FOSSI, Ferdinando
Nacque a Firenze nel "popolo" di S. Apostolo (oggi Ss. Apostoli e Biagio) il 19 ag. 1720 da Paolo e Claudia Vittoria Zaballi. Fece gli studi umanistici presso i gesuiti del convento di S. Giovannino, dove ebbe maestro G. Lagomarsini, a cui prestò aiuto, insieme con altri condiscepoli, nella preparazione dell'edizione delle opere di Cicerone. Studiò anche il greco con A.M. Ricci, la teologia nel seminario fiorentino con G.C. Barsotti, la filosofia nella badia cassinese.
Dopo aver conseguito la laurea in teologia presso lo Studio fiorentino, fu prescelto nel dicembre 1747 dall'arcivescovo F. Incontri a sostituire B. Bianucci nella cattedra di filosofia del seminario di Firenze. Il F. cominciò a tenervi le lezioni l'8 marzo 1748. Nel corso dei dodici anni d'insegnamento egli organizzò alcune accademie filosofiche coi suoi migliori allievi, tra cui G.M. Lampredi e G. Perini, maturando anche un crescente interesse per l'erudizione storica e bibliografica. Nel 1760 lasciò la cattedra di filosofia, essendo stato nominato proposto dell'oratorio di Orsanmichele dall'imperatore Francesco Stefano di Lorena granduca di Toscana e sottobibliotecario della Magliabechiana per la compilazione degli indici della Biblioteca Palatina. Compì anche diversi viaggi in Italia, Francia, Spagna e Inghilterra, stringendo relazioni con molti letterati europei.
Le sue prime opere furono di carattere biografico, quale l'Elogio istorico di Antonio Cocchi letto nel 1759 nella residenza della Società botanica, premesso ai Discorsi del Cocchi (Firenze 1761), o erudito, come le Lettere di Niccolò Machiavelli che si pubblicano per la prima volta… (Firenze 1767), relative alle legazioni compiute dal Machiavelli tra il 1502 e il 1506.
Sebbene arricchita da una prefazione e da brevi note storiche, l'edizione curata dal F. con l'aiuto di G. Bencivenni Pelli non riveste un particolare significato ideologico politico. L'opera fu finanziata da lord Cowper, dal quale il F. ebbe lo stimolo "a proseguire quelli studi, che recar sogliono utilità e diletto" (cfr. la bozza della dedica e altri documenti in Arch. di Stato di Firenze, Archivio della Soprintendenza, Archivio diplomatico, f. II). Sempre al Cowper è dedicata l'operetta La trappola. Poema latino del chiarissimo signore Holdsworth inglese stampato in Firenze, colle note del sig. F. F. dottore in sacra teologia… (Lucca 1767).
Il F. ricevette incarichi speciali dal granduca Pietro Leopoldo. Il 31 ott. 1769 gli fu commissionato, insieme con C. Bonsi e R. Galluzzi, il riordino delle carte della "Segreteria vecchia", ossia dei documenti dei granduchi medicei (Arch. di Stato di Firenze, Segreteria di Stato, f. 104 ins. 1).
Nella Relazione del 24 dic. 1770, dovendo stendere il piano di lavoro, il F. e i suoi colleghi proponevano, per ragioni d'opportunità, di procedere allo spoglio delle oltre 6.500 filze che componevano il fondo nel rispetto delle strutture e della configurazione archivistica ormai assunte, anche se ciò comportava la rinuncia a un ordinamento formalmente più sistematico e razionale. Al termine del lavoro d'inventariazione nel 1777 fu compilato un Indice generale della Segreteria vecchia in 19 volumi - tradizionalmente chiamati "spogli rossi" per il colore della loro legatura -, contenenti "tutti i corredi e schiarimenti opportuni per rendere più utili le memorie comprese in quella raccolta" (Ibid., f. 86 sotto la data 31 ott. 1769) e 3 volumi di spogli di pergamene appartenenti allo stesso fondo. Nell'impossibilità materiale di operare una schedatura che andasse oltre le singole unità archivistiche, gli spogli e gli indici approntati dal F. e dai colleghi furono condizionati, ovviamente, dall'assunzione d'un criterio valutativo da essi identificato nell'esigenza di annotare "tutto ciò che potesse interessare il Governo, la curiosità istorica la letteratura e le belle arti" (cfr. Bellinazzi - Lamioni, p. LVIII).
Pochi mesi dopo la conclusione del lavoro sulle carte medicee il F. venne promosso vicebibliotecario della Magliabechiana con motu proprio 7 marzo 1778. Nove mesi più tardi (4 genn. 1779) Pietro Leopoldo gli affidò il delicato ufficio di direttore dell'Archivio diplomatico, appena istituito.
