EFFEMERIDI (dal gr. ἐϕημερίς "diario")
Libri in cui si registravano gli avvenimenti dapprima giornalmente e poi in ordine cronologico. Particolarmente importante furono le βασίλειοι o βασιλικαί ἐϕημερίδες, diario ufficiale della corte di Alessandro Magno, redatto da Eumene di Cardia, e fonte principale della successiva tradizione. L'uso di simili diarî pare di origine orientale, e le effemeridi di Alessandro servirono probabilmente di modello ai commentarî dell'età imperiale latina. Il nome fu usato in tempi recenti a indicare pubblicazioni periodiche, di carattere scientifico e letterario.
Le effemeridi astronomiche. - Sono designate con questo nome tutte le serie di numeri o di descrizioni, che dànno, per istanti fissi e a determinati intervalli di tempo, o la posizione in cielo di qualche astro o l'aspetto che tale astro assume o, più genericamente ancora, l'aspetto di tutto il cielo stellato, con notizie dei diversi fenomeni celesti, che su di esso si possono osservare. Per traslato poi si chiamarono così i volumi che contengono tali raccolte.
I più lontani accenni storici a effemeridi si trovano nelle predizioni delle eclissi, che notoriamente si facevano presso i Caldei, presso gli Egiziani e, nell'Estremo Oriente, presso i Cinesi. Democrito presso i Greci nei Parapegmata preannuncia per determinate epoche una serie di eclissi. Segue poi un periodo, in cui sembra che nessuno si sia occupato di calcolare fenomeni astronomici futuri, finché verso il 1100 ritroviamo nuove tracce di siffatte ricerche (p. es. quelle del rabbino Salomone Jarchus). Ma la prima serie, scientificamente importante, si ha con le Ephemerides di Regiomontano (v.), che stampate a Norimberga nel 1474 abbracciano il periodo dal 1475 al 1506, e sono calcolate sulla base delle Tavole Alfonsine. Non è il caso di citare le molte altre che seguirono; ricorderemo la bella serie edita a Venezia fra il 1533 e il 1580 per opera di Gaurico, Pitato, Carello, Moleto e Magino, e quelle bolognesi, che si estendono fino al 1810, e sono dovute a Montebruno, Manfredi e Zanotti.
Interesse di gran lunga maggiore hanno le grandi serie moderne di effemeridi, che, pubblicate dapprima per corrispondere ai bisogni della navigazione, andarono poi aumentando di mole e d' importanza. Di queste serie la più antica è quella della Connaissance des temps, che si pubblica a Parigi da oltre due secoli, cioè precisamente dal 1702. Iniziata dal Lieutaud, venne proseguita dal Godin, dal Maraldi e dal Lalande, e a partire dal 1797 dal Bureau des Longitudes. Non minore importanza assunse la analoga pubblicazione inglese, Nautical Almanac and astronomical ephemais, il cui primo volume comparve nel 1767 per cura dell'Osservatorio di Greenwich e dell'ammiragliato inglese. Più tardi, nel 1776, ebbe inizio il Berlina astronomisches Jahrbuch, edito a Berlino prima per cura dell'Osservatorio di quella città, e poi da un istituto autonomo (Astronomisches Recheninstitut). Nel 1722 ebbe inizio la pubblicazione spagnola dell'Almanaque náutico, edito dall'Osservatorio astronomico della Marina di San Fernando; e nel 1855 quella dell'American ephemeris, edita dal Naval Observatory di Washington. Fra le serie di effemeridi importanti, ma che oggi non si pubblicano più, va ricordata quella di Milano, che durò un secolo (fra il 1775 e il 1874).
Le effemeridi, che in principio si limitavano a dare la posizione del Sole e della Luna e d'alcuni dei grandi pianeti, andarono via via aumentando di mole col prendere in considerazione anche altri corpi celesti: ne venne così una quasi spontanea leggiera differenziazione. Il Berliner astron. Jahrbuch rivolse particolarmente l'attenzione ai piccoli pianeti, di cui si disinteressarono a poco a poco le altre effemeridi e dedicò buona parte del volume alle stelle fisse assumendo per base il catalogo fondamentale di Auwers. Le altre pubblicazioni invece, mentre svilupparono sempre più le parti relative al Sole, alla Luna, ai grandi pianeti e ai loro satelliti, decisero fin dal 1896 di adottare per le stelle fondamentali il catalogo di Newcomb. Tutte invece indistintamente si accordarono nel 1896 nell'adottare valori unici ed eguali per le costanti fondamentali (precessione, nutazione e aberrazione). Un'ulteriore notevole unificazione nei contenuti si ebbe in seguito al congresso astronomico internazionale del 1911, in cui venne decisa l'adozione d'un unico meridiano fondamentale, quello di Greenwich, e la suddivisione del lavoro di calcolo, assumendo ognuno dei grandi uffici una parte determinata del lavoro. Con lo sviluppo preso in tal guisa dalle effemeridi astronomiche si sono venuti a creare a poco a poco libri che per gli usi abituali della navigazione risultano esuberanti sia per il contenuto sia per la precisione. Ne venne la necessità di fare pubblicazioni ridotte quali le Effemeridi astronomiche ad uso dei naviganti, edite dall'Istituto idrografico della regia Marina di Genova, o il Nautisches Jahrbuch, edito a Berlino dal Ministero delle comunicazioni, o l'Abriged Nautical Almanac di Londra.