fluoro
Elemento chimico del gruppo degli alogeni. Il f. si riscontra sia nel mondo vegetale sia in quello animale. Piccole quantità di f. proteggono dalla carie dentaria: l’effetto protettivo si ha per una dose cumulativa giornaliera di 0,05÷0,07 mg/kg di peso corporeo. Le acque potabili italiane ne contengono mediamente 0,2 mg/l. Le fonti alimentari più significative di f. sono, oltre all’acqua potabile che è la più importante, il pesce (0,2÷0,3 mg/kg), i frutti di mare (0,3÷1,5 mg/kg) e le uova (0,3 mg/kg). Il f. si localizza prevalentemente nelle ossa e nei denti, dove sostituisce gli ioni bicarbonato e l’idrossile dell’idrossiapatite formando cristalli di fluoroapatite, più resistente all’attacco degli acidi prodotti dai batteri che solubilizzano lo smalto dei denti. Il f. ha anche effetti tossici: esposizione prolungate al f. elementare gassoso (a concentrazioni superiori a 0,1 ppm) sono molto dannose, dal momento che provocano irritazione delle vie respiratorie e lesioni polmonari. Il f. sotto forma di sale è letale a concentrazioni superiori a 5÷10 g/70 kg di peso corporeo ingerite per via orale. I sintomi di tossicità acuta comprendono nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, salivazione e lacrimazione eccessive, disturbi polmonari, insufficienza cardiaca, debolezza, convulsioni, paralisi e perfino coma. Il segno più evidente di tossicità cronica è la fluorosi. Altri danni possono prodursi a livello delle ossa (fluorosi scheletrica), con dolori alle articolazioni e osteoporosi delle ossa lunghe. I casi più seri sono accompagnati da debolezza muscolare e difetti neurologici.