Vedi ERACLEA dell'anno: 1960 - 1973
ERACLEA (῾Ηράκλεια)
L'esatta ubicazione di E. di Magna Grecia (o d'Italia) è stata resa possibile negli anni 1958-60 grazie ad una serie di sondaggi ed alla interpretazione di fotografie aeree. Oggi si sa che la città ha occupato, inizialmente, la collina di Policoro in Lucania e in un secondo tempo anche la parte meridionale di questa (v. policoro, pittore di).
E. è stata fondata dai Tarantini e da Thourioi verso il 433 a. C. Questa fondazione metteva fine ad una lunga guerra tra Taranto e Thourioi per il possesso del ricco territorio che formava la Siritide. Quando, intorno al 374 a. C., la città diventa capitale della Lega Italiota, essa si allarga e gode di un momento di grande prosperità. Nel 281 a. C., nelle vicinanze della città, si svolge la battaglia tra Pirro ed i Romani, ma già prima di questa data E. aveva sancito un patto di alleanza con Roma. Durante la seconda guerra annibalica resta fedele a Roma e diventa municipium in età sillana. Recenti scavi hanno confermato l'esistenza della città fino al III-IV sec. d. C.
Ma gli stessi scavi hanno permesso di stabilire che già prima della fondazione del 433 a. C., la collina del Castello di Policoro era abitata: tracce di una fortificazione in mattoni crudi e l'esistenza di un fossato indicano un primo stanziamento sul lato orientale della collina risalente al VII sec. a. C., mentre tracce di abitazioni arcaiche sono riconosciute sotto lo strato della data di fondazione della colonia, su tutta la collina. A questa fase, anteriore alla fondazione della colonia, appartiene, probabilmente, la pianta ortogonale della collina e la necropoli arcaica sita ai piedi del suo lato occidentale.
Sul lato meridionale, in mezzo alla pianta ortogonale della città bassa, corrispondente all'ampiamento del 374 a. C., si trova la stipe votiva collegata all'esistenza di una fontana. Anche la stipe votiva ha restituito ceramiche e statuette fittili del VII sec. a. C., databili quindi prima della fondazione di Eraclea. Si può concludere quindi che prima della fondazione di E., sulla stessa collina, esisteva un ϕρούριον di Siris, rinforzato con nuovi elementi qui arrivati dopo la sconfitta di questa città, verso il 550 a. C., ad opera di Sibari, Crotone e Metaponto.
Oltre alla fortificazione del ϕρούριον arcaico, con mattoni crudi e con fossato, la città del 433 a. C. aveva una difesa formata da un muro a grandi blocchi mentre l'allargamento del 374 a. C. era difeso da una fortificazione formata da un muro in blocchi e mattoni crudi e da un grande fossato. Le ultime due fasi della città presentano un impianto urbano del tipo ippodameo.
Mentre gli oggetti (vasi e statuette) della fase anteriore alla fondazione sono quasi totalmente di origine greco-orientale, e quindi collegati alla vita di Siris, la produzione della nuova colonia è strettamente collegata a Taranto.
La monetazione rispecchia invece le due correnti che hanno contribuito alla fondazione: Taranto, con Eracle, e Thourioi, con la testa di Atena. La plastica, come dimostrano le numerose matrici, è generalmente tarantina, mentre proprio nel campo della pittura vascolare E. ha avuto, sul finfre del V sec. a. C. un grande maestro. Taluni vasi scoperti nella necropoli orientale hanno dato luogo alla definizione di un Pittore di Policoro (v.), contemporaneo del Pittore di Amykos, nella cui opera qualche studioso ha supposto influssi della pittura di Zeusi. (Come è noto la patria di Zeusi rimane incerta tra l'Eradea Pontica e l'Eraclea d'Italia). Le numerose fornaci e le numerose matrici indicano la grande attività di E. nel campo della plastica e della produzione vascolare.
Il momento di massimo splendore di queste attività è da fissare della fine del IV sec. a. C. fino all'inizio del III sec. a. C.
Bibl.: Cl. R. De Saint-Non, Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et de Sicile, III, Parigi 1783, pp. 80-86; J. Berard, La colonisation grecque de l'Italie Meridionale et de la Sicile dans l'antiquité, Parigi 1957, pp. 197-198; F. G. Lo Porto, Stipe di culto di Demetra in Heraclea Lucana, in Arch. Forschungen in Lukanien, II, Heidelberg 1957, pp. 181-192; G. Schmiedt-R. Chevallier, Caulonia e Metaponto, Applicazioni della fot. aerea in ricerche di top. antica nella Magna Grecia, in l'Universo, 1959, pp. 36-44; F. G. Lo Porto, Ricerche arch. in Heraclea di Lucania, in Boll. d'Arte, XLVI, 1961, pp. 133-150; B. Neutsch, in Atti I Convegno Magna Grecia, Taranto 1961, pp. 271-273; P. Orlandini, ibid., pp. 270-271; A. Stazio, L'archeologia nel Materano in Basilicata, Milano 1964, pp. 150-156; N. Degrassi, in Atti III Convegno Magna Grecia, Napoli 1964, pp. 170-172; id., Il Pittore di Policoro e l'officina di ceramica protoitaliota di Eraclea Lucana, in Boll. d'Arte, L, 1965, pp. 5-37; id., Meisterwerke frühit. Vasenmal. aus einem Grab in Policoro, in Arch. Forsch. in Lukanien, II, Heidelberg 1967, pp. 193-234; D. Adamesteanu, L'Acropoli di Eraclea, Appunti di fotointerpretazione arch., ibid., pp. 96-99; F. Sartori, Eraclea di Lucania, Profilo storico, ibid., pp. 16-95; B. Neutsch, Arch. Studien u. Bodensondierungen bei Policoro in den Jahren 1959-1964, ibid.; pp. 100-180; L. Quilici, Siris-Heraclea (Forma Italiae, Regio III, Vol. I), Roma 1967, pp. 159-186; B. Neutsch, Siris ed Heraclea, Urbino 1968; id., Neue Arch. Entdeckungen in Siris u. Herakleia, in Arch. Ant., 4, 1968, pp. 753; D. Adamesteanu, Siris-Heraclea, Nardò 1969.