elettrospray
s. m. – Fenomeno (anche elettronebulizzazione) per il quale un liquido sottoposto a una tensione elettrica elevata viene disperso in forma di minuscole goccioline. A partire dalla fine degli anni Ottanta del 20° sec., l'e., noto da tempo, ha visto un'importante applicazione nell'analisi di macromolecole biologiche mediante spettrometria di massa. Una severa limitazione allo studio delle grandi molecole che sono alla base del funzionamento degli organismi viventi, e in particolare alla determinazione del loro peso molecolare, è rappresentata dalla difficoltà di produrle in forma elettricamente carica (ionica), necessaria per la loro separazione mediante la spettrometria di massa, senza che esse si frammentino. Le tecniche tradizionali di ionizzazione sono troppo invasive per permettere la semplice ionizzazione di queste specie. Lo sviluppo del metodo di ionizzazione per e., da parte soprattutto di J. B. Fenn, premio Nobel per la chimica nel 2002, ha permesso di superare questo ostacolo, aprendo la strada alla possibilità di studiare macromolecole quali proteine ed enzimi con pesi molecolari di decine di migliaia di Dalton. Nella ionizzazione per e., la soluzione contenente le biomolecole viene fatta fluire da un capillare sottoposto a una tensione di migliaia di volt, in modo tale che essa venga dispersa in minute goccioline le quali, a seguito della perdita di solvente per evaporazione, divengono energeticamente instabili e si frammentano in goccioline via via più piccole, fino a liberare ioni positivi nudi delle macromolecole integre. Generalmente, gli ioni formati possiedono cariche multiple anche molto elevate (+ 50 e oltre). Questa tecnica di ionizzazione è talmente soft da permettere lo studio di macromolecole anche debolmente legate (complessi enzima-substrato, proteina-ligando, ecc.).