Predicatore e letterato (Genova 1620 circa - Venezia 1686 circa). Frate dei minimi; predicatore di tragica eloquenza barocca; viaggiò l'Italia e l'Europa occidentale. Discepolo del Tesauro, di cui fu grande amico e ammiratore, è autore fortunato di melodrammi, ma la sua opera principale è Il cane di Diogene (1689), farraginoso zibaldone di circa seicento pagine, diviso in sette volumi, scritto, secondo quanto dichiara l'autore, per correggere i vizî altrui, ma in realtà per sfogare invidie, ire e odî suoi. Lasciò anche Ritratti critici (1669), dove la sua ammirazione per il maestro si riflette nell'accettazione e nell'esasperazione delle tesi critiche più care al Tesauro.