In questa veste il F. ebbe il compito di procedere allo spoglio delle pergamene che via via vi confluivano dai diversi enti ecclesiastici soppressi, alla loro classificazione per fondo e collocazione in armadi "in tanti separati mazzetti secondo il rigoroso ordine cronologico, così che immediatamente possa ritrovarsi qualunque carta purché se ne sappia la data precisa", alla compilazione d'un indice dei notai dall'VIII secolo fino all'età moderna e d'un altro indice generale (cfr. Arch. di Stato di Firenze, Arch. della Soprintendenza, Archivio diplomatico, f. I, rapporti al granduca del 1784 e del 1785). Giunto quasi al termine delle operazioni archivistiche (80.000 pergamene spogliate, indice alfabetico dei notai e dei testamenti parzialmente redatti), il F. manifestò lo scopo storico erudito che lo aveva animato: oltre a chiarire, integrare e rettificare quanto si leggeva in autori come F. Ughelli e L.A. Muratori circa le vicende dell'età medievale, si doveva compilare un "indice a parte delle diverse materie e notizie relative all'istoria ecclesiastica e civile della Toscana", vero e proprio preliminare d'un codice diplomatico toscano (Ibid., rapporto del 1792).
Parallelamente agli impegni di carattere archivistico e bibliotecario, il F. andò maturando, come sacerdote, una viva consapevolezza delle idee di riforma religiosa. Già negli anni 1772 e 1773 egli era intervenuto, come proposto di Orsanmichele, nella causa che opponeva alcuni parroci della diocesi agli ordini religiosi e confraternite fiorentine per eliminare "alcuni abusi in pregiudizio de' diritti parrocchiali della loro chiesa" in materia funeraria (cfr. Prato, Bibl. Roncioniana, ms. U-V-6).
Proprio su questa materia, che si collegava alle rivendicazioni "parrochiste" e alle aspirazioni a una "pietà illuminata" dei fedeli, il F. sembra cominciasse la sua collaborazione al periodico "giansenista" Annali ecclesiastici (cfr. la Lettera anonima pubblicata nel numero del 29 dic. 1780 e continuata nel numero del 12 genn. 1781). Non mancò l'intervento di Scipione de' Ricci che il 17 genn. 1781 lo incoraggiò a completare un'opera che aveva ideato "perché i fedeli vengano a concepire delle giuste idee in questa materia in cui se ne manca" (Bibl. Roncioniana, ms. cit.).
Il legame del F. col Ricci e col gruppo dei suoi fautori fiorentini si venne rinsaldando negli anni seguenti. Nella casa del F. si riunivano in conversazione R. Tanzini, B. Follini, A. Longinelli, V. Bucelli e si teneva un'accademia dove si discutevano i problemi politico-religiosi.
Il 14 giugno 1782 il F. inviò al Ricci in esame un saggio "sull'Indice romano dei libri proibiti", che anticipava un'opera o trattato concepito in due parti: nella prima intendeva mostrare che l'Indice non era mai stato ufficialmente accettato dal governo toscano, nella seconda avrebbe indicato "tutti gli errori della più seria importanza" che vi erano contenuti anche sulla scorta di notazioni fatte dal Magliabechi all'edizione del 1670.
Se nulla sappiamo circa gli sviluppi di questo trattato, siamo tuttavia meglio informati su altre pubblicazioni. Nel numero del 30 ag. 1782 degli Annali ecclesiastici apparve una sua Lettera sopra il monastero del Paradiso… (cfr. il manoscritto e l'estratto dell'articolo in Arch. di Stato di Firenze, Archivio della Soprintendenza, Arch. diplom., f. II), di carattere storico-erudito, mentre fra il 1782 e il 1783 egli curò, insieme con B. Follini e R. Tanzini, l'edizione (incompleta) delle Opere del Machiavelli (6 voll., Firenze), apparse sotto il patrocinio di Pietro Leopoldo e di Scipione de' Ricci e dedicate anch'esse a lord Cowper. Secondo il Melzi, o il F. o il Tanzini sarebbero gli autori delle Notizie appartenenti alla vita e agli scritti di Nicolò Machiavelli…, che furono stampate anche a parte nel 1782.
A coronamento della sua carriera nella Magliabechiana, il 10 genn. 1783 il F. venne nominato primo bibliotecario, succedendo a G. Targioni Tozzetti.
