Bevin, Ernest
Sindacalista e politico inglese (Winsford, Somerset, 1881-Londra 1951). Di famiglia poverissima, esercitò i mestieri più umili; associato dal 1910 nell’organizzazione sindacale dei portuali, nel 1920 ne difese le rivendicazioni salariali dinanzi al tribunale arbitrale acquistando grande notorietà. Fondò e diresse il potente sindacato degli addetti ai trasporti (1922) e divenne poi presidente dell’esecutivo della Confederazione britannica del lavoro (1936-37). Deputato nel 1940, ministro del Lavoro nel gabinetto di coalizione Churchill durante la guerra (1940-45), organizzò la mobilitazione obbligatoria della mano d’opera e l’arruolamento dei giovanissimi per le miniere di carbone. Nel governo laburista Attlee (1945) assunse il ministero degli Esteri. Dopo la conferenza di Potsdam, adottò una politica di resistenza nei riguardi dell’URSS. Favorì il superamento dell’impero e dell’imperialismo britannico sostenendo l’autogoverno in Birmania, in India, a Ceylon, a Malta e a Terranova. Con il patto di Bruxelles (1948) collaborò all’avviamento verso l’unità dell’Europa occidentale.