RAGUSA, Enrico
RAGUSA, Enrico. – Nacque a Palermo il 18 agosto 1849 da Maria Felice Costagliola e da Salvatore Ragusa, abile commerciante dedito all’attività alberghiera.
All’età di quattordici anni, per decisione del padre che voleva avviarlo alla medesima occupazione, Ragusa venne mandato a Berlino per seguire la scuola alberghiera, ove apprese, oltre al tedesco, anche il francese, l’inglese e il russo. Durante questo soggiorno cominciò a interessarsi alle farfalle, prodromo della futura passione entomologica.
Tornato in Sicilia nel 1869, cominciò a mettere a frutto le competenze alberghiere acquisite, inaugurando a Catania il Grand Hotel e ad Agrigento l’Hotel des Temples. Nel 1872 acquistò da Benjamin Ingham la bellissima villa, che era fornita di un giardino tropicale, e la trasformò nell’Hotel Des Palmes. Grazie alle notevoli capacità di Ragusa, l’Hotel divenne meta di ospiti di rilievo, come Richard Wagner e Guy de Maupassant. Divenuto un esponente della ricca borghesia palermitana e ben accetto anche nei circoli aristocratici, sposò nel 1877 la marchesa Lucia Salvo Cozzo di Pietraganzili, che morì a soli ventisette anni nel 1887, lasciandolo solo ad accudire le sei figlie.
Ragusa continuò a coltivare con crescente energia la sua passione entomologica. Proprio nel 1869 conobbe il barone Arthur Leopold Rottenberg. Venuto in Sicilia per studiare e collezionare Coleotteri, questi trasmise a Ragusa l’interesse per questo ordine. L’anno successivo si iscrisse alla Società entomologica italiana; avendo preso l’abitudine di annotare con precisione data e località degli esemplari rinvenuti, si trovò in condizione di poter inviare i suoi lavori entomologici, che furono pubblicati nel Bullettino di detta Società, tra i quali sono da ricordare: Breve escursione entomologica fatta sulle Madonie e ne’ boschi di Caronia (III (1871), pp. 366-380); Escursioni fatte sul Monte Pellegrino presso Palermo (V (1873), pp. 170-179); Calendario coleotterologico per Palermo e dintorni (VI (1874), pp. 302-312); Gita entomologica all’isola di Pantelleria (VII (1875), pp. 238-256). Già da questi primi lavori Ragusa rivelò un occhio felice nel diagnosticare le specie e grande abilità nella descrizione, qualità indispensabili per il sistematico.
Pur estraneo al mondo accademico, poté facilmente raccordarsi all’ambiente universitario. Grazie alla presenza galvanizzante di Pietro Doderlein, giunto a Palermo nel 1862, si stava promuovendo il riordino del Museo zoologico annesso all’istituto. La sezione entomologica fu affidata a Teodosio De Stefani Perez e a Giuseppe Riggio; Ragusa stabilì con loro un intenso rapporto di studi e di amicizia. Unitamente ai colleghi entomologi, a Tommaso Allery Di Maria, marchese di Monterosato, preposto alla sezione malacologica, al marchese Antonio De Gregorio Brunaccini e a Giovanni de Stefani, addetti a quella geologica, e a Michele Lojacono Pojero, cui era riservata la cura della sezione botanica, nell’ottobre del 1881 Ragusa decise di fondare una nuova rivista, che si intitolò Il naturalista siciliano. Giornale di scienze naturali. Stampato presso lo Stabilimento tipografio Virzì, il periodico usciva con cadenza mensile in fascicoli di 24 pagine.
Grazie al rilievo dei fondatori, la rivista ricoprì ben presto un ruolo prezioso nel panorama della diffusione delle scienze in Sicilia, riuscendo di fatto nell’impresa di istituire un terreno di incontro fra gli scienziati accademici e i naturalisti dilettanti che in territorio siciliano costituivano, pur con i limiti di un approccio poco incline alla biologia sperimentale, una presenza diffusa e vivace. Con gli anni, la rivista ospitò anche saggi di Gianbattista Grassi e Andrea Giardina, e si avvalse della collaborazione di Giuseppe Seguenza, Luigi Facciolà e Francesco Minà Palumbo. In virtù della competenza conquistata e della generosità con cui partecipava le sue conoscenze e facilitava le ricerche per i naturalisti italiani e stranieri che soggiornavano in Sicilia, Ragusa riuscì ad assicurare firme prestigiose, come Elzéar Emmanuel Arène Abeille de Perrin e l’austriaco Edmund Reitter, stimati coleotterologi, Jean-Baptiste Eugène Bellier de la Chavignerie e Pierre Millière, competenti lepidotterologi e, fra gli italiani, il conte Emilio Turati.
Nel 1896 Ragusa fu tra gli ideatori e i fondatori della Società dei naturalisti siciliani, assumendone, appena costituitasi, la carica di presidente. Il naturalista siciliano divenne l’organo ufficiale della Società, inaugurando una nuova serie, che si interruppe però bruscamente nel 1899 in coincidenza con la chiusura dell’associazione. Il periodico fu nuovamente riavviato nel 1904, ancora una volta grazie a Ragusa, che si assunse interamente l’onere di coprire i costi per la pubblicazione. Nel 1913, alla vigilia della guerra, egli subì un pesante tracollo finanziario, causato dall’inevitabile assottigliamento del numero dei turisti. Nel frattempo aveva ceduto la rivista, passata nelle mani del marchese Antonio Di Gregorio.
