DUFOUR
Famiglia di pittori originari della Savoia, operosi a Torino nel sec. XVII. Capostipite può essere considerato Pierre, figlio di Denis, nato a Saint-Michel-en-Maurienne (Savoia) in data imprecisata. Nel 1627 è ricordato per la prima volta ad Annecy, dove ricevette la cittadinanza in compenso di un ritratto di S. Francesco di Sales, che doveva essere collocato nel municipio della città. Dieci anni dopo (22 maggio 1637) Pierre viene ricordato in un documento notarile come "peintre et sculpteur" (Schede Vesme, 1966, pp. 421 s.). Il 28 febbr. 1643 diventò sindaco di Saint-Michel (ibid., p. 422). Nel 1650-57 ebbe una controversia con il conte Dominique Favre, consigliere di Stato e generale delle Finanze di Savoia, per il quale aveva eseguito un considerevole numero di dipinti. Nello stesso 1657 cedette tutti i suoi beni ai figli maschi: Pierre, Laurent, Maurice, Gabriel, i quali, in cambio, nel 1660 saldarono i suoi debiti con il conte Favre. Pierre fu sepolto il 10 ag. 1671 a Saint-Michel (Truchet, 1881; riportato in Schede Vesme, p. 422).
Gabriel, figlio di Pierre, nacque a Saint-Michel-en-Maurienne dove fu battezzato il 29 giugno 1640 (Schede Vesme, p. 423). Si formò nell'atelier del padre insieme con i fratelli Pierre e Laurent ed ebbe anche lui, come i fratelli, la qualifica di "pittore di S.A.R." ma, a detta del Truchet, non si trasferì a Torino come loro, bensì rimase a Saint-Michel per assistere il padre ed amministrare i beni di famiglia.
In un documento del 13 febbr. 1665 viene citato come "peintre, sculpteur et architecte", mentre acquistava da Jean Dufour, scultore di Saint-Michel, una vigna che diede in usufrutto a suo padre e, dopo la morte di questo, a sua sorella Jeanne-Claudine (Schede Vesme, p. 424). Nel 1672 venne designato, per l'anno successivo, sindaco di Saint-Michel, ma Carlo Emanuele II chiese di dispensarlo, nonostante il parere contrario della popolazione e del castellano. Nel 1674 si sposò con Marguerite Didier.
Di Gabriel il Vulliermet (1876, riportato in Schede Vesme, pp. 433-435) ricorda alcuni dipinti esistenti in Savoia: S. Brigida in estasi (1677) e S. Elisabetta nella cattedrale di Saint-Jean-de-Maurienne; una Madonna del Rosario nella chiesa di Montdenis; una Natività nella cappella di Montandré sur Hermillon; opere a Saint-Sorlin d'Arves, a Saint-Jean-d'Arves e a Prés-Plan; a questo elenco il Truchet (1881, cit. in Schede Vesme, p. 435) aggiunge un ritratto di Principessa di Casa Savoia, datato 1684, per il capitolo di Saint-Jean-de-Maurienne. Il Vesme (p. 435) ricorda inoltre alcune incisioni di G. Tasnière tratte da dipinti di Gabriel, come il ritratto di Ercole Berzetti, vescovo di Moriana e quelli del Conte Tomaso Graneri e del Conte Verdina.
Gabriel morì a Saint-Michel-en-Maurienne il 19 ott. 1721 (Schede Vesme, p. 427).
Pierre e Laurent, anche essi figli di Pierre, nacquero entrambi a Saint-Michelen-Maurienne in data imprecisata. Giunsero in Piemonte verso il 1650. Nel 1663 vennero pagati per lavori di decorazione nel palazzo reale di Torino ispirati alle opere letterarie ed emblematiche di E. Tesauro (cfr. Griseri, 1963): ventiquattro quadretti con imprese per il fregio nel gran gabinetto (oggi sala della colazione) e otto monogrammi con gigli nel fregio attorno all'ovale di B. Caravoglia nella camera dell'alcova. Altri lavori in palazzo reale ("dieci quadri di fiori per le colonne della piccola galleria") vennero pagati ai due fratelli nel 1665 (Schede Vesme, p. 428). Nel 1665 e ancora nel 1672 Laurent fu priore dell'Accademia di S. Luca di Torino. In un documento del 14 febbr. 1667 un pittore Dufour non meglio identificato riceve "L. 67, 10 per il prezzo di due piccioli protratti uno di S.A.R. e l'altro di Madama Reale mandati in Francia" (ibid.) e nel 1672 "al pittore Doufour, per il prezzo di due ritratti di S.A.R. e di Madama Reale e del Ser.mo Principe di Piemonte in piedi, mandati al marchese di S. Moris et al medico in Molinetti, L. 189" (ibid.).
