FREILIGRATH, Ferdinand
Poeta tedesco nato a Detmold il 17 giugno 1810, morto a Cannstadt il 18 marzo 1875. Avviato dapprima al commercio marittimo, tenne per sei anni un posto di contabile ad Amsterdam. Ma lo stesso ambiente in cui viveva, diede alimento e ali ai suoi sogni di romantico. Nel '35 inviò qualche saggio poetico all'Almanacco delle Muse; Chamisso e Schwab lo incoraggiarono. Poco dopo il Cotta gli pubblicò la prima raccolta di liriche (Gedichte, 1838) che subito assicurarono la sua fama di poeta. C. Brentano lo paragonò, per alcuni canti, al Byron; il re di Prussia, su sollecitazione di A. von Humboldt, gli concesse una pensione. Trasferitosi prima a Darmstadt, poi a Unkel sul Reno, il F. conobbe qui il Hoffmann von Fallersleben che lo guadagnò al partito liberale. Il romantico apre ora gli occhi alla realtà e diventa poeta rivoluzionario. Rinuncia alla pensione e pubblica i canti della sua professione di fede (Mein Glaubenbekenntnis, 1846). Prevedendo persecuzioni, si rifugia nel Belgio, in Svizzera e poi a Londra. Sta per imbarcarsi per l'America, quando scoppia la rivoluzione del '48. Tornato a Düsseldorf, è salutato come uno dei capi del partito democratico. A Colonia redige con C. Marx la Neue Rheinische Zeitung. Processato per il poemetto Die Toten an die Lebenden, è assolto, ma col trionfo della reazione è di nuovo costretto a espatriare. Passò quasi un ventennio a Londra, con un impiego in banca. Tornò in Germania solo nel 1868.
Le prime liriche vogliono dare la visione d'un mondo esotico e lontano, ricco di contrasti di tono e di colore. Il Rückert e il Platen e, prima, il Goethe, avevano cantato l'Oriente, il Lenau aveva celebrato il Nuovo Mondo; il F. è affascinato dall'Africa misteriosa (v., fra le migliori, le ballate Der Löwenritt, Der Mohrenfürst, ecc.). In genere, però, queste liriche tradiscono la mancanza di osservazione diretta e troppo risentono dell'imitazione da modelli stranieri, specie dalle Orientales di V. Hugo. Più aderenti allo spirito del poeta, animate da sinceri accenti di amor patrio, per quanto spesso piene di ridondanze verbali e non immuni da artifizio, sono le liriche politiche, pubblicate in varie raccolte dal 1841 al 1876. Del 1841 - l'anno di nascita della lirica politica rivoluzionaria tedesca - è il suo Aus Spanien, esaltazione, attraverso il sacrificio, dello spirito di parte; i successivi canti (Neuere politische und soziale Gedichte, 1849-51), vogliono essere squilli di tromia, inviti infiammati alla lotta, perché la Germania, per il troppo pensare e riflettere, non perisca nell'inazione. La guerra del '70 gl'ispirò ancora: Die Trompete von Gravelotte, pervaso di profondo sentimento di umanità. L'ultima raccolta Neue Gedichte, 1876, comprende infine componimenti d'occasione, spesso di tono bonariamente umoristico, interessanti per conoscere l'uomo, ma poeticamente poco significativi. Numerose ed eccellenti sono invece le sue traduzioni dal francese (Hugo) e dall'inglese (Spenser, Burns e Longfellow). Della sua attività poetica qualcosa è restato: frammenti vivi e coloriti di una Tendenzpoesie che parve grande e infiammò i cuori dei contemporanei, anche se si attirò gli avvelenati strali di Heine (Atta Troll).
Ediz.: Gesammelte Dichtungen, 6 voll., Stoccarda 1877. Fra le molte ediz. che seguirono v. quelle a cura di L. Schröder, 2ª ed., 6 voll., Lipsia 1926; di E. Schmidt-Weissenfels, 3 voll., Berlino s. d.; di J. Schwering, 6 voll., Berlino 1910. Per l'epistolario, oltre i 2 voll. di W. Bücchner, F.F. Ein Dichterleben in Briefen, Lahr 1881-2, v. F. s. Briefe edite dalla figlia Luisa Wiens, Stoccarda 1910; F.s Briefwechsel mit K. Marx, in Die Neue Zeit, Supplemento XII (1912). Cfr. inoltre il carteggio con Kinkel in M. Bollert, F. und Kinkel, Bomberg 1916.
Bibl.: E. Schmidt-Weissenfels, F., eine Biographie, Berlino 1876; G. Freiligrath, Erinnerungen an F. F., Minden 1889; K. Richter, F. als Übersetzer, Berlino 1895; P. Besson, F. F., Parigi 1899; L. Schröder, F. F., Lipsia 1907; Volbert, F. als politischer Dichter, 1907; E. G. Gudde, F.s Entwicklung als politischer Dichter, Berlino 1922.