ESIONE (῾Ησιόνη, Hesiŏne, Hesiŏna)
Figlia di Laomedonte, signore di Troia.
Poiché il padre non volle pagare a Posidone e ad Apollo le mercedi pattuite per l'erezione delle mura della città, Posidone mandò un mostro marino ad infestare il paese e Laomedonte fu indotto da un oracolo ad esporre al mostro E. legata ad una roccia, promettendo poi al salvatore i cavalli donatigli da Zeus. Eracle liberò E., ma ingannato da Laomedonte per la sostituzione dei cavalli, distrusse la città aiutato dal fedele Telamone. Donò a questi E., concedendole di riscattare un prigioniero. E. scelse Podarce, che da allora prese il nome di Priamo. Da E. e da Telamone nacque Teucro.
Le rappresentazioni figurate di E., sono per lo più nel genere di quelle di Andromeda e talvolta è incerto il riferimento all'una o all'altra leggenda. Nel repertorio vascolare, la raffigurazione di E. è poco frequente. Nella scena della liberazione da parte di Eracle, abbiamo una sola kölix a figure nere, di produzione attica a Taranto, circa della metà del VI sec. che è la più antica rappresentazione del mito, in cui Eracle è intento a tagliare la lingua al mostro, mentre E. segue ansiosamente l'azione; un cratere attico a volute, a figure rosse a Napoli; un cratere etrusco a colonnette, del IV sec. a. C. a Perugia, con le due scene di Eracle ed E. ed Eracle e il mostro (in cui peraltro si vuol riconoscere anche l'avventura di Giasone), come pure di produzione etrusca E. appare su uno specchio del IV sec. a Perugia accanto però a Telamone; infine un cratere a calice di produzione campana a Monaco. Incerta è l'identificazione con E., Eracle e Laomedonte di tre personaggi di un'anfora di Napoli con scena di teatro. Il mito è rappresentato frequentemente su pitture, tutte di Pompei, e rilievi tardo-romani. Plinio menziona una pittura di Antiphilos (Nat. hist., xxxv, 114), a cui forse risale un passo di Filostrato (ii, 412) e un'altra, anch'essa forse con l'avventura di E., di Artemon (Plin., Nat. hist., xxxv, 139). Le pitture ci conservano le rappresentazioni di E., nuda, accompagnata da una figura panneggiata, che incontra Eracle davanti alle mura di Troia e al monte Ida; in una pittura è raffigurata E. ricondotta da Eracle ai suoi che escono dalla porta della città, mentre in un'altra scena della medesima pittura E. è effigiata prigioniera. Nelle pitture e nel mosaico di Villa Albani e in quello di Avignone che rappresentano E. incatenata alla roccia, Eracle sta con arco e dava accanto a lei. Si è avanzata l'ipotesi che il mostro di Villa Albani derivi dalla pittura di Antiphilos e che al medesimo prototipo risalga anche una raffigurazione di Piazza Armerina. In alcune di tali raffigurazioni compare anche Telamone che libera E. dai ceppi. In una pittura, pervenuta in due repliche, è invece rappresentata, a quel che sembra, E. che riscatta il fratello da Eracle, a prezzo della veste. Nella casa di D. Ottavio Quartione a Pompei è raffigurato il ciclo della leggenda di E. e cioè: uccisione del mostro e liberazione di E.; Telamone che, presente Eracle, chiede a Laomedonte i cavalli promessi per la liberazione; Eracle che uccide Laomedonte, invano difeso da E.; le nozze di Telamone e di E. in presenza di Eracle che investe Priamo fanciullo del regno di Troia. Salvo un frammento di sarcofago già a Roma, ora disperso, con E. vestita, incatenata alla roccia, Eracle che sta per scoccare la freccia e Telamone, gli altri numerosi rilievi provengono tutti da zone di provincia, dalla Pannonia e specialmente dalla Gallia, e rappresentano sempre l'eroe con la clava o appoggiata in terra o alzata per colpire il mostro che minaccia la fanciulla legata alla roccia. Tra questi i più notevoli sono un sarcofago di Treviri e due rilievi di Intercisa, molto simili a uno di Briançon. Oltre che nel rilievo menzionato, già a Roma, Eracle che tende l'arco contro il mostro è rappresentato in uno stucco della basilica di Porta Maggiore, a Roma, su un'ara di Durlach, su un rilievo fittile del Louvre, molto restaurato, e su un bel cammeo in vetro di Berlino, in cui E. libera, siede su una roccia. Forse nella testa di donna accanto a quella di Eracle in un rilievo da Tivoli ora a Fulda si deve riconoscere Esione.
