ANDÒ, Flavio
Nacque a Palermo il 17 genn. 1851 da famiglia piccolo borghese, che lo avviò agli studi nella speranza di procurargli un buon impiego. Ma l'A. si orientò decisamente fin da ragazzo verso l'arte drammatica e, anche dopo il fallimento di una sua fuga a Napoli, dove sperava di essere scritturato, cercò nelle compagnie che giravano la Sicilia almeno un posto di generico. Nel 1869 entrò con il ruolo di amoroso nella compagnia Holler, poi passò in quella di G. Rizzotto, interpretandone I Mafiusi, sempre senza uscire dalla Sicilia. In seguito, fece parte delle compagnie Boldrini e Maieroni, e poi di quella del Lambertini; finalmente fu scritturato da E. Rossi, che seguì anche nella tournée della stagione 1870-71 in America del Sud. In questo periodo incontrò, nella stessa compagnia, l'attrice Celeste Paladini, che seguì quando ella fece compagnia in praprio e sposò nel 1875.Avendo raggiunto a questo punto una sicura fama di attore, passò con successo in varie compagnie: fu con A. Dondini, A. Vestri, poi con F. Ciotti e E. Belli Blanes, e infine con C. Rossi ed E. Duse. Con quest'ultima rimase per sette anni ed ottenne successi memorabili interpretando al suo fianco il personaggio di Armando nella Signoradelle Camelie di A. Durnas figlio, di cui rimase famosa la rappresentazione parigina del maggio 1897. In questi anni si definiva e si approfondiva il carattere della recitazione dell'A., tendente a illuminare, con l'eleganza e la sobrietà dei gesti e della dizione, con il sapiente passaggio dai toni dell'ironia a quelli della passione, la varia gamma di sentimenti e di atteggiamenti dell'amante del teatro borghese della fine del secolo. I suoi personaggi più applauditi furono, infatti, il Marchese di Priola di Lavedan Oliviero di Jalin del Demi-monde di A. Dumas figlio, De Ryon dell'Amides femmes dello stesso autore, accanto ai quali interpretò anche Turiddu della Cavalleria Rusticana, il Cavaliere di Ripafratta della Locandiera, e poi i personaggi del teatro di Bracco e di Giacosa: fu anche il primo Vitaliano Lamberti di Romanticismo di G. Rovetta. Staccatosi dalla Duse, entrò in compagnia con C. Leigheb e T. Di- Lorenzo, con i quali rimase fino al 1905. Fu poi primo attore e direttore con I. Gramatica, e nel 1907 riunì egli stesso una compagnia assumendo come prima attrice. M. Melato; fu ancora primo attore e direttore con la T. Mariani, e dal 1909 al 1911 si unì ad E. Paoli e A. Gandusio. Dal 1912 al 1914 fu direttore della compagnia Piperno-Gandusio con Lyda Borelli. Nel 1914 aveva l'intenzione di ritirarsi dalle scene, ma, allo scoppio della guerra, volle ancora riprendere Romanticismo di G. Rovetta, ed ebbe con questo dramma il suo ultimo successo: aveva il progetto di recitarlo anche a Trieste, ma morì a Marina di Pisa il 31 luglio 1915.
Celeste Paladini, moglie dell'A., nacque a Pisa da famiglia di attori il 13, luglio 1845 ed esordì ad Alba a 17 anni; fu prima attrice della compagnia Massa e poi della compagnia Duse e Lagunaz. Nel 1865 divenne anche impresaria della compagnia Fenante, ma, nel 1867, entrò solo come prima attrice nella compagnia Coltellini. Aveva recitato soprattutto nell'Italia settentrionale, ottenendo nelle varie città. lusinghieri successi con i personaggi tragici di Saffo, di Maria Stuarda, di Maria Davidson. Faceva parte della compagnia di E. Rossi, come prima attrice, quando conobbe l'Andò. In seguito, con il marito, recitò nelle parti di madre distinguendosi per le sue doti di nobiltà, di misura e di eleganza. Scrisse anche per il teatro, ma sembra senza pubblicarlo, il dramma Cuor di negro .Ritiratasi dalle scene prima del marito, gli sopravvisse alcuni anni, che trascorse tra Mariha di Pisa e Firenze, dove morì il 12 marzo 1927.
Bibl.: C. S., Cenni intorno alla vita artistica della prima attrice drammatica Celestina Paladini lucchese, Lucca 1869; L. Rasi, I comici italiani, Firenze 1897, I,p. 40 s.; II, p. 207; A. Vinardi, Arte drammatica, Torino 1899, p. 19; G. Costetti, Il Teatro italiano nel 1800, Rocca San Casciano 1901, pp. 387, 425; A. Varaldo, Fra viso e belletto, Milano 1910, pp. 27 S.; [A. Niccolai], F.A., Pisa 1916; C. Levi, Profili di attori, Milano-Palermo 1923, pp. 175 s.; R. Simoni, Ritratti, Milano 1923, p. 635; S. Lopez, Dal carteggio di Virgilio Talli, Milano 1931, pp. 9, 50, 171; N. Leonelli, Attori tragici, attori comici, I, Milano 1940, pp. 37 s., 296; B. Brunelli, Mezzo secolo di interpretazione nel teatro drammatico, in Il Dramma,XXVI (1950), p. 138; Enciclop. dello spettacolo, I, coll. 534-536; Enciclop. Italiana, III, pp. 191 s.