DURAME
. Con questa parola latina (da durus "duro"), s'indica la parte centrale, più vecchia, del corpo legnoso degli alberi, detta anche cuore o massello del legno. Nella maggior parte degli alberi, il legno generato dal cambio funziona per un periodo limitato: dopo un certo tempo gli elementi conduttori del legno, cioè i vasi, si occludono per opera delle cellule limitrofe parenchimatiche, che fanno ernia attraverso le punteggiature delle pareti, riempiendo completamente la cavità del vaso (tilli). Infine le cellule viventi del legno, prima di morire, sciogliendo le loro sostanze di riserva, dànno origine a varî corpi antiputrescibili, come composti tannici, sostanze resinose e gommose, ecc., che imbevono le membrane del legno e riempiono in parte la cavità delle cellule e dei vasi. Si costituisce così il durame, che è completamente morto, e che serve solo a dare più resistenza al tronco. Esso è circondato dall'alburno (v.). Il cuore del legno si riconosce per la maggior durezza e compattezza, e per il colore più scuro datogli dai composti d'ossidazione del tannino: può essere di color bruno (quercia) o anche addirittura nero (ebano). In certe specie il cuore fornisce sostanze coloranti industriali, come il colore rosso del legno del campeggio che fornisce l'ematossillina. In certi casi nei vasi del cuore del legno si trovano depositate sostanze inorganiche, come carbonato di calcio (Ulmus campestris, Fagus silvatica) o silice amorfa (legno tek). Nelle specie in cui non si svolgono i processi sopra descritti, il duramen è facilmente putrescibile e il centro dell'albero, invecchiando, diventa cavo per la distruzione degli elementi (olivo, salici). Rari sono gli alberi col solo alburno (aceri, betulle).