Monumenti considerati. - Coppa a Taranto: F. Brommer, in Marburger Winckelmannsprogramm, 1955, tav. 3. Cratere a Napoli: F. Brommer, Satyrspiele, fig. 1, n. 4; J. D. Beazley, Red-fig., p. 849, 1. Cratere di Perugia: J. D. Beazley, Etrusc. Vase Painting, p. 124 ss., 301. Specchio etrusco: E. Gerhard, Etrusk. Spiegel, v, tav. 65. Cratere a Monaco: F. Brommer, in Marburger Winckelmannsprogramm, 1955, tav. 4; M. J. Milne, in Amer. Journ. Arch., lx, 1956, p. 300 ss. Pittura con E. che incontra Eracle: W. Helbig, Wandgemälde, Lipsia 1868, p. 1129; W. Klein, in Öesterr. Jahreshefte, xix-xx, 1919, p. 290 ss., fig. 188. Pittura con E. ricondotta ai suoi: W. Helbig, op. cit., p. 1131; C. Robert, Sarkophagrel., iii, 1, Berlino 1897, p. 160. Pitture con E. incatenata: W. Helbig, op. cit., p. 1130 (o è Andromeda?); A. Sogliano, Pitture mur. camp., Napoli 1879, p. 494; W. Helbig, op. cit., p. 458; W. Helbig, op. cit., p. 1132; S. Reinach, Rép. Peint., 190, 7; W. Helbig, op. cit., p. 1184 (o è Andromeda?). Mosaico di Villa Albani: G. Kleiner, in Jahrb., lxv-lxvi, 1950-1951, pp. 225-29, fig. 9; G. Lippold, in Röm. Mitt., lx-lxi, 1953-54, p. 183 ss., tav. 53. Mosaico di Avignone: Inv. mosaïques Gaule, 143; S. Reinach, op. cit., 190, 2. Mosaico di Piazza Armerina: G. V. Gentili, La villa romana di Piazza Armerina (Itinerarî, 487), fig. 11; B. Pace, I mosaici di Piazza Armerina, Roma 1955, fig. iv; F. Brommer, in Marb. Winck. Pr., 1955, p. 14. Pitture con il riscatto: W. Helbig, op. cit., p. 1147; id., in Röm. Mitt., viii, 1893, p. 42 ss.; S. Reinach, op. cit., 190, 4-5. Pitture della Casa di D. Ottavio Quartione: V. Spinazzola, Pompei alla luce degli scavi nuovi di Via dell'Abbondanza, 11, Roma 1953, pp. 973 ss., figg. 989-994. Sarcofago già a Roma: C. Robert, op. cit., p. 161, n. 137, 1. Sarcofago di Treviri: C. Robert, op. cit., p. 159, n. 137, tav. 42. Rilievi di Intercisa: Hekler, in Öesterr. Jahreshefte, xv, 1912, p. 186, fig. 125; Jahrbuch Ungar. Gesellsch., i, 1920-22, p. 32, tav. ii, 1-2. Rilievo di Briançon: E. Espérandieu, Rec., Gaule, 17. Altri rilievi della Gallia: E. Espérandieu, op. cit., 5566, 5089, 4485, 2997, 562; cfr. anche: Drexel, in Röm. Mitt., xxxv, 1920, pp. 125-126. Stucco della basilica di P. Maggiore: G. Bendinelli, in Mon. Ant. Linc., xxxi, 1926-27, col. 604, tav. xxii, 2. Ara di Durlach: Drexler, in Roscher, col. 2593, s. v. Rilievo fittile del Louvre: Rohden-Winnefeld, Tonreliefs, Berlino-Stoccarda 1911, p. 97, tav. cxxxi. Cammeo di Berlino: A. Furtwängler, Beschreibung der geschnitt. Steinen, Berlino 1897, p. 351, n. 11270; Drexler, in Roscher, col. 2593. Rilievo da Tivoli: Arndt-Amelung, Einzelaufnahmen, 4379-80.
Bibl.: Drexler, in Roscher, I, 2, 1890, col. 2592-2594, s. v. Hesione; Weicher, in Pauly-Wissowa, VIII, 1912, col. 1242, s. v. Hesione; F. Brommer, Die Königstochter und das Ungeheuer, Marburger Winckelmanns-Programm, 1955; F. Brommer, Vasenlisten z. gr. Heldensage, Marburg 1956, p. 40.