PERINO, Edoardo
PERINO, Edoardo. – Nacque a Torino il 15 ottobre 1845 da Antonio e da Felicita Magnone, e fu battezzato il giorno successivo nella chiesa del Nostro Signore del Carmine. Secondogenito di cinque figli, imparò il mestiere dal padre, che lavorava come tipografo nella capitale sabauda.
Nel 1865, assieme al fratello maggiore Giovanni, si trasferì a Firenze, appena proclamata capitale del nuovo Regno d’Italia, dove conobbe e sposò Elisa Cini, da cui ebbe il figlio Antonio. Dal 1867 lavorò presso la tipografia di Giovanni Polizzi, che pubblicava principalmente il periodico anticlericale, appoggiato da Francesco Crispi, La Riforma, con uno stipendio di capomacchina di 100 lire settimanali, all’epoca molto consistente.
Considerate le grandi opportunità offerte dalla raggiunta unificazione, Perino colse immediatamente l’occasione di stabilirsi a Roma, quasi una terra vergine per l’editoria e il giornalismo, appena conquistata: con la moglie, un figlio piccolo e le tre sorelle Anna, Crescenza e Luisa al seguito, si trasferì nella neocapitale poco dopo l’annessione di Roma, probabilmente a fine dicembre 1870, dove aprì un’agenzia giornalistica in piazza Colonna, accanto al portone di Palazzo Ferrajoli.
La Guida Monaci riporta infatti il nome di Edoardo Perino, nella categoria «Agenzie giornalistiche», a partire dal 1872 con sede in piazza Colonna 360 e, dal 1875, nella stessa categoria, ma con sede in piazza Colonna 358.
L’offerta dei periodici era varia, dai giornali politici e satirici che aveva portato da Firenze a quelli stranieri come il Figaro e il Times; ma soprattutto Perino divenne il primo distributore organizzato della stampa periodica romana, in quel periodo molto fiorente.
Contemporaneamente iniziò una modesta attività tipografica per conto terzi, stampando biglietti da visita e fogli volanti di vario genere. Nel 1873 esordì come editore con la Vita e misfatti del famigerato Antonio Gasparoni, terrore delle provincie romane, un volume di cento pagine pubblicato a dispense e distribuito nelle edicole. Dopo qualche anno di pubblicazioni saltuarie, il ‘giornalaio’ decise di fare il salto di qualità per divenire un vero e proprio editore cosicché, nel 1882, acquistò i macchinari della tipografia Bodoniana, con sede in via Torino.
In quegli anni cambiò spesso domicilio, alla ricerca di un posto sufficientemente spazioso dove poter svolgere l’attività lavorativa al meglio; l’area dei suoi spostamenti era comunque concentrata in pieno centro, intorno a Fontana di Trevi, strategicamente vicina ai maggiori centri del potere politico. Agli inizi del 1884 risiedeva in via delle Muratte 12; poi, nel maggio 1884, si trasferì poco distante in vicolo Sciarra 64 dove rimase per qualche anno.
È in effetti con l’acquisto della tipografia che l’ex giornalaio iniziò la sua vera e propria attività di editore, inaugurando già nel 1882 moltissime collane editoriali, fra cui la Biblioteca Perino, destinata a durare fino alla chiusura della casa editrice, in cui furono dati alle stampe circa 70 romanzi di autori italiani e stranieri in volumi di circa 300 pagine, con uscita quindicinale, e venduti al prezzo di una lira circa. Nel 1891 la collana ospitò, tra l’altro, il romanzo d’esordio Fior di Sardegna della ventunenne Grazia Deledda, già sua collaboratrice per alcune riviste, e nel 1892 La tragedia di un cuore di Emma Perodi. Grande successo ottenne la collana dedicata alle opere di Francesco Domenico Guerrazzi, di cui Perino era profondo estimatore.
Nel 1887 decise di allargare il suo bacino di affari rilevando uno stabilimento molto ampio, in via del Lavatore 88, che fu dotato di macchinari e strumentazioni all’avanguardia. Nell’azienda lavoravano più di un centinaio di operai che avevano a disposizione venti macchine tipografiche e due litografiche: da novantuno operai dichiarati nel 1882 la tipografia passò a contarne 120 nel 1886, diventando in questa maniera una fra le maggiori stamperie romane per numero di lavoratori. La modernità degli impianti gli fece ottenere la medaglia d’argento e il diploma alla prima mostra industriale di Roma (maggio 1890); successivamente Perino venne insignito dal ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio di una medaglia per l’incremento dato all’industria tipografica e al commercio librario.
Caratteristiche fondamentali della produzione editoriale di Perino furono la pubblicazione a dispense, che permetteva anche ai ceti meno abbienti di acquistare opere corpose diluendo il costo nel tempo, e l’uso sapiente delle illustrazioni ‘a effetto’. Nelle sue collane apparve a stampa ogni tipo di opera: dai resoconti dei processi celebri pieni di dettagli truculenti e morbosi fino alle enciclopedie popolari distribuite in fascicoli, come la Storia d’Italia narrata al popolo di Luigi Stefanoni o l’Enciclopedia popolare illustrata di Francesco Sabatini; ma l’editore non mancò di pubblicare anche i grandi classici antichi e moderni da Orazio fino a Giosue Carducci. Monarchico e anticlericale, Perino promosse collane dedicate alla storia del processo risorgimentale e ai cosidetti ‘misteri’ legati alla Chiesa e ai gesuiti.
