età (etade; etate)
Il sostantivo ha un alto numero di occorrenze, distribuite tuttavia in modo assai poco uniforme, sì che più di ottanta di esse compaiono nel Convivio; e di queste una settantina sono raggruppate nei capitoli XXIII-XXVIII del quarto trattato. Si tratta del lungo passo in cui D. spiega la divisione della vita umana in quattro e., e dunque qui il termine ha il valore di " periodo in cui si suddivide la vita umana ", " grado della vita dell'uomo ".
Afferma D. che la vita dell'uomo in quattro parti si divide, e chiamansi quattro etadi (Cv IV XXIII 12); la prima, detta Adolescenzia (XXIV 1), è porta e via per la quale s'entra ne la nostra buona vita (§ 9). La seconda e. è Gioventute, cioè ‛ etade che puote giovare ' (§ 1), e ad essa è necessaria la obedienza (§ 12), come pure la soavitade, la vergogna e l'adornezza corporale (§ 11), e lealtade, cortesia, amore, fortezza e temperanza (XXVI 15). La terza etade, cioè senettude (XXVII 1), è la piena maturità dell'uomo: Conviensi... a questa etade essere affabile (§ 16), essere largo (§ 12, due volte), essere giusto (§ 10); infatti questa... vertù, cioè giustizia, fue veduta per li antichi filosofi apparire perfetta in questa etade, sì che lo reggimento de le cittadi commisero in quelli che in questa etade erano (§ 10), e perciò più pare che lei l'uomo ascolti che nulla più tostana etade (§ 16). Infine c'è l'ultima etade, cioè... senio (XXVIII 1): benedice... la nobile anima in questa etade li tempi passati (§ 11), e rendesi... a Dio (§ 7). L'intera esposizione aveva preso spunto dai versi della canzone Le dolci rime, in cui si descrive l'ideale comportamento della nobile anima nei diversi periodi della vita (Ubidente, soave e vergognosa / è ne la prima etate, 126 ss.). Le quattro e. sono talora chiamate semplicemente con l'aggettivo ordinale: la prima etade (Cv IV XXVI 3), la seconda (XXIV 3), la terza etade (XXVII 4). Così si veda Pg XXX 125 come in su la soglia fui / di mia seconda etade e mutai vita (che il Buti interpreta come allegoria del secondo stadio della teologia: " due sono l'etadi de la Teologia ... la prima giovanile, la seconda virile "). Perfetta etade (Cv IV XXIV 2) è l'e. matura, la " terza età ", la Senettute. Infine lunga etade è il ‛ senio ', l'estrema vecchiaia dell'uomo (Vn III 1, Cv IV XXVIII 8 e 9).
In altri casi numerosi, la parola si riferisce a singole persone: in Vn II 3 è ricordata la giovanissima etade di Beatrice; l'età novella di Uguccione e del Brigata (If XXXIII 88) si ritrova in Pd XVII 80 (Non se ne son le genti ancora accorte / per la novella età di Cangrande), e in Vn XXIII 17 1 Donna pietosa e di novella etate (già citato al § 16 e ricordato in VE II XI 8). Con lo stesso aggettivo compare in Cv IV Le dolci rime 105 (ripreso in XIX 8 e 9), ma in questo passo c'è chi interpreta età novella come indicante, in traslato, non tanto l'" età " quanto la persona stessa che è in tale e. (in donna e in età novella sarebbe perciò una dittologia sinonimica; a meno che non si debba spiegare, invece, come un'endiadi: " in donna di età novella ").
