FEDERICO Gonzaga, primo duca di Mantova
Nato nel 1500 da Francesco e dalla celebre Isabella d'Este, morto il 28 giugno 1540. Nel 1510 fu dato ostaggio a Giulio II, come pegno della politica del padre, appena liberato dalla prigionia veneziana. Nel 1515 fu ostaggio di Francesco I, re di Francia. Marchese di Mantova nel 1519, fu nominato da Leone X capitano generale della Chiesa; combatté con fortuna nel 1521 a Parma e a Milano. Sotto Adriano VI riuscì a fare scomparire dall'archivio vaticano la cedola che lo impegnava a combattere per il papa contro l'imperatore; scoperta la cosa da Clemente VII, fu nondimeno confermato nella carica. Nel 1526-27 favorì segretamente la politica imperiale in Italia e lasciò passare per il Mantovano i Lanzichenecchi del Frundsberg. Mentre era ancora in fasce, era stato promesso alla figlia del Valentino; caduti i Borgia, fu fidanzato con Maria Paleologo, figlia di Guglielmo marchese del Monferrato, e nel 1517 celebrò il matrimonio senza consumarlo per l'età della sposa. Poi, invischiatosi in altri amori, specialmente con Isabella Boschetto, ottenne nel 1528-29 da Clemente VII l'annullamento dell'unione contratta con Maria. L'8 aprile 1530 con solenne cerimonia fu creato duca di Mantova da Carlo V, che gli destinò in moglie Giulia d'Aragona. Ma poco dopo, morto il giovane marchese del Monferrato, fratello di Maria, che diveniva così erede del feudo, si sciolse dall'impegno con Giulia e fece da Clemente VII revocare il precedente decreto di annullamento. Invece di Maria, morta improvvisamente, ne sposò la sorella Margherita (3 ottobre 1531). Spentosi anche il marchese Giov. Giorgio, ultimo dei Paleologi, riuscì dopo lunga causa (1533-1536) a far concedere da Carlo V l'investitura del Monferrato a Margherita e poco dopo fu riconosciuto marchese del Monferrato. Ebbe cinque figli, Francesco, Guglielmo, Ludovico, Isabella e Federico, nato postumo. Tenne corte brillantissima. Fra i letterati, i più celebri frequentatori furono B. Castiglione, M. Bandello, M. Equicola e, per breve tempo, l'Aretino; fra gli artisti più illustri Giulio Romano e il Primaticcio. Al Tiziano ordinò i famosi Cesari. Aprì in Mantova studî pubblici; vi chiamò l'arazziere Niccolò Carcher; arricchì la galleria di quadri fiamminghi; fece erigere la palazzina della Paleologa, la villa di Marmirolo, il palazzo del Tè.
Bibl.: A. Luzio, Isabella d'Este e i Borgia, in Arch. st. lomb., 1914-15; id., Federico Gonzaga in ostaggio alla corte di Giulio II, in Arch. della Soc. rom. di stor. patria, 1886; id., Isabella d'Este e Leone X dal congresso di Bologna alla presa di Milano (1515-1521), in Arch. st. ital., 1907, pp. 9, 10; id., Pietro Aretino nei suoi primi anni a Venezia e la corte dei Gonzaga, Torino 1888; id., Isabella d'Este e il sacco di Roma, in Arch. stor. lomb., 1908; id., Isabella d'Este e Giulio II, in Riv. d'Italia, dicembre 1909; id., Isabella d'Este di fronte a Giulio II negli ultimi tre anni del suo pontificato, in Arch. st. lomb., 1912; id., L'archivio Gonzaga di Mantova, Verona 1922; S. Davari, F. G. e la famiglia Paleologa del Monferrato, in Giorn. Ligustico, 1891; P. Marchisio, L'arbitrato di Carlo V nella causa del Monferrato, in Atti della R. Acc. delle scienze, Torino 1907.