MUIR, Edwin
Poeta, saggista e romanziere scozzese, nato il 15 maggio 1887 a Deerness Orkney, morto il 3 gennaio 1959 a Cambridge. Il padre era agricoltore ed egli fu l'ultimo di sei figli. Ancora ragazzo si trasferì a Glasgow insieme con la famiglia e dopo poco restò orfano. Ebbe un'adolescenza difficile per le disperate condizioni economiche, per la salute cagionevole e per un grave turbamento neuro-psichico. Dopo una crisi religiosa che lo portò ad abbracciare la dottrina evangelica, aderì al socialismo; ma abbandonò questa ideologia sotto l'influsso delle opere di Nietzsche. Le prime poesie e la raccolta di massime We moderns (1918) rivelano appunto tali influenze ma senza conseguire risultati estetici apprezzabili. Recatosi a Londra nel 1919, dopo il matrimonio con Willa Anderson, che molto contribuì a restituire equilibrio e serenità al poeta, partecipò alla redazione di periodici d'avanguardia come The New Age e il Freeman, tradusse Kafka e autori tedeschi moderni e contemporanei, e riuscì gradualmente a trovare la sua vena migliore e ad affermarsi come prosatore e come poeta. Dopo la seconda guerra mondiale fu direttore dell'Istituto britannico a Praga e a Roma, e in seguito fu direttore del Newbattle Abbey College (1950) e fu invitato in America a tenere un ciclo di conferenze presso l'università di Harvard (1955).
La sua opera è singolarmente libera da influssi diretti ed evidenti delle scuole contemporanee; tale sua indipendenza ha ritardato il pieno riconoscimento della sua opera che solo recentemente è stata apprezzata nel suo giusto valore. A parte qualche somiglianza tecnica e prosodica con T. S. Eliot e W. B. Yeats, la sua ispirazione rivela affinità piuttosto con Wordsworth, Blake e Hölderlin. Dopo i First poems (New York 1925) e altre raccolte minori, comparve The labyrinth (Londra 1949) che dà la piena misura della sua arte visionaria, e capace di raggiungere le radici e i sensi più riposti ed essenziali della vicenda umana. Tutte le poesie scritte fra il 1921 e il 1951 vennero pubblicate nel 1952. One foot in Eden (Londra 1956) non mostra segni di stanchezza ed è il naturale prolungamento dell'opera precedente.
Meno noti sono i suoi romanzi fra i quali occorre pure qui ricordare The three brothers (Londra 1931) e Poor Tom (ivi 1932) che comprendono molte notazioni autobiografiche. L'ultima versione di un precedente scritto apertamente autobiografico, An autobiography (ivi 1954), è opera, oltre che intrinsecamente assai valida, anche utilissima per una giusta comprensione dell'autore.
Fra i saggi critici si distinguono: The structure of the novel (New York 1928) e The present age (Londra 1939). Oltre alle opere già citate, Collected poems 1921-58, Londra 1960; J. Knox, ivi 1929; Scott and Scotland, ivi 1936; Essays on literature and society, ivi 1949.
Bibl.: R. Tschumi, Thought in Twentieth-Century English poetry, cap. II, Londra 1951; D. Stanford, Absolute values in criticism, in The Month, aprile 1951; J. C. Hall, E. M., Londra 1956.