FICINI, Ficino
Nipote del filosofo umanista Marsilio Ficino, nacque probabilmente verso gli anni Settanta del sec. XV da Cherubino, fratello minore di Marsilio, e da Benedetta di Antonio di Lorenzo; ebbe due fratelli, Zanobi e Costanza.
Sul F. possediamo scarse notizie biografiche. L'evento più significativo della sua vita fu rappresentato dallo stretto e fertile rapporto che instaurò con lo zio Marsilio. Collaborò infatti attivamente con il filosofo aiutandolo negli ultimi anni di vita nella preparazione, con tutta probabilità, delle edizioni delle sue ultime opere, fra le quali le epistole (Ficino, Lettere, I, p. CCXIII), e svolgendo le mansioni di segretario esercitate per numerosi anni da ser Luca Fabiani. Per ricompensarlo dei servigi prestatigli, Marsilio Ficino lasciò in eredità al F. tutta la sua biblioteca e le sue carte (a parte un'opera di Platone in greco, che fu destinata a Lorenzo Pierfrancesco de' Medici), nonché tutta la suppellettile della villa di Careggi e un podere (Kristeller, Supplementum ficinianum, II, p. 196).
In seguito alla morte dello zio il F. continuò a dedicarsi agli studi intrapresi sotto la guida di Francesco Cattani da Diacceto, come membro del suo circolo di discepoli che annoverava Luigi Alamanni, Antonio Brucioli, Zanobi Buondelmonti, Iacopo da Diacceto, Alessandro de' Pazzi, Donato Giannotti, Pierfrancesco Portinari, Luca Della Robbia, Cosimo, Giovanni e Palla Rucellai, Filippo e Lorenzo Strozzi e Pier Vettori. Alla scuola del Cattani, che tenne lezioni private oltre che corsi di filosofia morale allo Studio fiorentino (nel 1502-04 e dal 1516 al 1521), il F. poté approfondire le proprie conoscenze di filosofia platonica, di cui il Cattani era divenuto un fedele cultore grazie agli insegnamenti di Marsilio Ficino. Attraverso il Cattani, frequentatore degli Orti Oricellari negli anni in cui vi si teneva viva la memoria di Lorenzo de' Medici in opposizione al governo di Piero Soderini (1502-06) e convinto sostenitore della casa medicea, il F. poté formarsi quegli orientamenti filomedicei che l'avrebbero portato alla morte per volontà dei rappresentanti dell'ultima Repubblica fiorentina.
La decisione di condannare a morte il F. maturò nel clima molto particolare che contrassegnò gli ultimi mesi della Repubblica di Firenze. I governanti della città si trovarono infatti a fronteggiare una situazione in cui alla strenua volontà di resistenza che aveva animato i cittadini nella lotta contro l'esercito imperiale cominciava lentamente a subentrare, con il perdurare dell'assedio, il desiderio di ristabilire la pace. Crebbero così i sospetti e si aggravarono le pene verso coloro che sembrarono appoggiare la causa dei Medici e tradire la Repubblica. Tale fu il caso di Lorenzo Soderini, di Carlo Cocco, di Antonio Canacci, di Agostino Del Nero. Tale fu il caso anche del F., al quale il tribunale della Quarantia comminò la pena capitale il 27 giugno 1530 per tradimento, dopo averlo sottoposto a tortura (Arch. di Stato di Firenze, Signori e Collegi: deliberazioni fatte in forza di ordinaria autorità. Registri, CXXXIII, cc. 51r-52r). La condanna a morte per decapitazione fu eseguita pubblicamente a Firenze.
Fonti e Bibl.: Oltre ai documenti citati nel testo si vedano all'Arch. di Stato di Firenze: Catasto S. Maria Novella, Gonfalone Leon Bianco, 1457, c. 559r; 1470, c. 222r; Decima repubblicana, Gonfalone Chiave, 1498, 33, cc. 55r-v, 522r; Notarile antecosimiano, G 429/3, c. 108r-v; M 238/2, cc. 17v-18r, 20r-21v; Ufficiali della Grascia: morti, 1567, c. 87r. Si vedano inoltre: Firenze, Biblioteca nazionale, ms. 101: B. Bonaccorsi, Diario, c. 5r-v; Poligrafo Gargani 810, nn. 32-34, 53, 57, 59, 8789; P. O. Kristeller, Supplementum ficinianum..., II, Florentiae 1937, pp. 196, 236 s., 334; Nuovi documenti per la storia del Rinascimento, a cura di T. De Marinis-A. Perosa, Firenze 1970, pp. 7, 42 e tav. XIV; M. Ficino, Lettere, I, Epistolarum familiarium liber I, a cura di S. Gentile, Firenze 1990, pp. XIV, LXXXII, CXV, CXXVII, CXXXVIII, CXLVI, CCXIII; F. Cattani da Diacceto, I tre libri d'amore, et con la vita del detto autore fatta da M. B. Varchi, Vinegia 1561, p. 186; E. Lapini, Commentarius de vita Francisci Catanei Jacei, c. 3v, in F. Cattani de Diacceto, Opera omnia, Basileae 1563; P. Giovio, Delle istorie del suo tempo, Vinegia 1572, II, p. 177; F. de' Nerli, Commentarij de' fatti civili occorsi dentro la città di Firenze dall'anno MCCXV al MDXXXVII, X, Augusta 1728, p. 221; Ricordi stor. di Filippo di Cino Rinuccini, a cura di G. Aiazzi, Firenze 1840, p. CXCV; B. Varchi, Storie fiorentine, II, Firenze 1843, p. 187; F. Villani, Liberde civitatis Florentiae famosis civibus, a cura di G. C. Galletti, Florentiae 1847, p. 190; I. Nardi, Istorie della città di Firenze, II, a cura di A. Gelli, Firenze 1858, p. 176; A. Della Torre, Storia dell'Accademia platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 43 s., 59, 96, 103, 482, 833; C. Roth, L'ultima Repubblica fiorentina, Firenze 1929, p. 390; P. O. Kristeller, Francesco da Diacceto and Florentine platonism in the sixteenth Century, in Misc. G. Mercati, IV, Città del Vaticano 1946, p. 298; Id., Studies in Renaissance thought and letters, Roma 1956, pp. 193, 322; R. Marcel, Marsile Ficin (1433-1499), Paris 1958, pp. 685, 687; V. M. Sicherl, Druckenmanuscripte der Platoniker-Ueberseztungen Marsilio Ficinos, in Italia medioevale e umanistica, XX (1977), p. 325; Marsilio Ficino e il ritorno di Platone. Studi e documenti, I, a cura di G. C. Garfagnini, Firenze 1986, pp. 36, 94, 131, 137, 141, 158, 172, 178 s., 186, 236 s., 279 s., 282; S. Gentile, Note sullo "Scrittoio" di Marsilio Ficino, in Supplementum festivum. Studies in honor of P. O. Kristeller, Binghamton, N.Y., 1987, pp. 358-361; M. E. Cosenza, Biogr. and biliogr. Dict. of Italian humanists, II, Boston 1962, p. 1394; V, p. 704.