GAETA, Francesco
Poeta, nato il 27 luglio 1879 a Napoli, dove morì suicida il 15 aprile 1927. Provvisto di larga cultura, sensibile e malinconico, visse lontano da ogni cenacolo letterario.
Esordì con Il libro della giovinezza, poesie (1895), cui seguirono L'ecloga di Flora, novella (1900), Reviviscenze, versi (1900), Canti di libertà (1902), Sonetti voluttuosi ed altre poesie (1906), S. di Giacomo, studio critico (1911), Dodici poesie (1916), Poesie d'amore (1920) e Novelle gioconde (1921). Fu collaboratore per molti anni della Tribuna e del Giornale d'Italia, e nel 1901 aveva fondato, insieme con A. Catapano, un battagliero periodico letterario, I Mattaccini, durato però pochi mesi. Le sue opere sono state raccolte in 2 volumi (Poesie e Prose, Bari 1928) a cura di B. Croce. Realistica, sensuale, dialettale di fondo, la poesia del G. è tutta pervasa da aneliti all'assoluto: la donna è oggetto di concupiscenza, e insieme tramite all'infinito, in quanto specchio del mutare d'ogni cosa terrena (e proprio qui è il maggiore divario tra il G. e il Di Giacomo, da cui - oltre che dagli erotici greci e latini, dal Carducci e dal D'Annunzio - egli parve derivare). Perciò i suoi ritratti femminili e quadretti di vita napoletana hanno spesso un accento che va molto di là dalla semplice descrizione episodica, e al quale ben corrisponde quel suo stile e linguaggio, insieme aulico e popolaresco, tortuoso e melodico. Notevole valore artistico hanno talora anche le sue prose.
Bibl.: B. Croce, La lett. della nuova Italia, IV, 3ª ed., Bari 1929, pp. 167-185 (e cfr. anche le pref. all'ed. cit. delle opere del G.); A. Tilgher, Ricognizioni, Roma 1924, pp. 236-44; G. Citanna, F. G., in Leonardo, III (1927), pp. 193-196; G. A. Borgese, in Corr. d. sera, 24 aprile 1927, 3 aprile 1928; A. Gargiulo, F. G., in L'Italia lett., 17 maggio 1931.