GOLINETTI (Collinetti, Colinetti), Francesco
Nato a Venezia in data ignota, forse intorno al 1710, entrò a far parte della compagnia teatrale diretta da Giuseppe Imer nel 1738, in sostituzione del Pantalone Andrea Cortini. Pur essendo giovane, indossò la maschera di primo vecchio nella compagnia che agiva nel veneziano teatro S. Samuele, ispirando a C. Goldoni i primi tentativi di una rinnovata drammaturgia, costruita sulle caratteristiche interpretative dell'attore. Tra il 1738 e il 1739, Goldoni creò il Momolo cortesan e il Momolo sulla Brenta, commedie di largo successo modellate sul carattere del G., in cui solo la parte del protagonista e pochi altri dialoghi erano scritti per intero. Secondo il giudizio di Goldoni, "passabile era il Golinetti colla maschera di Pantalone, ma riusciva mirabilmente senza la maschera nel personaggio di veneziano giovane brillante gioioso, e specialmente nella commedia dell'arte che chiamavasi il Paroncin" (Goldoni, Prefazioni…, p. 738). A proposito del Momolo sulla Brenta, Goldoni riferisce che il G. cercò invano di attribuirsene la paternità. è probabile che l'episodio riveli la partecipazione attiva dell'attore nella definizione della scrittura scenica, o comunque il suo contributo determinante. Da interprete capace di recitare con la maschera e senza, il G. seppe adeguarsi alle novità della scrittura goldoniana e soddisfarle, tanto che intorno al 1741 Goldoni gli dedicò La bancarotta, ossia Il mercante fallito.
Nel 1748 il G. si trasferì a Dresda al seguito della compagnia di Andrea e Antonio Bertoldi. Nel suo bagaglio artistico si erano sedimentate le opere goldoniane scritte per lui; per questo fu un tramite privilegiato per la conoscenza di Goldoni in Polonia. Nella compagnia bertoldiana occupò il posto che fu del padovano Antonio Piva, eccellente come Pantalone e come Paronzin. Il G. fu attore apprezzato e ammirato sia a Dresda sia a Varsavia per almeno tre anni (dal 1748 al 1751), finché sopraggiunse Cesare d'Arbes. Nel 1748, in concomitanza con l'arrivo del G., fu messo in scena a Varsavia Il Paronzin veneziano fatto comico per amore, in cui è assai probabile che egli recitasse. Nel gennaio 1749 interpretò Amor non ha riguardi forse di Giovanni Camillo Canzachi a Varsavia, replicato nel luglio a Dresda, recitando al fianco di Giovanna Farusi Casanova, Marta Bastona, e dello stesso Canzachi.
Ritornato in patria, il G. morì a Venezia, secondo il Bartoli nel 1767.
Fonti e Bibl.: C. Goldoni, Mémoires, in Id., Tutte le opere, a cura di G. Ortolani, I, Milano 1935, pp. 184 s., 189, 197, 231, 244, 343; Id., Prefazioni ai diciassette tomi delle commedie edite a Venezia da Giovan Battista Pasquali (1761-1778), ibid., pp. 738 s., 741 s., 744; F.S. Bartoli, Notizie istoriche de' comici italiani che fiorirono intorno all'anno MDL fino a' giorni presenti, I, Padova 1781, p. 175; L. Rasi, I comici italiani, I, Firenze 1897, pp. 679 s.; A. Gentile, Carlo Goldoni e gli attori, Trieste 1951, pp. 8, 10 s., 15; L. Ferrante, I comici goldoniani (1721-1960), Rocca San Casciano 1961, p. 61; M. Klimowicz, Teatr Augusta III w Warszawie, in Pamietnik Teatralny, 1965, p. 29; Id., Commedia dell'arte à Varsovie et son influence sur le développement du théâtre National polonais, in Italia Venezia e Polonia tra illuminismo e romanticismo. Atti del III Convegno di studi italo-polacco, Firenze 1973, pp. 154, 157; M. Klimowicz - W. Roszkowska, La commedia dell'arte alla corte di Augusto III di Sassonia (1748-1756), Venezia 1988, pp. 23 s., 27, 35, 48, 95, 97; Enc. biografica e bibliogr. "Italiana", N. Leonelli, Attori tragici, attori comici, pp. 444 s.