FORUM NOVUM
Luogo di mercato in prossimità dell'incrocio fra la strada lungo la sponda sinistra del Tevere fino a Otricoli, proveniente dalla Via Salaria, e l'altra che dal fiume andava in direzione di Terni. Il centro ebbe una certa importanza per l'urbanizzazione del territorio; compare, infatti, nell'elenco dei municipi romani redatto da Plinio (Nat. hist., III, 12, 106) e riproducete la lista di Agrippa. La scelta del sito ove sarebbe sorto il municipio, in una posizione adatta allo smistamento dei prodotti agricoli che dall'Etruria, dall'Umbria e dalla Sabina venivano convogliati verso i grandi mercati di Roma e Ostia, sfruttando le vie di navigazione fluviale e in primo luogo il Tevere, ha il valore di qualificazione della zona in senso agricolo-commerciale. Questo programma, in cui rientrano anche le assegnazioni di terra ricordate dalle fonti (Lib. col, pp. 255-258, ed. Lachmann) per il periodo augusteo, può essere stato ispirato da M. Vipsanius Agrippa, che una documentazione epigrafica con la menzione del III consolato lega alla vicina Montebuono (CIL, IX, 4779).
In connessione con detto programma sono alcuni grossi impianti di ville di produzione, dislocate nell'ager foronovanus, le cui fasi iniziali risalgono alla fine del periodo repubblicano; si tratta delle ville di Fianello, Collonere, Fornaci-Forano, Gavignano (cattedrale), grotta di Cammaroni, Grottoni S. Donato, Paranzano, S. Maria in Legarano, S. Stefano-Ponzano, S. Stefano o Grotti di Vacone; a queste si aggiungono quelle rustiche e padronali con strutture più complesse e articolate: ville di Collesecco di Cottanello, Poggio Sommavilla-Seminario, S. Nicola, Tulliano, Villabella e quella di Colle Grignano (Montebuono), attribuita ad Agrippa.
Il municipium di F. N., appartenente alla tribù Clustumina, era retto da duoviri (CIL, IX, 4686, 4789, 4790). Gli scavi (1972-1976) hanno riportato in luce un complesso inquadrabile fra I e IV sec. d.C., costituito dal foro con una basilica, una serie di tabernae e latrinae. La basilica, divisa in tre navate con portico all'interno, ha l'ingresso sul foro, mentre dal lato opposto erano le tabernae, una delle quali conserva un pavimento a mosaico con motivo a torri merlate, le altre in signinum. L'edificio, costruito in laterizio, inglobando strutture più antiche in opera quasi reticolata relative a un Capitolium a tre celle risalente alla fondazione del municipio, s'inquadra tra la fine del III e l'inizio del IV sec. d.C., come attestano bolli sporadici dioclezianei rinvenuti nello scavo (CIL, XV, I, 1569 a; 1622). Fra la basilica e le tabernae era un'intercapedine sotterranea per la raccolta dell'acqua piovana utilizzata anche per la pulizia delle latrine. La piazza del foro era pavimentata da lastre in travertino, mentre il decumano da una massicciata in breccia calcarea. A una fase iniziale della vita del municipio è riferibile una serie di monumenti funerari a torre, databili in età augustea e giulio-claudia, dislocati lungo la strada che porta al Tevere e da attribuire a sepolture di notabili locali. Un altro monumento funerario, denominato «La Molaccia», posto sulla strada verso l'Umbria, ha la cella in opera quadrata, che presenta evidenti analogie con la c.d. Grotta dei Massacci, il sepolcro megalitico presso Osteria Nuova ed è, come questo, databile agli inizi del II sec. d.C.
Il centro abitato di F. N. fu distrutto dai Saraceni alla fine del IX sec.; rimase in vita solo l’ecclesia cathedralis Sabinorum con il suo episcopio, costruito sui resti di un edificio romano (S. Maria in Vescovio).
Un'abbondante documentazione epigrafica informa su alcuni aspetti di vita municipale: sul pavimento in signino della cella orientale del Capitolium, all'interno di un rettangolo a mosaico in tessere bianche, si trova la dedica a Giove Statore: C(aius) Vibius C(ai) F(ilius) Clu(stumina) Celer Stato(ri) /ex decreto C(entum)virum s(ua) p(ecunia) (cfr. Prosopographia Imperii Romani, in, Berlino-Lipsia 1943, 377; l'ordo decurionum è chiamato in maniera analoga in iscrizioni da Cures, CIL, IX, 4952, 4957, 4959, 4970, 4973, 4976, 4978, 4981).
Da altri testi si apprende dell'esistenza di un tempio dedicato a Venere (Pietrangeli, 1940, p. 286, n. 1) e di un campus per le esercitazioni della iuventus locale, con terme e una fontana; l'acquedotto delle terme era stato costruito dal duoviro P. Faianus Plebeius, a proprie spese {CIL, IX, 4786 - ILS, 4767). Resti sono ancora visibili a mezzo chilometro di distanza dalla chiesa di S. Maria di Vescovio. Fra i personaggi di origine foronovana che giunsero al consolato è attestato il solo M. Fuhius Gillo, consul suffectus del 76 d.C., noto da una dedica ai Penati Familiari di Montebuono (CIL, IX, 4776 - ILS, 3596).
Quanto ai culti, oltre a quelli già menzionati, sono attestati quelli della Fortuna (CIL, IX, 4771), di Mercurio (CIL, IX, 4775), di Iside e Serapide (CIL, IX, 4772) e soprattutto di Vacuna, cui secondo una tradizione sarebbe da connettere il toponimo di Vacone. Un bassorilievo, conservato a Montebuono, rappresenta la dea seduta in trono. A un culto per ora ignoto era dedicato il sacello situato nella località di Piani Marmi, lungo il percorso che da F. N. portava all'Umbria: ne resta un angolo del podio con elementi della base decorati da modanature a gola diritta e da una combinazione di quattro profili basati su di un cavetto.
Al foro del municipio di F. N. è possibile attribuire una serie di materiali rinvenuti sporadicamente nella campagna circostante. Da Montebuono proviene un frammento di calendario rinvenuto nel 1795 che potrebbe essere riportato all'area del municipio (CIL, IX, 4769), e che contiene i mesi di settembre e ottobre con la menzione dei ludi victoriae sullanae per il giorno 26 ottobre. Dalla località Poggio dei Frati, presso Poggio Sommavilla, proviene il ritratto di Furia Sabina Tranquillina, sposa di Gordiano III nel 241 d.C., pertinente a una statua di cui resta il bordo della tunica, ora al Museo Nazionale Romano. In considerazione del luogo di rinvenimento, ove non sono segnalate strutture antiche, è proponibile una pertinenza al foro di F. N., dove è stata rinvenuta un'epigrafe con dedica a Gordiano III (CIL, IX, 4780).
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M. Reggiani)