Nel 1674 Pierre riceve L. 12 e Laurent L. 18 in quanto sono "fra quelli ch'hanno travagliato per l'opere fatte in occasione della pietra fondamentale messa all'agrandimento della presente città" (ibid.). All'8 giugno 1674 data una "Lista delli ritratti fatti da me Lorenzo Duffour per servizio di S.A.R." (ibid.). Tra il 1675 e il 1678 numerosi altri pagamenti ai Dufour, spesso senza indicazione del nome (è sottinteso che si tratta di Pierre o di Laurent), dimostrano soprattutto la loro attività di ritrattisti per la corte torinese.
Nel 1679 due pagamenti agli eredi e alla vedova di Laurent (Anne-Marie Tarpon) indicano che era già morto (ibid., p. 429).
Altri pagamenti per ritratti vengono documentati al pittore Dufour (certamente Pierre) negli anni 1679-82. Alcuni di questi ritratti sono inviati Oltralpe, in Francia, a Vienna, in Savoia e in Portogallo (ibid., p. 430).
Il 19 dic. 1687 Pierre chiedeva anche a nome del fratello Gabriel e del nipote Gabriel, "figlio legitimo e naturale" di Laurent, di potere usufruire del privilegio dell'arma gentilizia loro concessa nel 1672 (ibid.). Pagamenti a Pierre per l'attività ritrattistica proseguirono inoltre per gli anni 1689-1692 (ibid.).
Pierre morì nel 1702, tra il 1° gennaio e il 19 marzo (ibid., p. 432). Si era sposato nel 1669 con Anne-Marie Sestier, morta prima del 1672, e una seconda volta con Chiara Margherita Cazuli di Torino.
Le opere rimaste di sicura attribuzione a Pierre e a Laurent sono poche. In base ai confronti con le opere documentate nella sala della colazione e nella camera dell'alcova nel palazzo reale di Torino, la Griseri (1963 e 1967) propone di riferire a Laurent la volta della camera di Madama Reale (databile al 1675 circa) nel palazzo reale di Torino, con l'Apoteosi di Giovanna Battista di Savoia Nemours, e quella del gabinetto delle imprese, con le Imprese dei principi di Savoia, nel palazzo Madama sempre a Torino (ma vedi, per contro, Mallè, Le arti fig. in Piemonte ...). A Laurent è stata di recente attribuita (Di Macco. 1989) anche la tela con Sant'Aratore che riceve la dignità cardinalizia (1663 ca.) nella chiesa di S. Francesco d'Assisi a Torino; a un suo collaboratore, nella medesima chiesa, un S. Filogono che disputa con Ario (1663 ca.; ibid.). Entrambi questi dipinti mostrano elementi di cultura del Caravoglia (a cui in passato erano riferite) e di C. Dauphin.
Al solo Pierre è stata attribuita l'Adorazione dei pastori nella terza cappella a sinistra della chiesa di S. Lorenzo a Torino (Bartoli, 1776; Tamburini, 1968).
Il Vesme (p. 435) ricorda alcune incisioni tratte da dipinti di Laurent: i ritratti di Maria Giovanna Battista di Nemours e di Carlo Emanuele II, incisi da R. Nanteuil; del Medico G. F. Arpino, inciso da A. Depiene; del Marchese di Gresy, inciso da G. Tasnière come pure quello del Conte Turchi. Basandosi per l'appunto sulle incisioni, il Viale (1942) assegna a Laurent il ritratto di Giovanna Battista di Savoia-Nemours, e quello di Carlo Emanuele II, conservati nel Museo civico d'arte antica di Torino (L. Mallè, I dipinti del Museo d'arte antica, [catal.], I, Torino 1963, p. 56).
Il figlio di Pierre, Laurent Guillaume Cajetan, nato a Torino nel 1682, è l'ultimo pittore della famiglia (Schede Vesme, p. 428).
