CHIAPPELLI, Francesco
Scarse sono le notizie biografiche pervenuteci: nacque a Pistoia nel 1816, da Luigi, e tra il 1835 e il 1839 studiò medicina all'università di Pisa, ove si laureò il 7 giugno di quell'anno. Passato quindi a Firenze a svolgere gli studi pratici nell'arcispedale di S. Maria Nuova, entrò nel gruppo dei discepoli prediletti di M. Bufalini, col quale rimase sempre in corrispondenza e da cui fu profondamente influenzato. Verso il 1840 si adoperò per una riconciliazione tra il proprio maestro e F. Puccinotti.
Nei primi anni Quaranta soggiornò brevemente a Bologna, Padova e Pavia per ampliare le sue cognizioni scientifiche. Nel 1845 fu a Napoli, al Congresso degli scienziati italiani, ove, fornito di una lettera di presentazione del patrizio pistoiese Nicolò Puccini, conobbe A. Poerio. Alla fine dei dicembre 1845 fece un viaggio in Sicilia.
Sono di questo periodo le principali pubblicazioni del C., e cioè i due volumetti Ricerche fisiologiche (Pistoia 1843) e Aggiunte alla fisiologia del sistema nervoso di G. Muller [sic] (ibid. 1844), entrambe dedicate al Bufalini, e che egli inviò al sommo fisiologo di Coblenza Johannes Müller, allora attivo a Berlino. Le Ricerche fisiologiche sono divise in quattro capitoli concernenti rispettivamente alcuni pensieri di fisiologia generale; una nuova teoria del sonno; due nuovi "usi" della bile; alcune proprietà che distinguono i muscoli della vita animale e quelli della vita organica. Gli argomenti vi sono trattati in maniera più speculativa che sperimentale e soprattutto nel primo è evidente la presenza della concezione del "mistionismo" del Bufalini. Il secondo lavoro, al pari del primo d'impostazione romantico speculativa, concerne prevalentemente lo studio della voce, cui l'autore attribuisce la capacità di rivelare il carattere di un uomo e della quale descrive le modificazioni dall'età infantile alla pubertà e alla vecchiaia, cogliendone alcuni rapporti con l'organo dell'udito; in questa pubblicazione è anche riportata una nuova classificazione delle simpatie. In una lettera del 24 ott. 1844 il Müller, ringraziando per l'invio dei due volumetti, non tralasciò di scrivere al C. che il suo modo di ragionare era ormai stato abbandonato dalla maggior parte dei fisiologi esatti. È un fatto che dopo il 1844 il C. non si dedicò più alle riflessioni fisiologiche e che la sua produzione segna un arresto per un decennio. Ritiratosi a Pistoia, egli si dedicò interamente alla pratica medica riscuotendo ampio consenso.
Sposatosi con Clementina Sozzifanti, il C. ne ebbe tre figli (Luigi, Alberto e Alessandro) e tre figlie. Nel periodo a cavallo tra il 1847 e il 1848 il Bufalini fece pressione perché egli fosse scelto come dissettore presso la cattedra di anatomia dell'università di Pisa, ma sembra che lo stesso C. non ne abbia voluto sapere. Bisogna attendere la grave epidemia di colera scoppiata in Toscana negli anni 1854-55 perché il C. prenda nuovamente interesse alle questioni scientifiche. Le sue argomentazioni, tuttavia, erano pur sempre improntate a un atteggiamento speculativo lontano da una accurata sperimentazione. Così, mentre il pistoiese F. Pacini, a Firenze, sollecitato dalle tragiche conseguenze dell'epidemia, mediante accurati esami microscopici individuò nelle deiezioni dei colerosi un bacillo che chiamò "microbio colerigeno" e già nel 1854 poté definire il colera una malattia contagiosa (Osservazioni microscopiche e deduzioni patologiche sul Cholera Asiatico, Firenze 1854), il C. attribuì l'epidemia alle "speciali influenze cosmotelluriche", come ebbe a scrivere in aggiunta al fascicoletto di Pietro Biagini Intorno alle condizioni economico-sanitarie di Pistoia e suo circondario, Pistoia 1854, alle pp. 14 s.
