BECCARUZZI, Francesco
Figlio di Simeone, calzolaio, e di Riccarda, ebbe due fratelli: Matteo, sarto, e Giovanni Andrea. Non conosciamo la data di nascita di questo pittore, ma la possiamo collocare con buona approssimazione attorno al 1492. Nel 1514 infatti, in una causa per l'eredità paterna con il fratello Matteo, la madre compare in giudizio come curatrice e non come tutrice e perciò, secondo la legge allora vigente, il B. aveva compiuto i quattordici anni ma non i venticinque: nel 1519 invece è già almeno venticinquenne, perché possiede due campi per cui paga le tasse. Nella sigla delle due opere firmate, lui stesso si dichiara di Conegliano e anche il Botteon lo dice nativo della ridente cittadina veneta. Nello stesso documento del 1519 risulta che si è trasferito a Treviso, città da cui non si allontanerà più; qui nel 1540 sposa Polissena, figlia di ser Michele Anselmi merciaio, qui nel 1555 nasce suo figlio Agostino Percausis e qui il pittore muore. Come quella della nascita, la sua data di morte non è sicura, ma può essere fissata prima del luglio del 1563, dato che in quella data la vedova Polissena è invitata dal podestà a recarsi a Conegliano per procedere alla divisione della casa del marito con i comproprietari e gli altri eredi.
L'origine comune e i riferimenti estetici permettono di pensare che il B. sia un allievo di Cima da Conegliano negli anni della sua maturità artistica (nel 1517 o '18 infatti Cima muore); alla morte del maestro il B. si sarebbe trasferito a Treviso in un ambiente di fervida attività pittorica. Qui, nella cappella Malchiostro del duomo, lavora nel 1520 il Pordenone e per la stessa cappella Tiziano esegue un'Annunciata tuttora in loco: la vicinanza di questi artisti di genio influenza naturalmente molto il B., come dimostrano alcune sue opere ispirate agli schemi tizianeschi o pordenoniani.
Opere: nel 1527 risulta che il B. dipinse per il convento delle monache di S. Parisio a Treviso una Madonna adorata dalla badessa e un santo e nel 1534 per l'altar maggiore della chiesa delle stesse monache il Battesimo di s. Cristina da parte di Cristo; le due opere sono andate smarrite. Del 1531-32 è la Sacra famiglia col piccolo Battista e i ss. Liberale, Pietro e Marco, dipinta per la chiesa di Biancade (Venezia), mentre al 1544 risale l'Assunzione esistente nella chiesa arcipretale di Valdobbiadene (Treviso): si può stabilirne la data perché l'11 ottobre dello stesso anno Lorenzo Lotto ebbe l'incarico di stimarla. Entro la quaresima del 1545 il B. si era impegnato a finire il S. Francesco che riceve le stigmate e sei santi per la chiesa del convento di S. Francesco a Conegliano, ora all'Accademia di Venezia: l'opera è firmata con la sigla "F.B.D.C." (Francesco Beccaruzzi di Conegliano) e può essere considerata il capolavoro del maestro per la nettezza delle fisionomie rese con acuta analisi da ritrattista e per l'ampio, dolcissimo paesaggio memore della grande conquista di Giorgione, filtrata attraverso gli occhi innamorati della sua terra di Cima da Conegliano. Possiamo ancora ricordare il Ritratto di giovane donna, firmato, dell'Accademia Carrara di Bergamo, l'Incontro di Gioacchino ed Anna della chiesa di S. Liberale a Castelfranco Veneto, varie altre opere di carattere sacro e ritratti (Firenze, Uffizi; La Valletta; Londra, coll. Owen; Lovere [Brescia]; Milano, Castello Sforzesco; Padova, Museo Civico; Roma, Gallerie Doria e Colonna).
Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Inquisitori di Stato, b. 909, F. M. Malvolti, Catalogo delle migliori pitture esistenti nella città e nel territorio di Conegliano, 1774; D.M. Federici, Memorie trevigiane sulle opere di disegno dal mille e cento al mille ottocento, Venezia 1803, II, pp. 8, 9, 32, 33; G. A. Moschini, Guida per la città di Venezia all'amico delle belle arti, Venezia 1815, p. 514; L. Crico, Lettere sulle belle arti trivigiane, Treviso 1833, pp. 187, 230; C. Ridolfi, Le maraviglie dell'arte, Padova 1835, I, pp. 309, 310; P.Paoletti, Catalogo delle R. R. Gallerie di Venezia, Mestre 1903, p. 150; G. Ludwig, Archivalische Beiträge zur Gesch. der Venetian. Kunts, Berlin 1911, p. 112; F. Botteon, Della vita e delle opere di F. B., in Nuovo archivio veneto, XXVI (1913), pp. 480-513; O. Battistella, Della vita e delle opere di G. Zompini, Nervesa 1916, p. 9; B. Berenson, Ital. pictures of the Renaissance- Venetian School, London 1957, 1, pp. 27 s.; S. Moschini Marconi, Gallerie dell'Accademia di Venezia, Roma 1962, II, pp. 29, 30; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, pp. 130 s.; Encicl. Ital., VI, p. 464.