(gr. Οἰνόμαος) Mitico re di Pisa nell’Elide, figlio di Ares. Appare in primo luogo nel mito delle nozze tra Pelope e sua figlia Ippodamia, che presenta tratti simili o identici a quelli di altri racconti: E. aveva promesso la mano di sua figlia a chi avesse saputo sconfiggerlo nella corsa dei carri; quando Pelope si presentò per la gara, già 12 (o 13) pretendenti erano stati sconfitti e decapitati dal re; Pelope vinse grazie ai cavalli di suo padre Posidone (secondo altre fonti, persuadendo Mirtilo, auriga di E., a togliere il cavicchio da una delle ruote del carro di lui), travolse con il suo carro E. e poté sposare Ippodamia. Secondo una tradizione E. nutriva per la figlia un’innaturale passione, mentre secondo un’altra era stato avvertito da un oracolo che il genero lo avrebbe ucciso.
Nell’arte greca la più importante figurazione della gara è nel frontone orientale del tempio di Zeus a Olimpia (circa 465 a.C.).