Nel 1705 è citato in un censimento degli abitanti di Torino. Stabilitosi a Saint-Michel presso lo zio Gabriel, nel 1709 sposò Marguerite Rivol e nel 1723, rimasto vedovo, passò a seconde nozze con Marie-Anne Bertrand. L'11 genn. 1713, insieme con lo zio Gabriel diede la procura a suo fratello Gabriel, avvocato, rimasto in Piemonte, per vendere la vigna che possedevano sui colli torinesi. Fece testamento il 12 ag. 1734 e fu sepolto il 14 agosto dello stesso anno (ibid.).
Fonti e Bibl.: Torino, Accademia delle scienze: G. Vernazza, Schede manoscritte; F. Bartoli, Notizia delle pitture, sculture ed architetture d'Italia, I, Venezia 1776, p. 30 (per Pierre di Pierre); F.N. Durando di Villa, Ragionamento, Torino 1778, p. 46; O. De Rossi, Nuova guida per la città di Torino, Torino 1781, p. 47; L. Lanzi, Viaggio del 1793 pel Genovesato e il Piemontese. Pittori ... [1793], a cura di G.C. Sciolla, Treviso 1984, p. 33; J.-L. Grillet, Dictionnaire historique du département du Montblanc, I, Chambéry 1807, p. 331 (anche Pierre di Denis); M. Paroletti, Turin et ses curiosités, Turin 1819, p. 385; L. Rovere, Descrizione del real palazzo di Torino, Torino 1858, pp. 133-135, 158; A. Dufour-F. Rabut, Les peintres et les peintures en Savoie du XIII° au XIX° siècle, in Mémoires et documents publiés par la Société savoisienne d'histoire et d'archéologie, (Chambéry), XII (1870), pp. 170-72 (Pierre di Denis), 173 (Gabriel), 181 (Laurent di Pierre); P. Vulliermet, Notes et documents sur les frères. D. de Saint-Michel-en-Maurienne ..., in Travaux de la Société d'histoire et archéologie de la Maurienne (Chambéry), IV (1876), pp. 105-130; A. Dufour, Note sur le peintre Pierre D., ibid., p. 394 (per Pierre di Denis); S. Truchet, La famille des peintres D., de St.-Michel-en-Maurienne, ibid., V (1881), pp. 102-138; A. Telluccini, Il palazzo Madama di Torino, Torino 1928, pp. 115 ss.; V. Viale, La pittura in Piemonte nel Settecento, in Torino …, XXII (1942), 6, pp. 7 s.; M. Bernardi, Ilpalazzo reale di Torino, Torino 1959, tav. 111; A. Griseri, Pittura, in Mostra del barocco piemontese (catal.), II, Torino 1963, pp. 59 s.; Schede Vesme, II, Torino 1966, pp. 421-435; A. Griseri, Le metamorfosi del barocco, Torino 1967, p. 209; L. Tamburini, Le chiese di Torino dal Rinascimento al barocco, Torino 1968, p. 212; L. Mallè, Palazzo Madama in Torino, I, Torino 1970, pp. 110 s., 143 s., 174, 188 s.; Id., Le arti figurative in Piemonte dal secolo XVII al secolo XIX, II, Torino s.d., pp. 63 ss., 68 (per Pierre e Laurent); M. Bernardi, Torino. Storia e arte ..., Torino 1975, pp. 51 s., 56, 64 s., 109; M. Di Macco, La comunicazione simbolica di precetti morali nei due fregi del palazzo torinese, in Palazzo Lascaris. Analisi e metodo di restauro, Padova 1979, p. 35; G.C. Sciolla, Le ricerche storiche sulle arti nei manoscritti del barone G. Vernazza conservati all'Accademia delle scienze di Torino, in Mem. dell'Acc. delle scienze di Torino, cl. di sc. morali..., s. 5, VI (1982), pp. 55 s.; P. San Martino, in La pittura in Italia. Il Seicento, II, Milano 1988, p. 730 (v. anche Indice); Diana trionfatrice. Arte di corte nel Piemonte del Seicento (catal.), a cura di M. di Macco-G. Romano, Torino 1989, pp. 38 ss., 57 n. 62, 201 s. nn. 226, 227; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 91.