BELLATI, Francesco
Nato a Milano nella prima metà del set. XVIII, pochissimo sappiamo della sua giovinezza e dei primi passi nella carriera di funzionario da lui intrapresa. Si dedicò con passione soprattutto allo studio dei problemi monetari, seguendo una vivace traccia d'interessi e di dibattiti fecondamente diffusa nella classe dirigente e tra gli uomini di cultura della Lombardia settecentesca. Ufficiale della Cancelleria segreta nel 1774, pubblicò a Milano nel 1775, presso lo stampatore Agnelli, un primo frutto dei suoi interessi di studioso, una Dissertazione... sopra varie antiche monete inedite spettanti all'Austriaca Lombardia, con alcune correzioni ed utili osservazioni ad altre già pubblicate.
Il B., che risulta iscritto, dalla menzione che ne fa nel frontespizio, all'Accademia milanese dei Fenici, dedicava il suo scritto al conte di Firmian, e poneva l'opera sua come continuazione e integrazione dei contributi storici e temici imponenti già elaborati ed offerti sul medesimo argomento dal Muratori, dall'Argelati, dal Bellini e dal Giulini, auspicando in tal maniera il desiderato approdo ad "un bel trattato istorico generale sulla vastissima materia (p. VI), e additando il primo riuscito tentativo di sintesi nell'"insigne opera" del Carli, presa come modello e guida. Lontano tuttavia dall'ampiezza e dalla solidità d'impianto degli illustri precedenti citati, il B. dava anzitutto prova nel suo opuscolo di notevole ben assorbita erudizione e cultura storica intorno alle vicende dello Stato milanese ed alle sue vicissitudini economiche e monetarie, limitando il suo discorso ad un apporto documentario contenuto in tono minore.
Di qùesta inclinazione erudita alla storia locale, abbastanza caratteristica della sua attività di pubblico funzionario, e tramite la quale veniva affinando e maturando le sue doti di osservatore e di ricercatore, il B. dava un'altra testimonianza l'anno seguente, pubblicando una Serie de' governatori di Milano dall'anno 1535 al 1776, con istoriche annotazioni (Milano, Malatesta, 1776).
Rifacendosi anche in questa operetta a contributi precedenti, il B. si proponeva un completamento e un arricchimento delle notizie e dei dati già conosciuti, mettendo in mostra una messe ragguardevole di erudite precisazioni. Già più aperto, tuttavia, ad interessi storici veri e propri, questo scritto rivelava un'attenzione assai viva ai problemi presenti dell'amministrazione e della politica economica lombarda, di cui si offriva tra la congerie dei dati eruditi un profilo abbastanza nitido.
Funzionario intelligente ed attivo d'uno Stato in pieno entusiasmo rinnovatore e riformatore, il B. recava nella sua iniziale vocazione erudita un vivace fermento civile, acquistato nel quotidiano contatto con i problemi politici ed economici della società lombarda dell'epoca. "Regio Ufficiale nella Cancelleria di Governo della Lombardia Austriaca", com'egli si definiva nel frontespizio d'un suo libro, diveniva nel 1778 vicesegretario della Cancelleria, e lo incontriamo poi nel 1783 segretario alla Camera dei conti, alle dipendenze di un tecnico illustre come lo Scorza.
Il suo interesse per i problemi amministrativi, tecnici, monetari dell'assetto economico statale prese in lui sempre maggior consistenza pratica, come provano la sua attività di raccoglitore e collezionista di testi, scritti e documenti d'argomento economico e la sua produzione manoscritta. Lo perdiamo intanto di vista, dopo il 1783, per un lungo periodo, occupato probabilmente in altri incarichi governativi e nei suoi studi prediletti sull'economia lombarda. Certo un lungo periodo di felice maturazione, di preparazione tecnica e d'affinamento scientifico sono da collocarsi come indispensabile premessa a quel magnifico saggio di indagine econoInica e sociale che è la sua relazione del 1803 sull'agricoltvira milanese.