L'epidemia di colera suscitò comunque nel C. un vivo interesse ai problemi dell'igiene, che egli affrontò con una certa dose di senso empirico, d'erudizione e capacità divulgativa. Nelle due annate del 1856 e 1857 della Gazzetta medica italiana-toscana, diretta dal Bufalini e di cui egli era uno dei collaboratori ufficiali, pubblicò in appendice il suo Trattatod'igiene; di questo una prima parte venne successivamente ristampata nel periodico diretto da P. Cavallo, Ricoglitore medico-chirurgico, e poi finalmente in volume a Napoli nel 1858. L'opera, sebbene tante volte stampata, non ebbe tuttavia vasta diffusione, almeno nel Centro-Nord, ove venne presto soppiantata dagli Elementid'igiene (1865) di P. Mantegazza. Convinto che l'ambiente, spesso modificato o addirittura rivoluzionato dall'attività creatrice dell'uomo, possa indurre nuove forme morbose, il C. definì l'igiene come "l'arte di conservare a ciascuno la sua sanità" e la collegò strettamente all'antica dottrina dei temperamenti. Dopo quest'opera egli pubblicò solo lavori di breve momento in periodici come Lo Sperimantale e Il Raccoglitore medico di Fano, rifiutando e la cattedra di igiene, offertagli dall'università di Pisa, e quella di fisiologia, offertagli dall'università di Palermo.
Morì a Pistoia il 5 genn. 1888.
Oltre alle opere già menzionate meritano d'essere ricordati i seguenti lavori del C.: Sull'epidermide. Considerazioni fisiologiche, in Miscellanee medico-chirurgiche-farmaceutiche, I, Pisa 1843, pp. 40-43; Dei compensi impiegati dalla natura per mantenere sulla lineamediana la direzione della risultante di gravità nel corpo umano,ibid., pp. 140-144; Sulla proprietà della spinal midolla,ibid., II (1844), pp. 193-197; Brevi riflessioni sulla respirazione,ibid., pp. 325-330; Prolegomeni d'igiene, in Il Morgagni (Napoli), IV(1862), pp. 157-175; Dell'acqua di Castrocaro come risolvente, in Lo Sperimentale, XV (1865), pp. 3-10; Sull'uso dello zolfo nell'epilessia,ibid., pp. 10-15; Lettera al professor Carlo Ghinozzi,ibid., XXXIII (1874), pp. 72-76; Sopra un segno infallibile di morte prossima. Lettera all'illustre senatore commendatore professore Pietro Cipriani,ibid., XLIII (1879), pp. 74-77; Consigli sulla cura del colera a mio figlioAlberto Chiappelli,ibid., LV (1885), pp. 227 ss.
Fonti e Bibl.: Le lettere indirizzate al C. sono conservate presso la Bibl. Forteguerri di Pistoia, Raccolta Alberto Chiappelli 57, I e II, Corrispondenti di F. C.; per le date degli anni universitari: Arch. di Stato di Pisa, Ruolo degli scolari..., sez. D. I. 72 (630); Firenze, Bibl. naz., Nuove access. 885, XV. 1. (da cui si apprende la corretta data della morte); necr. in Annali univers. di medicina e chirurgia, CCLXXXIII (1888), p. 69; in Lo Sperimentale, XLII (1888), pp. 107 s.; Caval. prof. F. C., Necrologio ed epigrafe, Pistoia 1888; I. Cantü, L'Italia scientifica contemp., Milano 1844, p. 130; G. Giucci, Degli scienziati ital. formanti parte del VII Congresso in Napoli..., Napoli 1845, p. 123; V. Capponi, Bibliografiapistoiese, Pistoia 1874, pp. 84 s.;M. Bufalini, Ricordi... sulla vita e sulle opere proprie pubblicati dall'avv. Filippo Mariotti, Firenze 1876, p. 184; Lettere di Gino Capponi..., a cura di A. Carraresi, Firenze 1883, II, p. 450; A. Zanelli, Lettere inedite di A. Poerio a N. Puccini, in La Rassegna storica del Risorgimento, XII (1925), pp. 142-160; L. Castaldi, Due anatomisti pistoiesi, in Riv. di storia di scienze mediche e natur., XV (1924), pp. 336-369; G. Del Guerra, Di F. C. pistoiese. Contrib. alla storia della fonetica, in Il Valsalva, VII (1931), pp. 620-624; Biographisches Lex. der hervorragenden Ärzte..., II, pp. 12 s.