Altri casi in cui e. ha questo significato: Vn XXXIX 1, Cv I I 17 (due volte), IV 2, IV IX 15 (etade sofficiente a ministrare), XVI 5, XIX 10 (li pargoli e imperfetti d'etade), XXIII 4, XXIV 2, 3 (due volte), 7 (tre volte), 8 (due volte), 9, 15 e 16 (due volte), XXV 1 (due volte), 3 (due volte), 4 (quattro volte), 10 e 11, XXVI 4, 8, 10, 11, 12 (tre volte, di cui una in integrazione) e 14 (due volte), XXVII 2, 13, 16, 17 e 20, XXVIII 13, 16 (anche qui si potrebbe intendere e. come indicante la persona: dice infatti Marzia di essere stata a due etadi fruttifera, ovvero " feconda in due età " oppure " feconda per due età, per due persone " [aveva avuto due mariti]) e 19, XXIX 1.
In senso estensivo, la parola viene a significare " il tempo trascorso da quando uno è nato ", " gli anni di vita " di una persona, insomma, per estensione, " la vita ". Si veda l'esempio di Cv IV XXIII 10 lo nostro salvatore Cristo ... volle morire nel trentaquattresimo anno de la sua etade, e più ancora al § 11 al trentacinquesimo anno di Cristo era lo colmo de la sua etade, Cristo era all'acme della sua " vita " sui trentacinque anni. Cfr. If XV 51 mi smarri' in una valle, / avanti che l'età mia fosse piena, così spiegato dal Buti: " puossi intendere che si smarrì dalla via diritta, incominciando fino dalla puerizia, et avvidesene poi, quando fu nell'età piena... ". Così in Cv IV XXIII 12 (una parte de la nostra etade) e XXVII 2 (a ciascuna parte de la nostra etade è data stagione a certe cose, e certo corso ha la nostra buona etade; cfr. in Busnelli-Vandelli riportato il passo del De Senectute che D. aveva presente).
Così la lunga etate di Anchise è " la lunga vita " del padre di Enea (Pd XIX 132), morto vecchissimo a Drepano, in Sicilia. Interessante il passo di If XXVII 80 Quando mi vidi giunto in quella parte / di mia etade ove ciascun dovrebbe / calar le vele e raccoglier le sarte, ove la vecchiaia non è più considerata un'e., ma la parte dell'e., ossia " il periodo della vita " in cui " ognuno si dovrebbe spiccare dalle cose del mondo " (Buti; e cfr. Cv IV XXVIII 7-8).
Si viene poi all'ulteriore estensione di significato per cui e. non equivale più al latino aetas, bensì a aevum, o addirittura a saeculum. Il sostantivo infatti significa talvolta " tempo ", " epoca ", " periodo " non più della vita umana ma della storia dell'universo. Ad esempio, la scalinata di S. Miniato a Firenze, fu fatta ad etade / ch'era sicuro il quaderno e la doga (Pg XII 104), " in un'età in cui i registri e le misure pubbliche non correvano pericolo di essere falsificati " (Sapegno). Così si potrà dire ne la etade di Laomedonte e ne la etade di Dardano, per dire " all'epoca di Laomedonte ", " al tempo di Dardano " (Cv IV XIV 14); la perfettissima etade di Roma è all'epoca di Augusto (V 10). Il mondo ha conosciuto diverse e., dalle classiche e. dell'oro (Pg XXVIII 140), dell'argento, del ferro, fino alle più recenti; le prime etadi (Pd XXXII 79) erano felici e oneste (cfr. Pg XVI 122 Ben v'èn tre vecchi ancora in cui rampogna / l'antica età la nova), mentre quelle più recenti sono degne di esser chiamate etati grosse (Pg XI 93: " età rozze ed oscure: di decadenza ", Grabher); insomma, poco manca alla fine del mondo, o a una definitiva palingenesi: noi siamo già ne l'ultima etade del secolo (Cv II XIV 13), " nell'ultimo periodo della storia del mondo ". L'uso di e. più che traslato è metaforico in Pg II 9 le vermiglie guance... de la bella Aurora per troppa etate divenivan rance: " per troppa etate, idest, moram, quia nimis steterant ante conspectum solis venientis cum splendore magno " (Benvenuto); infatti la metafora delle guance dell'Aurora porta con sé l'idea del passare del tempo che fa cambiare da pallido in rosso il colore del volto della dea.