Entrato a far parte dunque, in posizione ancora eminente, del governo della Repubblica italiana, il che prova indirettamente la continuità della sua carriera di funzionario anche negli anni per i quali notizie dirette ci mancano, e la sua abilità nel non compromettersi nella difficile fase di transizione politica seguita all'invasione francese, il B. presentò il 7 genn. 1803 alla Conunissione per il catasto e su incarico del ministero dell'Interno della Repubblica napoleonica un Rapporto sui documenti finora ritrovati servibili alla commissione del catasto prediale per conoscere gli aumenti di agricoltura avvenuti nello Stato di Milano dall'epoca del censimento fino alla di lui erezione in Repubblica, consuntivo di eccezionale importanza documentaria di un periodo fondamentale per l'evoluzione economica sulle vicende e sulle conseguenze del celebre censimento teresiano.
Basato su una solida indagine statistica e comparativa, il lavoro del B. passava in rassegna un'enorme massa di materiale, ordinandola e disponendola con grande equilibrio, presentando e discutendo le iniziative e gli apporti scientifici sul problema del catasto, dal Neri a Pietro Verri, dal Carli al Beccaria, riportando i dibattiti tecnici alle ragioni dei bilanci e delle statistiche, alla realtà delle relazioni documentarie e delle tabelle illustrative, e a sua volta riconducendo l'analisi concreta sul piano d'una discussione generale di principi e introducendo con grande abilità nel discorso gli apporti essenziali della pubblicisfica europea. Arrivava così alla conclusione della necessità e utilità arrecata all'economia lombarda dall'iniziativa teresiana e al conseguente bisogno di una moderna revisione catastale, resa indispensabile dalla rinnovata prosperità agricola e demografica conseguente allo slancio settecentesco.
Già lontano dallo spirito didattico e combattivo degli scritti settecenteschi, e pur non ancora impadronitosi appieno di un superiore metro di rigore scientifico e metodicità, l'opera del B. fu tuttavia, come ebbe giustamente a dire il Vianello, "la più perfetta, la più organica, la più documentata e conclusiva monografia economica" scritta da un lombardo in quegli anni tra i due secoli, e ancor oggi il suo lavoro sorprende per le doti superiori di equilibrio e di sintesi.
Il B. scompare alla nostra vista negli anni dopo il 1804. Morì intorno al 1820.
Una preziosa raccolta di manoscritti, relazioni, editti di materia economica e finanziaria raccolti in vita dal B. è pervenuta oggi per donazione alla Bibl. Ambrosiana di Milano, nella quale si trova anche uno scritto inedito del B., cod. Ambr. D 40: Rapporto sugli errori di fatto nello scutato provvisorio e progetto di rettifica; vari scritti inediti sono conservati nella Bibl. Braidense di Milano: Tariffa delle monete che ebbero corso nello Stato di Milano dal 1386 al 1818 (A H XI 7-9), Tariffa delle monete che ebbero corso in Mantova dal 1455 al 1787 (A H XI 11), Tariffa delle monete che ebbero corso in Bergamo e in Crema dal 1400 al 1676 (A H XI 16), Epilogo di quanto fu scritto dal conte Carli, dallo Zanetti, dall'Argellati intorno al peso, valore, bontà, proporzione del metallo e prezzo di tutte le monete antiche che ebbero corso in Milano (A H XI 19), Osservazipni sopra un registro dell'anno 1536 dell'Archivio della R. Ducal Zecca di Milano (G. N. N. II 6-9), tutti lavori documentari e preparatori più che vere e proprie dissertazioni.
Fonti e Bibl.: Sulla carriera di funzionario del B. documenti in Arch. di Stato di Milano, Uffici Regi, 804, 856. Cfr. inoltre: C. A. Vianello, Il Settecento milanese, Milano 1934, pp. 187 s.; Id., Le condizioni economico-sociali della Valtellina durante la Repubblica Italiana, in Periodico storico comense, III (1940), pp. 257-72 (su una inedita Relazione sulla Valtellina del B.); Economisti minori del Settecento lombardo, a cura di C. A. Vianello, Milano 1942, pp. XXXV, LIX, XCVI (riproduce alle pp. 213-91 il Rapporto del 1803, conservato alla Bibl. Ambrosiana di Milano, Cod. L 18, col titolo Sull'incremento dell'agricoltura nello stato di Milano nella seconda metà del secolo XVIII); G.Natali, Il Settecento, Milano 1950, p. 612; M. Romani, L'agricoltura in Lombardia dal periodo delle riforme al 1859, Milano 1957, passim; Id., L'economia milanese nel Settecento, in Storia di Milano, XII, Milano 1959, passim (a p. 999 l'elenco delle opere del Bellati).