Larga parte della produzione scientifica di Ragusa è ospitata nel Naturalista siciliano, in cui comparvero ben 53 lavori, distribuiti nei tre settori di studi in cui si distinse in particolar modo, quello dei Coleotteri, dei Lepidotteri e degli Emitteri.
Le pubblicazioni principali dedicate agli Emitteri furono le seguenti: Emitteri raccolti in Sicilia (VI (1887), pp. 119-125, 153-157, 183-187); Emitteri nuovi per la Sicilia (X (1891), pp. 206-209; n.s., II (1898), pp. 246-249); Catalogo degli Emitteri della Sicilia (XIX (1907), pp. 209-237). Quelle invece dedicate ai Lepidotteri: Note su alcuni lepidotteri siciliani (I (1881), pp. 36-38); Catalogo dei Lepidotteri di Sicilia esistenti nella collezione di Enrico Ragusa (XVII (1905), pp. 145-164; XVIII (1906), pp. 10-24); Elenco dei Lepidotteri di Sicilia (XXIII (1916-1919), pp. 27-61, 144-178). Assai più continua e ponderosa la serie di articoli dedicati ai Coleotteri, per i quali Ragusa giunse a fornire, in forma monografica, un Catalogo ragionato dei Coleotteri di Sicilia, pubblicato a Palermo nel 1883 e che costituisce ancora oggi per gli specialisti un punto di riferimento indiscutibile.
A supporto della sue ricerche Ragusa andò allestendo cinque collezioni, una di Coleotteri siciliani, una di Coleotteri europei, una di Lepidotteri siciliani, una di Lepidotteri europei e una di Emitteri.
La collezione di Lepidotteri siciliani, ammontante a diverse migliaia di esemplari, in cui Ragusa poté incorporare la notevole collezione di varietà siciliane appartenute a Luigi Failla Tedaldi, oggi è conservata presso il British Museum di Londra, dove giunse dopo che Ragusa, prima di morire, la vendette a lord Lionel Walter Rothschild. La collezione di Emitteri, affidata a Géza Horváth, allora direttore della sezione zoologica del Museo nazionale di Budapest e riconosciuto specialista del settore, è stata acquistata invece dal laboratorio di entomologia agraria della Scuola superiore di agricoltura di Portici, oggi noto come Istituto di entomologia agraria Filippo Silvestri. La collezione di Coleotteri siciliani ed europei, e quella di Lepidotteri europei sono state invece acquisite dall’allora osservatorio di frutticoltura e agrumicoltura di Acireale, oggi denominato Istituto sperimentale di agrumicoltura. Nel 1995 furono donate al Museo del dipartimento di biologia animale dell’Università di Catania; di questa collezione si è avviata un’intensa attività di restauro.
Ragusa fu membro dell’Accademia delle scienze, lettere ed arti di Palermo e iscritto a numerose società entomologiche del mondo.
Morì a Palermo il 19 novembre 1924.
Fonti e Bibl.: E. Turati, In memoria di Renato Perlini e di E. R., Milano 1925; A. De Gregorio, E. R. (Necrologio), in Il naturalista siciliano, XXIV (1926), pp. 124 s.; T. De Stefani, E. R. (Necrologio), ibid., s. 3, II (1947), pp. I-II; M. Arnone - M. Romano, Indice delle pubblicazioni apparse ne “Il naturalista siciliano” dal 1881 al 1948, ibid., s. 4, VIII (1984), supplemento, pp. 3-49; G. Liotta, E. R. e Il Naturalista Siciliano, in I naturalisti e la cultura scientifica siciliana nell’800, a cura di G. Liotta, Palermo 1987, pp. 141-148; M.T. Gioeli - G. Liotta, Raccolte naturalistiche dell’800 in Sicilia, ibid., pp. 555-563 (in partic. p. 560); A. Zanetta - G. Sabella, Primo contributo alla revisione della collezione coleotterologica R. di Sicilia: Staphylinidae: Omaliinae (Coleoptera), in Il naturalista siciliano, s. 4, XXII (1998), pp. 25-37; A. Tagliapietra, Secondo contributo alla revisione della collezione coleotterologica R. di Sicilia: Staphylinidae: Oxytelinae (Coleoptera), ibid., XXIII (1999), pp. 515-530; V. Aliquò - A. Aliquò, Terzo contributo alla revisione della collezione coleotterologica di E. R.: Tenebrionidae (Coleoptera), ibid., XXIV (2000), pp. 103-144; A. Ciceroni, Quarto contributo alla revisione della collezione coleotterologica R. di Sicilia. Staphylinidae, Staphylininae: Xantholinini e Othilini (Coleoptera), ibid., XXVII (2003), pp. 151-160; M. Romano, Cenni storici sulla Società siciliana di scienze naturali e su “Il naturalista siciliano”, ibid., XXVIII (2004), pp. 823-859; Id., La ricerca entomologica in Sicilia: protagonisti, cultori e collezioni a cavallo di tre secoli, ibid., XXX (2006), pp. 192-194; M. Arnone, Quinto contributo alla revisione della collezione coleotterologica di E. R.: Scarabaeoidea, ibid., XXXIV (2010), pp. 61-172.