MAZZA, Francesco Paolo
– Nacque a Napoli il 1° apr. 1905 da Antonio e Amalia Kessler.
La famiglia paterna, di origine salentina, era stata per generazioni orientata verso la professione medica; tuttavia già il padre, avvocato, aveva interrotto questa tradizione, risalente agli inizi del Settecento. La famiglia materna era svizzera, ma la madre era nata a Kolozsvár, allora in Ungheria (oggi Cluj, in Romania).
A 9 anni il M. iniziò le scuole secondarie e a 16 anni, nel 1921, si iscrisse all’Università di Napoli, nel corso di laurea in chimica. Fin dal 1922 fu allievo interno dell’istituto di chimica organica e farmaceutica, diretto da A. Piutti, uno fra i più valenti chimici organici dell’epoca, che al terzo anno di corso lo incaricò di tenere – paradossalmente – le esercitazioni di analisi organica e tossicologica del quarto anno. Laureatosi a pieni voti nel 1925, nello stesso anno divenne, per concorso, aiuto di Piutti e nel 1928, a 23 anni, libero docente in chimica generale.
La morte del padre (settembre 1927) caricò il M. di nuove responsabilità, anche economiche, e quella successiva di Piutti, nell’estate del 1928, lo spinse a concorrere per il posto di aiuto presso l’istituto di chimica biologica dell’Università partenopea, diretto da G. Quagliariello. Il successo nel concorso lo portò in un ambiente scientifico diverso e chiuse il suo primo periodo di ricerche.
Tali ricerche, fra il 1925 e il 1928, si erano svolte nel campo della chimica organica preparativa, arricchita dallo studio chimico-fisico mediante dispersione rotatoria di alcune classi di composti. Il blocco principale dei lavori del M. riguardò la reattività delle anidridi idroftaliche, in particolare la loro riduzione catalitica e l’attività nei confronti dei composti di Grignard.
Gli anni trascorsi come aiuto di Quagliariello furono ricchi di nuovi contatti e studi impegnativi. Nel 1931 il M. ottenne una seconda libera docenza in chimica biologica e gli fu assegnata una borsa della Fondazione Alessandro Volta per studi all’estero. La sua scelta cadde sul laboratorio di H.O. Wieland, al quale nel 1927 era stato assegnato il premio Nobel per la chimica per le sue ricerche sugli acidi biliari. Dopo il soggiorno a Monaco (novembre 1931 - aprile 1932) il M. ebbe l’incarico di chimica generale per la facoltà di medicina di Napoli. Per la conseguita notorietà in campo biochimico nel maggio 1933 fu incaricato dalla Società italiana di biologia sperimentale di presentare una relazione sulla «Chimica degli ormoni e delle vitamine», allora in rapidissima evoluzione, che tenne a Bologna nel maggio 1933; ma una più importante conferma internazionale del prestigio scientifico del M. fu l’invito a partecipare al volume giubilare in onore di Lina Stern, la grande biochimica sovietica.
Il 7 maggio 1934 il M. sposò a Napoli l’ungherese Giuliana Varga, dalla quale il 21 apr. 1936 ebbe la figlia Mirta Emma Berta.
Nel 1936 fu ternato nel concorso per la cattedra di fisiologia dell’Università di Sassari; con un’iniziativa inusuale la commissione, presieduta da F. Bottazzi, propose al ministro dell’Educazione nazionale di creare per lui una cattedra di chimica biologica. La richiesta fu accolta e il 16 dic. 1936 il M. fu nominato professore straordinario di chimica biologica presso l’Università di Torino.
Con lo spostamento a Torino terminava il suo secondo ciclo di ricerche. Quando era entrato, ventitreenne, nell’istituto di chimica biologica era stato in grado di adeguare immediatamente le proprie ricerche agli indirizzi seguiti da Quagliariello. Nel secondo periodo napoletano il M. aveva ottenuto in diversi campi risultati eccellenti, anche per la presenza nella città partenopea della Stazione zoologica di A. Dohrn, dove, in collaborazione con il biochimico belga Z.-M. Bacq, il M. dimostrò la presenza dell’acetilcolina nei gangli ottici dell’Octopus vulgaris (cfr. Comptes-rendus des séances de la Société de biologie, 1935, vol. 120, pp. 246 s.), fornendo così un dato fondamentale per la comprensione della trasmissione chimica dei segnali nervosi. Notevoli furono le ricerche sulle deidrogenasi degli acidi grassi superiori, e particolarmente brillanti quelle sull’idrolisi e la sintesi enzimatica degli acidi biliari, in cui il M. metteva in evidenza le possibili interazioni fra enzimi e substrati apparentemente insolubili (Atti della R. Acc. nazionale dei Lincei. Rendiconti, cl. di scienze fisiche, matematiche e naturali, XVII [1933], pp. 1086-1090; XVIII [1933], pp. 461-466).
