BOZZANO, Ernesto
Nato a Genova il 9 genn. 1862, si formò da autodidatta un'eclettica cultura, al cui centro era la convinzione filosofica positivistica. Dopo aver pubblicato, con lo pseudonimo di Ligurio Italico, un volumetto di versi (Res intimae, Genova 1886) e l'ode Agli eroi di Saati e di Dogali (Genova 1887), si accostò nel 1891 allo studio della metapsichica, tramite la rivista Annales des sciences psychiques di Ch. Richet, pervenendo, ben oltre le posizioni di questo, fino allo spiritismo. Lo influenzarono in tale senso i libri di Allan Kardec, A. Aksakov, R. Dale Owen, Epes Sargent e di molti altri sostenitori delle manifestazioni medianiche. Cominciò, così, a frequentare un gruppo di sperimentatori, riunito intorno al segretario comunale di Genova, L. Mantaldo, e alla sua consorte fungente da medium. Seguì, nel 1899, la fondazione, a Genova, per iniziativa del B. e di G. Venzano, di un circolo scientifico Minerva, che ebbe per presidente L. A. Vassallo, il celebre Gandolin, direttore del Secolo XIX.
Frattanto pubblicò Lo spiritismo di fronte alla scienza. Genova 1901; Ipotesi spiritica e teorie scientifiche, Genova 1903; Dei casi d'identificazione spiritica, Genova 1909, e dal 1906 cominciò l'assidua collaborazione alla rivista Luce e ombra. Nel 1922, trasferitosi a Savona, intensificò ancora gli studi di metapsichica.
Sulla base dell'enorme materiale di testimonianze, raccolte e schedate secondo le varie categorie di fenomeni cui si riferivano, venne così elaborando suggestive teorie e ipotesi. Negli Enigmi della psicometria (Roma 1921), affrontando il problema degli oggetti che da intermediari medianici rivelano ai sensitivi situazioni di vita passata, trasmettendo le emanazioni che avrebbero ricettato, il B. portò in causa le proprietà dell'"etere" nel quale convergerebbero le vibrazioni emananti da tutte le attività dell'universo e col quale il sensitivo entrerebbe, per il tramite di un oggetto carico di fluido, in rapporto telestesico. Nell'"etere" addirittura si esplicherebbe l'immanenza della divinità, al cui attributo dell'onniscienza equivarrebbero la totalità e la compresenza delle vibrazioni universali.
Seguì la pubblicazione dei libri Musica trascendentale (Roma 1922), Dei fenomeni di telekinesia in rapporto con eventi di morte (Roma 1922), Animali e manifestazioni metapsichiche (Roma 1923), in cui ampliò una monografia precedente. Con la Difesa dello spiritismo (Napoli 1927) scese in campo contro René Sudre, che aveva inteso compiere una demolizione di tale dottrina nella sua Introduction à la métapsychique humaine.
Allo studioso francese, che aveva riportato i fenomeni spiritici sul terreno dell'animismo, considerandoli cioè come emergenti dal subcosciente dei viventi, il B. contrappose una concezione di continuità, a stadi salienti, tra animismo e spiritismo: nel primo agirebbero le facoltà spirituali preformate allo stato latente nella subcoscienza umana, mentre nel secondo le stesse facoltà si esprimerebbero potenziate e come liberate dopo la crisi della morte. Nella stessa opera si critica il concetto del Richet della gestazione di un sesto senso caratterizzato da facoltà medianiche, in quanto queste utilizzano se mai i sensi esistenti e comunque dipendono da una "personalità integrale subcosciente", autonoma da qualsiasi ingerenza funzionale.
Ai lunghi studi, alla continua informazione e al fervore della polemica, seguì un'esperienza che corroborò la sua fede spiritistica: la partecipazione alle sedute nel castello di Millesimo, attorno alla personalità medianica del marchese Centurione Scotto, nell'agosto 1927 e nel luglio e agosto 1928, con le quali si ottennero in Italia le prime manifestazioni di "voce diretta" (Le prime manifestazioni della voce diretta in Italia, Roma 1929).
In questo volume il B. illustrò nei particolari la straordinaria esperienza, sostenendo che si erano effettivamente verificate, in speciali condizioni d'ambiente e con potenti medium, vibrazioni foniche provenienti da spiriti di defunti, senza estrinsecazione da parte dei comuni organi fisiologici, specialmente ancora contro la tesi delle "personificazioni subcoscienti", secondo cui si manifesterebbero nelle sedute spiritiche solo personificazioni effimere o mistificazioni onirico-sonnamboliche della subcoscienza.
All'esperienza della voce diretta si aggiunse, nello stesso ciclo di sperimentazione, quella di fenomeni, di premonizione e di asporto, questi ultimi, secondo lui, dovuti a rapidissimi processi di disintegrazione e reintegrazione molecolare.
Pubblicò contemporaneamente Precognizioni,premonizioni,profezie (Roma 1929), in cui, tra l'altro, tornò sull'idea della complementarità tra animismo e spiritismo. Seguì un'altra opera polemica, intitolata Di alcune varietà teoricamente interessanti di casi d'identificazione spiritica (Roma 1930), in cui con indubbio estremismo rivendicò per i suoi studi ed esperienze sulle manifestazioni dei defunti un grado di certezza razionale "equivalente e in molti casi superiore a tutti i dati di certezza teorica posti legittimamente a fondamento di qualsiasi branca dello scibile, salvo le matematiche". Nella stessa opera confutò l'ipotesi di W. James del serbatoio cosmico delle memorie individuali, al quale avrebbero accesso i medium. L'ipotesi - a ben guardare - avrebbe potuto facilmente conciliarsi con la sua teoria della ricezione eterica delle vibrazioni passate, già sostenuta negli Enigmi della psicometria, ma il B., nel combatterla, si appellò a quelle particolari manifestazioni metapsichiche, quali le premonizioni, in cui il defunto dimostrerebbe una consapevolezza relativa al presente e al futuro, tale cioè da oltrepassare il concetto di una "memoria" immessa nel serbatoio cosmico durante la vita e successivamente attinta dal medium.
