ESARCA
La prima notizia di un ufficiale greco di tal nome (ἔξαρχος), risale al 584; ma le sue attribuzioni sono puramente militari, e l'esarca appare solo come il generale in capo delle forze bizantine impegnate nella lotta contro i Longobardi: al suo fianco sussiste tutto l'ordinamento civile e costituzionale, dipendente direttamente da Costantinopoli. Ma già alla fine del sec. VI (595), l'esarca appare anche capo dell'organizzazione costituzionale, come diretto rappresentante, ma revocabile e senza alcuna periodicità, dell'Impero: infatti da S. Gregorio apprendiamo che è l'esarca colui che tratta della pace, in nome dell'imperatore, e come suo rappresentante. La consuetudine di risiedere a Ravenna, dove sono gli organi centrali del governo, e l'avere in mano il supremo comando militare portano naturalmente l'esarca ad assumere in sé tutti i diritti di supremazia, sia militari sia civili, e nel sec. VII l'esarca diviene anche capo della giurisdizione civile, riassumendo così tutti i poteri del rappresentante dell'Impero, tanto da spingerne alcuni a ribellarsi a Costantinopoli. A Ravenna egli viene costituendo una corte esarcale modellata su quella imperiale, formando un palatium che comprende tutti gli ufficiali preposti ai varî dicasteri, come a Costantinopoli.
Da quando la Russia ha distrutto l'indipendenza della chiesa georgiana (1802), il titolo di esarca è stato assunto dal primate della Georgia che è sempre russo.
Per l'esarca nella chiesa bizantina, v. costantinopoli, XI, p. 625 seg.; ortodossa, chiesa.
Bibl.: Ch. Diehl, Études critiques sur l'administration byzantine en Italia, Parigi 1888; E. Besta, Il Diritto pubblico italiano, I, Padova 1927.