Drifters
(GB 1928, 1929, bianco e nero, 46m a 24 fps); regia: John Grierson; produzione: Stephen Tallents per New Era Film/Empire Marketing Board; sceneggiatura: John Grierson; fotografia: Basil Emmott; montaggio: John Grierson; scenografia: John Skeaping.
I pescatori lasciano il loro villaggio costiero per imbarcarsi sui drifters del Mare del Nord, navi su cui si pratica la pesca di aringhe con reti alla deriva. Quaranta miglia al largo della costa, una chiazza scura sulla superficie dell'acqua indica la presenza di un banco di aringhe. La complessa operazione di lancio delle reti occupa la maggior parte della giornata. Mentre l'equipaggio cena, piccoli squali e anguille si avvicinano all'imbarcazione per cibarsi a loro volta delle aringhe. Il giorno seguente le reti vengono issate a bordo con l'aiuto di cavi e di un argano a motore; l'intera operazione dura più di otto ore. Nel cielo si raduna intanto uno stormo di gabbiani. Con un carico approssimativo di 150.000 aringhe, il peschereccio si dirige a tutta velocità verso il più vicino mercato ittico della costa. I mediatori vendono il pesce, che viene posto in contenitori pieni di ghiaccio per poi raggiungere, tramite le navi e i treni, i mercati di tutto il mondo.
"È una storia di mare e di pescatori", scriveva entusiasta John Grierson sulla rivista "Close Up" nel novembre 1929, "e non c'è nemmeno un attore di Piccadilly in questa opera... Gli uomini e il loro lavoro sono il sale della terra; il mare è un attore più grande di [Emil] Jannings o di [Fyodor] Nikitin... Se siete in grado di raccontarmi una storia con un miglior crescendo di energie, atmosfere e tutto ciò che forma l'insieme e la sostanza del cinema, vi prometto che ne farò un film appena posso". Il commento di Grierson, pubblicato lo stesso mese della prima proiezione pubblica di Drifters (avvenuta il 10 novembre 1929 presso la Film Society di Londra), evidenzia alcune delle ragioni per cui questo pionieristico documentario inglese suscitò subito interesse e si guadagnò poi un posto importante nella storia del cinema. Anziché attori inglesi che fingevano di essere duchi, valletti o fanciulle di campagna, Grierson pose davanti alla cinepresa autentici pescatori, realmente impegnati in un lavoro faticoso tra le onde di un mare inospitale. Invece di utilizzare un racconto convenzionale, costruì il suo film a partire da immagini girate e montate nel rispetto (e nella padronanza) dei metodi del cinema sovietico, come pure delle tecniche meno estreme di Robert Flaherty. Agli occhi di un pubblico inglese interessato al cinema sia come nuova forma d'arte che come strumento di servizio pubblico, Drifters appariva come uno splendido suggerimento di nuove possibilità, lontano dalle restrizioni imposte dal cinema commerciale. Prodotto per l'Empire Marketing Board (il Ministero del Commercio dell'Impero), apparentemente per far conoscere le meraviglie dell'industria ittica britannica, di fatto Drifters servì soprattutto a far conoscere Grierson e la sua scuola di cinema documentario, fondata su ciò che il regista definiva "il trattamento creativo della realtà".
La produzione del film ebbe inizio nel luglio 1928 con base a Lerwick, nelle isole Shetland, al largo delle coste scozzesi, da cui Grierson e il suo operatore Basil Emmott partirono con un'imbarcazione 'requisita', un equipaggio di pescatori, un'esile sceneggiatura e la ferma intenzione di cogliere la bellezza d'un duro ma onesto lavoro a contatto con gli elementi naturali. Quando le aringhe del luogo si rifiutarono di radunarsi in un banco per essere riprese, la troupe si spostò più a sud, nel mare davanti a Lowestoft, dove le aringhe si dimostrarono più collaborative. Le scene all'interno del peschereccio furono girate sulla terraferma al mercato ittico di Lerwick, in un set realizzato dallo scultore John Skeaping. Le riprese furono completate entro la fine del novembre 1928; il montaggio, realizzato da Grierson con l'aiuto della sua assistente (e futura moglie) Margaret Taylor, continuò fino all'estate successiva. L'attento studio dei metodi di montaggio sovietici appare in alcune giustapposizioni e dissolvenze di immagini che ritraggono gli uomini, i loro strumenti di lavoro e il cielo; e quando Drifters venne presentato alla Film Society, il programma prevedeva anche, e non a caso, la prima proiezione inglese di Bronenosec Potëmkin di Sergej Ejzenštejn. Il film, tuttavia, resta influenzato soprattutto da Flaherty, nel tranquillo flusso delle immagini, nell'interesse per l'aspetto pittoresco della natura e nell'aura romantica che avvolge il soggetto, nonostante l'intento di mostrare, come recita la didascalia di apertura, "l'operato di una moderna industria". La struttura e il lessico delle didascalie spesso sottolineano la suggestione lirica delle immagini (nubi che si addensano nel cielo, il volo dei gabbiani, o la bianca scia di schiuma che si forma sull'acqua al passaggio dell'imbarcazione). Mentre molti critici dell'epoca riconobbero sia nello stile che nel soggetto del film un coraggioso allontanamento dalle regole del cinema inglese, anche allora alcuni dissidenti puntarono il dito contro il pittoricismo di Grierson. "Dov'è la gente in questo film?", si chiedeva il critico americano Harry Alan Potamkin su "Close Up"; su "Cinema Quarterly" David Schrire sottolineava la mancanza di interesse, da parte di Grierson, per la realtà economica dell'argomento, il salario dei pescatori o il prezzo di mercato delle aringhe pescate con tanta fatica. Il tempo avrebbe reso il romanticismo di Grierson ancora più evidente: le nostre attese nei confronti di ciò che chiamiamo realismo cinematografico, divenute più rigorose, hanno finito per appannare la reputazione del film. I primi piani dello squalo e degli altri 'cattivi' del mare furono realizzati nell'acquario di un laboratorio di Plymouth e poi inseriti grazie al miracolo del montaggio; ma il realismo risulta assai più compromesso dall'alternanza tra le immagini dell'autentica imbarcazione, beccheggiante nelle scene in esterno, e quelle dei suoi interni ricostruiti in studio, immobili come una roccia. Essendo di fatto un film muto di genere non narrativo, Drifters presenta anche problemi di proiezione. La variazione della velocità di proiezione può modificarne la durata da 46 minuti circa a un'ora, cosa potenzialmente disastrosa per un film dal ritmo drammatico già così essenziale. L'accompagnamento musicale, preparato dallo stesso Grierson per la Film Society ricorrendo ampiamente all'ouverture Fingals Höhle di Mendelssohn, venne poi registrato e commercializzato a parte.
Se il tempo ha fatto sì che Drifters non sembri più il capolavoro d'un tempo, la sua importanza nella storia del cinema inglese rimane comunque immutata. Dopo Drifters Grierson ebbe rare occasioni di lavorare come regista, e non ottenne mai più lo stesso successo di pubblico. Aveva tuttavia già indicato un possibile cammino ed era riuscito a riunire intorno a sé giovani come Basil Wright, Edgar Anstey, Arthur Elton e altri che, da lui direttamente controllati o soltanto influenzati, cercarono di portare avanti gli ideali del documentario inglese per l'Empire Marketing Board, la GPO Film Unit (Unità Cinematografica delle Poste Centrali) e i loro vari successori e concorrenti.
Grierson on documentary, a cura di F. Hardy, London 1946 (trad. it. Roma 1950).
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