FRANCHI(Della Franca), Filippo
Figlio di Andrea di ser Nuto, nacque a Perugia nel secondo decennio del Quattrocento. Con tutta probabilità studiò nella sua città natale dove, secondo il Vermiglioli, ebbe per maestro Baldo di Cola Bartolini. L'affermazione che Pier Filippo Della Cornia (nato nel 1419 o 1420) sia stato maestro del F. è comunque da escludere.
Licenziatosi in utroque intorno al 1435, il F. iniziò a insegnare diritto canonico presso lo Studium perugino. Nell'elenco dei lettori stipendiati dell'ateneo compare un Filippo di ser Andrea "de Perusio", non identificato dal Nicolini con il F., che nell'anno accademico 1438-39 riceveva un salario di 20 fiorini. Qualche anno più tardi, nell'anno accademico 1443-44, il F. compare in un elenco compilato dal notaio dei Savi dello Studio, impegnato nella lettura serale delle decretali. Nel 1449, in occasione della peste che costrinse molti perugini alla fuga, fu invitato insieme con altri professori a riprendere le lezioni al fine di conservare lo Studio, mentre l'anno successivo sottoscriveva insieme con altri docenti il giuramento solenne di rispettare gli ordinamenti cittadini.
Un decennio più tardi il F. si trasferì a Pavia. Negli elenchi dei professori dell'università di Pavia il F. risulta nominato alla lettura ordinaria già nel 1460, mentre una sua opera, la Disputatio in materia petitorii, venne pubblicamente discussa il 20 maggio 1461: si può quindi supporre che il trasferimento abbia avuto luogo all'inizio dell'anno accademico 1460-61. La presenza del F. a Pavia rientrava nelle diverse iniziative avviate dal duca Francesco I Sforza per rinvigorire il prestigio dello Studio. Forse l'insegnamento del F. fu successivamente interrotto per alcune mansioni alla corte milanese, come supposto dal Bini; il suo nome riappare negli elenchi dei professori del 1466, quando percepiva lo stipendio, abbastanza cospicuo, di 720 fiorini, aumentati in seguito a 790. Questa è l'ultima menzione nei documenti pavesi riguardante il F., il quale, nell'anno accademico 1466-67 si trovava già a Ferrara con un salario pari a 460 fiorini, inferiore, quindi, a quello percepito a Pavia.
I motivi del trasferimento del F. a Ferrara non ci sono noti, né la documentazione conosciuta fornisce qualche chiarimento. Una lettera di Francesco Ariosto, zio materno di Felino Sandei, raccomandante quest'ultimo a Ercole d'Este (21 dic. 1467), ci informa che il F. nell'estate di quell'anno fu afflitto da una grave febbre e si fece sostituire temporaneamente dal Sandei. Sempre nello stesso periodo, inoltre, lo Studium di Perugia, desideroso di riavere presso di sé il F., si era rivolto a Borso d'Este, signore di Ferrara, chiedendone il ritorno in patria. Dal tenore di due missive inviate in risposta da Borso alle autorità perugine, apprendiamo che il F. era stato minacciato, con l'avallo formale dell'autorità pontificia, di perpetuo esilio nel caso non fosse tornato al più presto a insegnare a Perugia.
Nonostante queste minacce, il F. rimase a Ferrara fino all'anno accademico 1469-70. Rientrò a Perugia poco prima della morte avvenuta il 13 sett. 1471.
Ben poco si sa della sua vita privata. Aveva sposato Antonia Crispolti, appartenente a una nota famiglia perugina, dalla quale non dovette avere figli.
Opere: il retaggio letterario del F. è assai ricco e il fatto che le sue opere vennero edite molto spesso nel corso degli ultimi anni del '400 ne attesta la fama e il prestigio; la storiografia non gli ha, al contrario, riservato, a partire dal Schulte, molti consensi, annoverandolo genericamente fra i pragmatici del diritto canonico. È comunque da sottolineare come il F. si sia distinto anche nel diritto civile, come attestano alcuni suoi consulti e un trattatello De usuris (opere manoscritte segnalate dal Dolezalek). La prima opera, che venne pubblicata quando il F. doveva essere ancora in vita, fu la lettura De appellationibus, edita a Perugia intorno al 1471, a cura dei tipografi tedeschi Petrus Petri "de Colonia" e Iohannes Nicolai "de Bamberga". L'opera del F. fu una delle prime a essere stampate a Perugia, insieme con le letture di Bartolo e di Baldo; di essa non conosciamo che il prezzo di vendita (2 ducati e 4 carlini); venne in seguito ristampata più volte, di nuovo a Perugia intorno al 1472, e in seguito a Siena, Venezia e Pavia (cfr. Gesamtkatalog der Wiegendrucke [=GW], nn. 10242-10247). L'edizione pavese del 15 dic. 1496 (GW, n. 10247) presenta una versione ampliata della lettura, basata su un manoscritto risalente al periodo in cui il F. insegnava in quella città, riportante varie addizioni autografe.
A Pavia vide la luce, nel 1489, la stampa della Repetitio c. si pater de testamentis, redatta dal F., come afferma l'explicit, nel 1447, e in seguito edita a Venezia e poi di nuovo a Pavia (GW, nn. 10252-10254).