A partire dalla metà degli anni Ottanta Perino dedicò ampio spazio anche ai più giovani, con la pubblicazione del Giornale illustrato per ragazzi, nel 1886, diretto da Onorato Roux, cui seguirono poco dopo il Paradiso dei bambini, il Giornale illustrato di storia naturale e la Domenica dei bambini. Dedicata ai ragazzi fu anche la Biblioteca fantastica illustrata, in cui a pubblicazioni già note vennero affiancate opere originali e inedite.
Fra i collaboratori più stretti di Perino furono Ernesto Mezzabotta, Epaminonda Provaglio, Onorato Roux, Giacinto Stiavelli, Pietro Sbarbaro, Giggi Zanazzo (cui venne affidata, assieme a Sabatini, la direzione del giornale in vernacolo romanesco Il Rugantino, che ebbe larga diffusione), Grazia Deledda ed Emma Perodi. Quest’ultima diresse la rivista per l’infanzia Il tesoro dei bambini e pubblicò nella Biblioteca fantastica illustrata le sue Novelle della nonna (tra 1892 e 1893 in settanta dispense), lo Spirito degli animali (1893) e Le fate d’oro (1890).
Le edizioni Perino furono caratterizzate spesso dal rimaneggiamento delle pubblicazioni originali piegate a esigenze di promozione e di vendita (anche con titoli alternativi di maggior effetto), nonché da un largo uso delle illustrazioni, spesso riutilizzate anche in opere diverse. Tale atteggiamento, spesso aggressivo nei confronti del mercato e del pubblico, procurò a Perino diversi problemi con la giustizia e alcuni processi per plagio, mancato rispetto del diritto d’autore e immoralità. Il 31 maggio 1884 fu condannato a sei giorni di carcere e al pagamento di una multa di cento lire per offesa alla morale in seguito alla pubblicazione del volume XXIII delle Memorie di Giacomo Casanova, di cui fu ordinato il sequestro in tutta Italia. Altri processi furono istruiti nel 1888 per i racconti ritenuti osceni nel giornalino umoristico Almanacco del Cri-Kri (conclusosi con la prescrizione del reato penale un anno dopo) e nel 1894 per le illustrazioni, ritenute offensive della morale, contenute nel romanzo I misteri dei conventi di Davide Besana (l’iter processuale si concluse nel 1897, dopo la morte di Perino, con la condanna dell’autore e del revisore Epaminonda Provaglio). Nel 1893 Perino fu inoltre chiamato in causa dalla ditta Müller & Lohse di Dresda per aver ‘copiato’ alcune litografie, tuttavia un anno dopo il tribunale italiano dichiarò l’insussistenza del reato.
Affetto da febbre malarica cronica e stabilitosi a Rocca di Papa, vicino a Roma, nel gennaio 1895, Perino vi morì il 30 agosto 1895.
La fortuna della casa editrice, fortemente legata alla personalità dinamica e produttiva del fondatore, si esaurì ben presto e il figlio Antonio si vide costretto a dichiarare fallimento nel 1897.
Fonti e Bibl.: Necrologio, in L’Arte della stampa, 1895, 9, p. 69.
G. Petrai, Un editore originale d’altri tempi: E. P., in La Tribuna illustrata, XII (1904), 16, p. 4; G. De Rossi, L’ officina di P., in Roma, VI (1928), 1, pp. 34-42; Id., Il romito di Castelgiocondo: memoriale di Eutichio Tuttibozzi, Milano 1928; Id., Farfalle sotto l’arco di Tito: cose e persone della Roma di prima, Roma 1941, ad ind.; A. Sommaruga, Cronaca bizantina: 1881-1885: note e ricordi, Milano 1941, ad ind.; U. Vichi, E. P., stampatore per il popolo, Roma 1967; P. Scapecchi, Una donna tra le fate. Ricerche sulla vita e sulle opere di Emma Perodi, Poppi 1993; M.I. Palazzolo, Editoria e istituzioni a Roma tra Settecento e Ottocento. Saggi e documenti, Roma 1994, ad ind.; Ead., L’editoria romana tra dominio pontificio e unificazione italiana, in Ricerche storiche, XXV (1995), 3, pp. 635-670; R. Carrarini, Il paradiso dei bambini: libri e periodici per l’infanzia dell’editore romano E. P., in Editori e piccoli lettori tra Otto e Novecento, a cura di L. Finocchi - A. Gigli Marchetti, Milano 2004, pp. 109-120; Editori italiani dell’Ottocento. Repertorio, a cura di A. Gigli Marchetti et al., II, Milano 2004, p. 894; M.I. Palazzolo - S. Mori - G. Bacci, E. P.: un editore popolare nella Roma umbertina, Milano 2012.