FUGA, Ferdinando
Architetto, nato a Firenze nel 1699, morto a Roma nel 1781. A Firenze studiò con Giov. Batt. Foggini, ma si perfezionò a Roma, ove fu mandato giovane di 18 anni. Come prime sue opere si conoscono in Roma il portico di accesso al cortile prospiciente la chiesa di S. Cecilia (1725), a Napoli la cappella nel palazzo detto di Cellamare (1726); e la sua notorietà già in quegli anni doveva essere considerevole, se egli venne chiamato (1728) fino a Palermo per progettarvi un ponte sul fiume Milcia. Ma il periodo d'intensa attività per il F. comincia col 1730 quando, assunto al pontificato Clemente XII della famiglia fiorentina Corsini, fu nominato uno dei due architetti dei Palazzi pontifici. Fra le numerose opere erette da lui in Roma citiamo le più significative: l'ala del Palazzo del Quirinale detta "Manica Lunga" e l'unita palazzina (1732); il Palazzo della Consulta (1732-34); il Palazzo Corsini (1732-36); la chiesa di S. Maria della Morte (1733-37); la facciata di S. Maria Maggiore (1743-50); il palazzo Cenci-Bolognetti (già Petroni); il carcere delle donne a Porta Portese. Dal 1750 il F. trovò largo campo a Napoli, nei lavori di rinnovamento e di abbellimento della città promossi dal re Carlo di Borbone. Architetto di corte, costruì un gruppo cospicuo di edifici: la grande fabbrica dell'Albergo dei poveri (Lominciata nel 1751); la chiesa degl'Incurabili (1762-63); l'edificio della manifattura reale di porcellane (1772); i grandi magazzini detti "Granili" (1779); la chiesa di S. Filippo Neri o dei Gerolamini (intorno al 1780); i palazzi dei duchi Giordano e dei principi Caramanico.
Fecondo, sicuro del mestiere, fu artista equilibrato e nobilmente corretto in forme fedeli a una tradizione classica, in cui il barocco innesta con buon risultato elementi soprattutto decorativi. Le facciate dei suoi palazzi offrono una ripetizione di motivi armoniasa anche se di scarsa fantasia; pure, in questo campo il F. diede le sue opere migliori con le facciate dei palazzi della Consulta e Corsini. Fu anche eccellente costruttore per la saggia distribuzione degli spazî in rapporto al carattere utilitario degli edifici. (V. tavole XXXIX e XL).
Bibl.: F. Milizia, Memorie degli architetti antichi e moderni, 3ª ed., II, Parma 1781, p. 380 seg.; K. Escher, Barok und Klassizismus, Lipsia 1910, pp. 46, 76, 142; F. Noack, in Thieme-Becker, Künstler-Lexicon, XII, Lipsia 1916; A. E. Brinckmann, Baukunst des 17. und 18. Jahrhunderts in den romanischen Ländern, Berlino-Neubabelsberg 1915, passim.