Pubblicò ancora La crisi della morte nelle descrizioni di defunti comunicanti (Napoli 1930), Delle apparizioni di defunti al letto di morte (Città della Pieve 1930)e Letteratura d'oltretomba (ibid. 1930), cui seguirono, frutto di un'entusiastica fatica senza soste, le opere Della visione panoramica e memoria sintetica nell'imminenza della morte (Città della Pieve 1931), Bambini veggenti e apparizioni di defunti (ibid. 1931), Marchi ed impronte di mani infocate (ibid. 1931), W. Stainton Moses e la critica scientifica (ibid. 1931), A proposito di rivelazioni medianiche (ibid. 1931), A proposito di fantasmi materializzati e di rivelazioni trascendentali (ibid. 1931), Manifestazioni di fantasmi in proporzioni minuscole (ibid. 1932), Criptestesia e sopravvivenza (ibid. 1932), Telepatia e psicometria in rapporto alla medianità di Mrs. Piper (ibid. 1933), Simbolismo e fenomeni metapsichici (ibid. 1933), In difesa dei fenomeni medianici ad effetti fisici (ibid. 1933), Dei fenomeni di bilocazione (2 edizione, ibid. 1934), Telepatia,telemnesia e la legge del rapporto psichico (ibid. 1938), Personalità medianiche che si dichiarano personalità subcoscienti (ibid. 1940), Romanzieri di genio ed eroi da romanzo considerati in rapporto alle indagini psichiche (ibid. 1940), Le facoltà supernormali (Milano 1940), Indagini sulle manifestazioni paranormali (Città della Pieve 1931-40).
Raggiunse così la fama di uno tra i massimi cultori della scienza metapsichica, fama diffusa in molti paesi per le numerose traduzioni delle sue opere in inglese, tedesco, francese, spagnolo, romeno, greco, serbo, ecc.
Esauritesi in parte le sue possibilità di lavoro per la tarda età, le condizioni di salute, la cessazione della rivista Luce e ombra e l'interruzione della corrispondenza scientifica con l'estero in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale, il suo discepolo Gastone De Boni, oltre a continuare l'opera col suo personale lavoro, provvide alla raccolta e all'ulteriore diffusione di vecchi scritti del B., ampliati e arricchiti in qualità: uscì, in tal modo, a Verona, nel 1941, il volume Popoli primitivi e manifestazioni supernormali;a esso seguirono postumi Da mente a mente. Comunicazioni medianiche tra viventi (Milano-Roma 1946, 2 ediz. 1953), la riedizione di Letteratura d'oltretomba (Milano 1947) e Dei fenomeni di trasfigurazione (Verona 1963).
Il B., divenuto frattanto presidente dell'Associazione tra gli spiritisti italiani in Genova, morì in questa città il 24 giugno del 1943.
Al di sopra del suo grande impegno di erudito e delle ipotesi e teorie particolari da lui formulate, il significato complessivo della sua posizione nella cultura italiana sta nell'elaborazione di un "neorazionalismo spiritualista" (la definizione è del De Boni), nel senso che attraverso una conoscenza scientifica e razionale del supernormale egli intendeva pervenire a dimostrare l'intrinseca spiritualità dell'uomo e la sua conseguente sopravvivenza alla morte corporale, avviando con ciò il pensiero laico verso una peculiare concezione religiosa. Senonché in questo cammino impervio, attraverso una zona eccezionalmente marginale della realtà, egli presunse di poter incedere con la stessa sicurezza conoscitiva con la quale s'incede tra fenomeni normali, di ordinaria e universale constatazione. A fondamento di una tale credibilità, egli pose il grande numero di testimonianze raccolte circa le manifestazioni supernormali, ma, per un eccesso d'entusiasmo e un difetto di critica delle fonti, egli si preoccupò più di arricchire la raccolta del materiale documentario e di catalogarla per categorie di fenomeni che di vagliare l'effettivo valore scientifico di ogni documento. Ciononostante, la sua opera, estesa e sotto altri punti di vista attenta, desta tuttora, a parte la devota stima dei discepoli, rispetto e cautela di critiche negli studiosi anche non consenzienti con le sue conclusioni; né, in generale, si riscontrano, negli interventi dei più radicali avversari dello spiritismo, tendenti a precipitare la dottrina nel ridicolo e nell'assurdo, critiche dirette o discussioni sull'opera del Bozzano.
Bibl.: G. De Boni, Prefazione a Popoli primitiv,e manifestazioni supernormali, Verona 1941, pp. 11-39; Id., Prefazione a Letteratura d'oltretombai Milano 1947; Id., In Memoriam, in Luce e ombra, I (1947), pp. 131-33; Id., Prefazione a Da mente a mente. Comunicazioni medianiche tra viventi, Milano-Roma 1953, pp. 11-36; E. Servadio, La ricerca psichica, Roma 1946, pp. 26, 72, 82, 88, 101, 110 s., 113 s., 119, 123, 132-140; P. F. Belmonte, Lo spiritismo non è un mistero, Roma s.d., pp. 21, 25, 55, 96, 139, 162, 169, 174; Enciclopedia cattolica, VIII, coll. 878-883, ad vocem Metapsichica.