccola e la cultura scientifica italiana nella seconda metà dell’800. Convegno... 1986, Palermo 1990, pp. 13-35; Id., Appunti sullo sviluppo delle scienze in Sicilia sul finire del secolo XIX, in Scritti offerti a Francesco Renda per il suo settantesimo compleanno, a cura di N. De Domenico - A. Grilli - P. Nastasi, I, Palermo 1994, pp. 211-256; A. Dröscher, Die Zellbiologie in Italien im 19. Jahrhundert, Halle 1996, pp. 78-82, 85, 104 s.; G. Landucci, T. F., in Dictionnaire du darwinisme et de l’évolution, III, Paris 1996, pp. 4304 s.; A. Ottaviani, La “morfologia sottile” in Italia: darwinismo e metodo sperimentale nelle ricerche anatomiche ed embriologiche di F. T. e Giovan Battista Grassi, in Giornale critico della filosofia italiana, LXXVI, 1997, pp. 365-396.