A Torino, pur privo di un laboratorio proprio e con scarsi mezzi, poté fruire della generosa ospitalità di A. Herlitzka, direttore dell’istituto di fisiologia fondato da A. Mosso. Ma ben presto la situazione cambiò in modo drammatico. Nell’autunno del 1938 Herlitzka fu colpito dalle leggi razziali e, grande studioso della psicofisiologia del volo ad alta quota, emigrò in Argentina. Probabilmente al fine di impedire una «scalata» politica alla cattedra che era stata di Herlitzka si avviò una lunga serie di mosse accademiche. Già il 2 dic. 1938 l’insegnamento di fisiologia umana fu dato al M., a titolo gratuito, e confermato per l’anno accademico 1939-40. Il 22 marzo 1940 il M. fu promosso professore ordinario; il 22 maggio chiese di trasferire la sua cattedra da chimica biologica a fisiologia umana, e, con decreto del 15 giugno 1940, fu spostato sulla nuova cattedra a decorrere dal 29 ott. 1940. Infine, con decreto datato 29 nov. 1941, il M. fu nuovamente riportato sulla cattedra di chimica biologica, con decorrenza 1° dic. 1941.
È interessante notare che a Torino molte delle ricerche più notevoli del M. furono condotte in collaborazione con ricercatori che successivamente ricoprirono ruoli importanti nella scienza cittadina. Così fu per le indagini sulla glicolisi nei tessuti nervosi con l’allievo C. Lenti e per le ricerche di avanguardia di strutturistica con i raggi X, condotte in collaborazione con G. Tappi sulla struttura degli acidi nucleici (Arch. di scienze biologiche, 1938, vol. 24, pp. 526-531). Con C. Migliardi, invece, poi direttore generale degli stabilimenti farmaceutici Schiapparelli di Torino, la collaborazione si articolò in chimica farmaceutica su alcuni nuovi derivati sulfamidici, in biochimica e fisiologia sul complicato «principio antipernicioso» del fegato, e infine nella messa a punto d’un metodo industriale per l’estrazione di olio di fegato di pesce.
Il M. si era iscritto nel 1927 al Partito nazionale fascista (PNF), ma con il trascorrere degli anni aveva mutato le sue idee politiche. Nel marzo 1940 firmò come direttore responsabile il primo numero de Il Saggiatore, pubblicato da G. Einaudi, che portava nella testata il sottotitolo «Rivista mensile di attualità scientifica». Fra i direttori scientifici comparivano i nomi di altri scienziati eccellenti, di cui almeno due dichiaratamente antifascisti: il matematico F. Tricomi e il fisico G.C. Wick. Il M. non solo diresse Il Saggiatore, ma vi collaborò personalmente con sedici articoli e numerose note; tuttavia l’inasprirsi della guerra fece sì che, dopo essere apparsa regolarmente nel biennio 1940-41, nel 1942 la rivista cessasse con un solo fascicolo (gennaio-giugno).
Il M. fu scienziato versatile e innovativo; i suoi lavori più importanti sono tuttora citati nella letteratura scientifica corrente, in campi che vanno dalla chimica organica preparativa alla biologia cellulare. Nel 1938 fu nominato membro corrispondente dell’Accademia delle scienze di Torino, e ne divenne membro nazionale l’anno successivo. Dal 1940 fu membro dell’Accademia di medicina di Torino e corrispondente dell’Accademia delle scienze di Bologna.
Colpito da grave malattia polmonare, il M. morì a Torino il 29 genn. 1943.
Fonti e Bibl.: Il fascicolo personale del M. presso l’Archivio storico dell’Università di Torino conserva numerosi documenti interessanti, fra cui un curriculum vitae scritto dallo stesso M. ricco di notizie familiari, poi utilizzato per il necrologio ufficiale di G. Quagliariello (in La Chimica e l’industria, 1943, vol. 25, pp. 93 s., con ritratto fotografico). I dettagli delle vicende accademiche torinesi sono reperibili nei verbali della facoltà di medicina. Per richiami importanti all’attività scientifica del M.: F. Ghiretti, Comparative physiology and biochemistry at the Zoological Station of Naples, in Biological Bulletin, 1985, vol. 168, Supplement: The Naples Zoological Station and the Marine Biological Laboratory: one hundred years of biology, pp. 122-126; A. Ruffo, La biochimica prima della «doppia elica», in Rendiconti lincei, cl. di scienze fisiche naturali, IX (1999), 10, pp. 25-62; B. Fantini, The history of the Stazione zoologica Anton Dohrn: an outline, in Stazione zoologica Anton Dohrn. Activity Report 1998-1999, Napoli 2000, pp. 71-107; S. Canali, La biologia, in Per una storia del Consiglio nazionale delle ricerche, a cura di R. Simili - G. Paoloni, Bari-Roma 2001, I, pp. 510-548.