CECCHI, Francesco Antonio
Nacque a Lucca il 17 dic. 1717 da Giuseppe e da Anna Margotti. Frequentò nella sua città la scuola di Domenico Brugieri; quindi, diciottenne, passò a Napoli attratto dalla fama di Francesco Solimena e vi si trattenne oltre otto anni. Dal 1750 risiedette a Lucca, dove nel 1754 sposò Maddalena Pieri: ma sono documentati suoi soggiorni a Roma nel 1788 e ancora fra il 1795 ed il '98.
Si può concordare col giudizio dei contemporanei che ritenevano il C. abilissimo pittore, ricercato "per molti ritratti a Dame e Cavalieri con grandissimo credito ed applauso" (Chelini, in Corsi, 1963, p. 100), anche se in una lettera privata (di Chiara Girzoni indirizzata al figlio) si può cogliere una notazione del suo carattere: "Quel benedetto Signore ha molte belle qualità ma le guasta con tanti capricci e storture di testa, quello di voler fare moltissime cose con poco è un difetto che lo logora e non conclude" (ibid., p. 101).
Manca la possibilità di reperire e indicare con sicurezza l'ubicazione dei ritratti di cui parla l'erudito locale Chelini: anche i due ritratti di F. M. Mazzarosa, uno dei quali fu presentato alla mostra fiorentina del ritratto italiano del 1911, non risultano più nell'eponima collezione in Lucca. Sono rimasto, invece, le opere nelle chiese di Lucca: in S. Frediano, cappella Buonvisi, una tela con S. Anna, Maria bambina, Gioacchino e le ancelle (una tela con lo stesso soggetto fu dipinta dal C. a Roma nel 1788: Memorie per le belle arti, IV [1788], p.LV); e in S. Andrea in Pellería, una tela con S. Luigi Gonzagain preghiera. Già in S. Giovanni (ma attualmente in deposito a palazzo Mansi), era conservata una grande tela rappresentante la Morte di s. Andrea Avellino. Qui,in specie, si nota il cammino percorso dall'iniziale educazione marattesca verso una acquisizione sicura di forme che, specie nei particolari, mostrano uno studio attento della tradizione raffaellesca nel clima di una sensibilità ormai neoclassica tutt'altro che disprezzabile.
Per incarico della famiglia Garzoni il C. fece il disegno ad acquarello del prospetto della villa e del celebre giardino di Collodi presso Pescia (Pistoia), richiesto dal re di Polonia Stanislao Poniatowski (1793); il disegno, non più consegnato, si trova presso i marchesi Poschi-Meuron di Lucca. In palazzo Mazzarosa, in palazzo Mansi (ora acquisito allo Stato) a Lucca e in numerose ville dei dintorni si possono vedere affreschi del C.: nella villa Burlamacchi-Santini (ora Rossi) alla Gattaiola dipinse il soffitto di una camera ed il portico con false architetture e figure monocrome allegoriche dell'Agricoltura e dell'Astronomia; mentre nella villa Buonvisi (ora Giustiniani) a Forci affrescò nel salone una Vendemmia con un Trionfo di Bacco e nella parete di fronte una Raccolta delle olive con Pallade vittoriosa suNettuno. In essi il C. mostra una vena illustrativa assai felice e corsiva, di tonalità chiare.
Il C. morì in Lucca il 27 dic. 1812.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lucca, Fondo Garzoni; Lucca, Bibl. govern., ms. 1651 ; P. Zani, Encid. metod. ... delle Belle Arti, Parma 1820, I, 6, p. 114; D. Corsi, Un disegno di F. C. della villa di Collodi…, in Bull. storico pistoiese, V (1963), pp. 84-110; I. Belli Barsali, La villa a Lucca dal XV al XIX sec., Roma 1964, ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 254.