FEDERICI, Ermanno
Nacque a Castiglione della Valle (frazione di Marsciano, provincia di Perugia) il 18 nov. 1895 da Amedeo e da Emma Zampini. Durante il primo conflitto mondiale prese parte ai combattimenti sul Carso, rimanendo gravemente ferito.
Iscrittosi al corso di laurea in medicina e chirurgia nell'università di Perugia, si trasferi poi a quella di Siena; in questa sede, nell'ultimo anno di studi, fu allievo interno nella clinica oculistica, diretta da A. Bietti, e si laureò nel 1921 coi massimo dei voti e la lode discutendo una tesi di batteriologia oculare. Conseguita la laurea, fu per un anno assistente volontario presso l'istituto di patologia generale dell'università senese, dedicandosi prevalentemente a studi di batteriologia, sierologia e istologia, quindi dal 1922 al 1929 fu assistente di ruolo nella clinica oculistica della stessa università sotto la direzione dapprima dei Bietti, poi dal 1923 di V. Cavara (cfr. Diz. biogr. d. Ital., X, pp. 370 s., s. v. Bietti, Amilcare; ibid., XXIII, pp. 21 s., s. v. Cavara, Vittoriano). Conseguita la libera docenza nel 1930, l'anno seguente il F. segui il Cavara, trasferitosi alla direzione della clinica oculistica dell'università di Napoli, inizialmente come assistente, poi col titolo di aiuto.
Ternato nel 1932 al concorso per la cattedra di clinica oculistica dell'università di Modena, il F. divenne professore straordinario di clinica oculistica nell'università di Cagliari il 15 nov. 1933, quindi nel 1934 direttore della clinica oculistica dell'università di Parma, infine dopo pochi mesi, nello stesso anno, su chiamata della facoltà medica, direttore della clinica oculistica dell'università di Bari. Nel capoluogo pugliese concluse la sua brillante carriera, distinguendosi sul piano clinico, didattico e scientifico.
In campo clinico il F., naturalmente portato alla osservazione attenta e minuziosa del malato, mostrò grande capacità diagnostica e ottimo senso chirurgico: fu pertanto un operatore sicuro e brillante, aperto a tutte le più moderne tecniche chirurgiche. Come didatta, seppe trasferire agli allievi la capacità di osservazione clinica e indirizzarli nella ricerca scientifica, creando così una schiera di collaboratori, molti dei quali destinati alla carriera universitaria e a brillanti affermazioni cliniche e professionali.
Nella ricerca scientifica il F. si segnalò, oltre che per alcuni contributi sperimentali e microbiologici, per i suoi studi sulle micosi oculari, sul comportamento della barriera emato-oftalmica, sui rapporti tra astigmatismo e miopia, sull'azione dell'adrenalina sul tono oculare, sul potenziamento della cocaina e della novocaina con il fenolo, sulla rottura senile della macula. Di particolare importanza furono le sue ricerche sull'efficacia della roentgenterapia nella prevenzione della epitelizzazione della camera anteriore dell'occhio, nel favorire le guarigioni delle ferite operatorie dei pazienti operati di cataratta e nella prevenzione delle recidive di cisti iridee (Iraggi Roentgen nell'epitelizzazione della camera anteriore e nella ritardata guarigione delle ferite operatorie nei catarattosi, in Boll. di oculistica, XVI [1937]) pp. 112-125), quelle sulla patogenesi del delirio postoperatorio da midriatici (Sulla patogenesi del delirio postoperatorio, ibid., pp. 249-262); sulla profilassi e terapia della congiuntivite gonococcica, per le quali mise a punto un metodo efficace, semplice e innocuo (Sulla profilassi e terapia della congiuntivite gonococcica, ibid., pp. 141-152); quelle sperimentali sull'utilità delle vitamine A e D nei processi di riparazione della cornea (Le vitamine A e D nei processi di riparazione della cornea (Studio sperimentale), ibid., pp. 357-365).
Il F. morì a Bari il 20 genn. 1958.
Fonti e Bibl.: Necrologi, in Ann. d. Univ. d studi di Bari, 1957-58, Bari 1958, pp. 401 ss.; in Boll. di oculistica, XXXVII (1958), pp. 143 ss.