Intorno al 1495 apparve a Milano la Disputatio in materia petitorii (GW, n. 10249), che era stata affrontata dal F. il 20 maggio 1461, quando era lettore ordinario a Pavia. La stessa opera apparve a Venezia nel 1499 (GW, n. 10250), a cura di B. Benagli, e il testo venne attinto: "ex ipso originali manu ipsius doctoris scripto et emendato".
Sempre nello stesso anno vennero edite, di nuovo a Venezia, una Lectura de regulis iuris in Sexto (GW, n. 10251) e la Lectura in Sexto Decretalium (GW, n. 10248). Quest'ultima fu pubblicata dietro l'interessamento di B. Vibi, avvocato concistoriale e giurista perugino; molti passi dell'opera, firmati "Philippus Francus Papiae", indicano che essa fu redatta nel corso dell'insegnamento pavese del Franchi.
La fortuna del F. in campo editoriale è attestata anche nel XVI secolo: la Disputatio in materia petitorii è presente nella raccolta Tractatus universi iuris (Venetiis 1584, III, 2, pp. 326-333), mentre un'estesa Repetitio de testamentis, in Sexto, unitamente alla già rammentata Repetitio c. si pater, venne edita nella raccolta Repetitiones iuris canonici, V, Coloniae Agrippinae 1618, rispettivamente alle pp. 393-416, 421-425.
Dell'attività di consulente svolta dal F. è noto un solo consilium, di carattere è prettamente civilistico, riguardante la materia testamentaria, stampato dallo Ziletti nel volume Responsorum quae vulgo consilia vocantur ad causas ultimarum voluntatum…, I, Venetiis 1581, pp. 125-129.
Fonti e Bibl.: P.F. Della Cornia, Consiliorum sive reponsorum volumen…, Venetiis 1582, II, c. 311; IV, c. 271v; C. Prelini, Serie cronologica dei professori dell'Università di Pavia…, in Memorie e documenti per la storia dell'università di Pavia…, I, a cura di A. Corradi, Pavia 1878, p. 55; C. Crispolti, Perugia augusta, Perugia 1648, p. 331; P. Pellini, Dell'historia di Perugia, II, Venetia 1664, pp. 573, 605; A. Oldoinus, Athenaeum augustum in quo Perusinorum scripta publice exponuntur, Perusiae 1678, p. 286; G. Panciroli, De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721, p. 367; Ch. Jöcher, Allgemeines Gelehrtenlexicon, II, Leipzig 1750, col. 702; S. Baluze, Miscellanea…, a cura di G.D. Mansi, III, Lucae 1762, p. 173; G.B. Audiffredi, Catalogus historico-criticus Romanarum editionum saeculi XV, Romae 1783, pp. 375 s.; V. Bini, Mem. istor. della perugina Università degli studi e dei suoi professori, I, 2, Perugia 1816, pp. 389-392, Appendice dei documenti, pp. 662 s.; G.B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini e notizie delle opere, II, 1, Perugia 1829, pp. 19-22; G. Tiraboschi, Storia della letter. italiana, III, Milano 1833, p. 73; J.F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts…, II, Stuttgart 1877, p. 342; G. Sacco Suardo, Lo Studio di Ferrara a tutto il sec. XV, in Atti della Deput. ferrarese di storia patria, VI (1894), pp. 166 s., 269, 272 s., 275, 277; G. Pardi, Lo Studio di Ferrara nei secoli XV e XVI con docum. ined., Ferrara 1903, pp. 103 s.; E. Besta, Legislazione e scienza giuridica dalla caduta dell'impero romano al secolo decimosesto, in Storia del diritto italiano…, a cura di P. Del Giudice, I, 2, Milano 1925, pp. 892 s., 898; A. Visconti, La storia dell'Università di Ferrara, Bologna 1950, pp. 24 s.; L. Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1860, a cura di G. Innamorati, I, Città di Castello 1959, p. 597; II, ibid. 1960, p. 252; U. Nicolini, Dottori, scolari, programmi e salari alla università di Perugia verso la metà del sec. XV, in Boll. della Deput. di storia patria per l'Umbria, LVIII (1961), pp. 147, 159; Th. Diplovatatius, Liber de claris iuris consultis pars posterior, a cura di F. Schulz - H. Kantorowicz - G. Rabotti, in Studia Gratiana, X, Bononiae 1968, p. 378; G. Ermini, Storia dell'Università di Perugia, I, Firenze 1971, ad Ind.; M.G. di Renzo Villata, Scienza giuridica e legislazione nell'età sforzesca, in Gli Sforza a Milano e in Lombardia e i loro rapporti con gli Stati italiani ed europei, Milano 1982, p. 80 n. 19; G.W. Panzer, Annales typographici ab anno 1501 ad annum 1536, II, Norimbergae 1794, pp. 263, 267, 380; XI, ibid. 1803, p. 337; G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zum römischen Recht bis 1600, XVIII, Frankfurt a.M. 1972, p. 232; G. Sapori, Antichi testi giuridici (secoli XV-XVIII) dell'Istituto di storia del diritto ital., I, Milano 1977, n. 1255; M. Ascheri - E. Brizio, Index repetitionum iuris canonici et civilis, Siena 1985, pp. 139 s.; L. Hain, Repertorium bibliographicum, II, nn. 7314-7321; G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, I, n. 1803; D. Reichling, Appendices ad Haini-Copingeri repertorium bibliographicum, n. 7317; Dictionnaire de droit canonique, VI, col. 1461; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, IX, nn. 10242-10254.