In questa carica si trovò a fungere da segretario perpetuo dell'Accademia fiorentina. Pietro Leopoldo, infatti, il 7 luglio dello stesso anno soppresse la vecchia Accademia fiorentina, quella della Crusca e degli Apatisti per formarne una sola chiamata Fiorentina, i cui soci si dovevano riunire nella Biblioteca Magliabechiana e avvalersi del bibliotecario per fissare le adunanze, carteggiare con l'esterno, dare conto annualmente al granduca dell'attività interna. Nel novembre 1785 il F. presentò una relazione sui lavori preparatori del nuovo vocabolario della Crusca e, facendo parte della commissione ristretta nominata da Pietro Leopoldo, partecipò alle diverse adunanze straordinarie per scegliere gli studiosi che dovevano compilare il dizionario.
L'accumulo di diversi uffici permise al F. di vivere con agiatezza. Nell'estate 1783 il suo stipendio di direttore dell'Archivio diplomatico (1.260 lire) venne accresciuto d'una pensione di 100 lire per l'abolizione dell'insegnamento di storia che teneva da anni nello Studio fiorentino, cosicché, sommate queste cifre all'altro stipendio di 840 lire per l'impiego di bibliotecario della Magliabechiana, egli percepiva complessivamente ben 3.100 lire fiorentine l'anno.
Godendo la fiducia e la confidenza di Pietro Leopoldo e di alcuni dei principali ministri, il F. ottenne l'incarico di revisore della stampa per le opere di belle lettere o di carattere politico-religioso (cfr. Arch. di Stato di Firenze, Reggenza, ff. 626-628, e Arch. della Soprintendenza, Arch. diplomatico, f. II). I suoi pareri attestano un atteggiamento spiccatamente anticuriale accompagnato da una discreta apertura alle novità culturali, come nel caso della seconda edizione de La Chiesa e la Repubblica dentro i loro limiti (Amsterdam [Firenze] 1783) di C. Amidei.
Negli anni 1790-91 pubblicò nelle Novelle letterarie una serie di Lettere bibliografiche su diversi incunaboli conservati nelle biblioteche fiorentine, nel 1791 i Monumenta ad Alamanni Rinucci vitam contexendam ex mss. codd. plerumque eruta, nel 1793 il Catalogus codicum saeculo XV impressorum qui in publica Bibliotheca Magliabechiana Florentiae adservantur (3 voll., Firenze 1793-95).
Nella compilazione di questa faticosa opera in folio fu aiutato da V. Follini. Nella prefazione al primo volume dava conto del metodo seguito nella catalogazione, tesseva un breve elogio di A. Magliabechi e quindi passava a illustrare i codici non per ordine cronologico ma alfabetico per autori, provvedendo qua e là a correggere false attribuzioni e a fornire utili indicazioni per chiarire dubbi ed eliminare errori.
L'11 luglio 1799, dopo una perquisizione, venne arrestato per ordine del governo come "uno dei componenti il club giansenistico e democratico che si teneva in casa del vescovo Ricci", dovette subire il carcere per alcuni giorni e giustificare la sua innocenza rispetto alle imputazioni. Di questa dolorosa vicenda tenne un diario compilato fino quasi alla morte, avvenuta a Firenze il 12 dic. 1800.
Fonti e Bibl.: Necr. di V. Follini, in Gazzetta universale, 27 dic. 1800; Carteggi di giansenisti liguri, a cura di E. Codignola, II, Firenze 1941, pp. 196 s.; Lettere a G. Pelli Bencivenni 1747-1808. Inventario e documenti, a cura di M.A. Timpanaro Morelli, Roma 1976, ad Indicem; C. Amidei, Opere, a cura di A. Rotondò, Torino 1980, ad Indicem; E.W. Cochrane, Tradition and enlightenment in the Tuscan Academies, 1690-1800, Roma 1961, pp. 86, 162, 199; C. Cannarozzi, I collaboratori giansenisti di Pietro Leopoldo granduca di Toscana, in Rass. stor. toscana, XII (1966), pp. 43 s.; G. Turi, "Viva Maria". La reazione alle riforme leopoldine (1790-1799), Firenze 1969, pp. 167 s.; L. Neppi Modona, Il diario delle persecuzioni di F. F. negli anni 1799-1800, in Rass. stor. toscana, XV (1969), pp. 151-201; A. Bellinazzi - C. Lamioni, Introduzione, in Carteggio universale di Cosimo I de Medici. Inventario, I, Firenze 1982, pp. LVII s.; S. Parodi, Quattro secoli di Crusca 1583-1983, Firenze 1983, pp. 120 s.; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana, Firenze 1805, pp. 392 s.; B. Gamba, Serie dei testi di lingua dal secolo XIV al XIX, Venezia 1839, nn. 627 s.; G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime…, I, Milano 1848, p. 243; II, ibid. 1852, pp. 243 s.; C. Frati, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani, p. 236.