DELLA VALLE, Francesco
Ultimo dei figli di Lelio e di Brigida de' Rustici, nacque a Roma verso la metà del sec. XV, probabilmente nella casa paterna nel rione S. Eustachio, lungo la via Sacra, nel cui distretto sempre visse, esercitando il mestiere delle armi, a giudicare dalle poche notizie rimaste al suo riguardo. Nell'ottobre del 1470 compare, per la prima volta, insieme con i fratelli Bernardino e Pietro, nel contratto di affitto a Giovanni Angelo Teufel di una casa con orto in Roma, adibita ad albergo, l'"hospitium Campane" (Arch. di Stato di Roma, Collegio dei notai Capitolini, Laurentius Paluzzelli, 1229,f. 313rv). Negli anni successivi si svolsero gli avvenimenti, riportati in molte cronache romane, che lo resero tristemente famoso, portandolo alla ribalta della vita cittadina.
Durante il saccheggio del palazzo Della Rovere, seguito all'incoronazione di Sisto IV, era occorso al D. di ferire disavvertitamente Francesco Santacroce, il quale si era vendicato in Campo dei fiori, ferendolo a sua volta ad una gamba. Informato che, ad un banchetto in casa di Prospero Santacroce, era invitato il rivale, il D. vi giunse travestito e lo colpì mortalmente, correndo poi a barricarsi in armi nel palazzo della sua famiglia. Non perdette la vita in quell'occasione, come riferito erroneamente da alcune delle fonti, in contrasto con le notizie relative agli avvenimenti degli anni immediatamente successivi.
L'assassinio, da parte di Prospero Santacroce, del più che settantenne cittadino romano Pietro Margani, ricco e potente suocero di Filippo Della Valle, riaccese, di lì a poco, le rivalità tra le due famiglie, le quali, nei torbidi del 1484, si trovarono a parteggiare rispettivamente per gli Orsini, i Santacroce e per i Colonna, con i quali erano imparentati per mezzo dei Margani, i Della Valle. Nei primi mesi di quell'anno il D. fu a fianco di Prospero Colonna, dapprima a Marino, poi a Castello di Sgurgola. Nell'agosto, sempre durante le lotte con gli Orsini, egli (ma l'episodio è incertamente attribuito anche al Colonna) "fece impiccare et squartare Corsetto alias detto Romanello comestabile con quattro soi compagni, alli quali haveva raccomandata Capranica, et loro con lasciarsi allosengare ab Paulo Ursino l'avevano consignata alla gente della Ecclesia" (Infessura, p. 151).
Di nuovo a Roma alla fine di agosto il D. impedì, insieme al fratello Pietro, l'altro uomo d'arme della famiglia, che venisse data alle fiamme la casa di Stefano di Francesco dei Crescenzi.
Nell'agosto del 1486, a Tivoli, stavolta in aperta rivolta verso la Chiesa,-fu il principale responsabile della morte di un certo Paolo, commissario inviato in quella città dal neoeletto pontefice Innocenzo VIII, per porre fine all'assedio che vi tenevano gli Orsini.
Non si conoscono le ulteriori vicende del D.; in una causa, sostenuta nei primi anni del sec. XVI tra i suoi ed i figli di Pietro suo fratello (Bibl. apost. Vat., Vat. lat. 8251, f. 428v), egli è ricordato come "vir strenuus, eques, exercitus prefectus, comes similiter palatinus imperialis nobilitate et dignitate insignis", ma non è possibile stabilire se e quando egli possedette realmente i titoli di "prefetto dell'esercito" e "conte palatino".
Ignota la data della morte, che va però collocata senz'altro prima del 14 nov. 1505, quando i pretesi eredi di Bernardino Della Valle sostennero una causa, tra gli altri, contro "Iulium et Horatium, filios quondam Francisci De Valle" (Arch. di Stato di Roma, Ospedale del S. Salvatore, b. 489: In causa romana hereditatis de Valle);ignoto infine anche il nome della moglie del D., dalla quale nacquero i figli Giulio ed Orazio.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Ospedale del S. Salvatore, b. 489 (arm. VII, mazzo 1, n. 33), dove sono molti documenti relativi alla famiglia Della Valle, dei secoli XV e XVI; Ibid., Collegio dei notai Capitolini, De Vannutiis Sabbas, 1839, ff. 168 ss., dov'è una "notula" al testamento del D. (1518 giugno 13); Ibid., ibid., Laurentius Paluzzelli, 1229, f. 313 rv; Bibl. apost. Vaticana, Vat. lat. 8251, f. 428rv; notizie sul D. furono raccolte da D. Jacovacci, Ibid., Ottob. lat. 2554, p. 78; Le vite di Paolo II di Gaspare da Verona e Michele Canensi, in Rerum Italic. Script., 2 ediz., III, 16, a cura di G. Zippel, p. 62; Il Diario romano di Gaspare Pontano già riferito al "notaio del Nantiporto", ibid., III,2, a cura di D. Toni, pp. 5, 34, 39, 41, 43, 53; Il Diario romano di Iacopo Gherardi da Volterra, ibid., XXIII, 3, a cura di E. Carusi, pp. 26, 44; La "mesticanza" di Paolo di Lello Petrone, ibid., XXIV, 2, a cura di F. Isoldi, p. 100; M. A. Altieri, Li nuptiali, a cura di E. Narducci, Roma 1873, p. 26; G. Racioppi, Sigismondo dei Conti da Foligno. Le storie dei suoi tempi dal 1475 al 1510, I,Roma 1883, pp. 134-137; Diario della città di Roma di Stefano Infessura scribasenato, a cura di O. Tomassini, Roma 1890, in Fonti per la storia d'Italia, V,pp. 87 s., 121, 143, 151, 168 s., 219 s.; P. Adinolfi, La via Sacra o del papa, Roma 1865, p. 123; E. Stevenson, Epitaffio prenestino di F. D., in Arch. d. R. Soc. romana di storia patria, VI(1883), p. 546; G. Caetani, Domus Caietana, I,2, Sancasciano Val di Pesa 1927, p. 188; P. Paschini, Roma nel Rinascimento, in Storia di Roma, XII,Bologna 1940, pp. 253, 255, 284; U. Gnoli, Alberghi ed osterie di Roma nella Rinascenza, Roma 1942, p. 52.