DRAGONE (probabilmente dal nome della corta carabina di cui erano armati; fr. dragon; sp. dragón; ted. Dragoner; ingl. dragoon)
Soldato di un corpo militare a cavallo, che tiene il mezzo tra la cavalleria pesante e la leggiera, molto impiegato nei secoli XVII e XVIII. Il Grassi collega l'origine dei dragoni agli archibugieri a cavallo italiani, introdotti in Francia dallo Strozzi nella prima metà del Cinquecento; altri autori invece affermano che Giovanni dalle Bande Nere introdusse, fin dal 1520 circa, l'uso di trasportare i suoi archibugieri sopra ronzini di poco prezzo, dai quali smontavano per combattere. E da questo fatto il Ricotti farebbe derivare i dragoni. Gli storici francesi affermano invece essere i dragoni un'istituzione tutta francese, ed essersi veduti per la prima volta nella battaglia di Ceresole (1544), combattuta dal maresciallo de Brissac. Il De Chesnel, pur ritenendo de Brissac istitutore dei dragoni, scende all'anno 1554. Comunque sia, in Francia i dragoni furono detti cavalleria di linea; in Germania essi erano ascritti alla cavalleria leggiera insieme con gli ussari e i cavalleggeri, e così in Austria insieme con gli ussari e gli ulani.
Nell'esercito sardo e piemontese, Carlo Emanuele II istituì nel 1668 i primi reggimenti d'ordinanza di cavalleria e si ebbero i dragoni di S. A. R. e i dragoni di Madama Reale. Poco dopo, furono creati da Vittorio Amedeo II i dragoni blu e da Carlo Emanuele II nel 1689 i dragoni verdi e, finalmente, nel 1690 furono creati i dragoni del Piemonte e i dragoni gialli. Tutti questi reggimenti si dicevano di cavalleria pesante. La divisa dei dragoni blu (poi detti "del re") era: cappello a larghe falde di panno nero orlato di bianco; abito lungo, chiuso, azzurro scuro foderato di rosso, con grandi alamari e bottoni bianchi; paramani rossi; sciarpa azzurra alla vita; il mantello era dapprima dello stesso colore dell'abito con colletto e fodera rossa; i pantaloni erano larghi, color solferino. I dragoni portavano anche stivali alla scudiera di cuoio naturale. Il 3 gennaio 1726 vennero formate in Pinerolo 3 compagnie speciali inviate in Sardegna per servizio di pubblica sicurezza (dragoni di Sardegna). Cambiarono spesso di ordinamento e anche di nome; poi passarono nei carabinieri (v.). Nel 1736 si ebbero in Piemonte i dragoni della regina e nel 1774 i dragoni del Chiablese e i dragoni dei campamenti, soppressi nel 1798. Dopo la restaurazione il nome di dragoni fu dato da Vittorio Emanuele I a due reggimenti: dragoni del re e dragoni della regina. I dragoni del re ebbero elmo nero con frontale, sottogola, filettatura e cresta dorata con parte della cresta (ai lati) di piuma azzurra; abito a vita a falde corte, azzurro; colletto e paramani rossi con fregi d'argento; pantaloni azzurri; sciarpa, pendagli e dragona d'oro; sciabola con elsa e guardia dorate e fodero di metallo bianco; stivalì neri, corti e stretti alla gamba. La divisa dei dragoni della regina differiva solo nel colletto e nei paramani che erano bianchi. I dragoni furono disciolti in seguito ai fatti del 1821 e diedero origine, coi loro elementi, ai dragoni Piemonte (che poi divennero reggimento Novara o 5° reggimento) e ai dragoni del Genevese (da cui il reggimento Genova, o 4° o Genova cavalleria).
Oltre al Piemonte ebbero dragoni quasi tutti gli stati italiani. I dragoni di Toscana hanno dato origine all'odierno reggimento Firenze (9°). Dragoni ebbero anche il Regno delle due Sicilie e il Regno Italico napoleonico. I dragoni pontifici facevano parte dell'esercito mobilitabile, e apparivano sempre nei cortei religiosi. È rinomata la galoppata dei dragoni prima della corsa dei barberi, lungo il Corso. In tenuta di gala avevano elmo nero con coccia d'argento, cimiero dorato a testa di drago con pennacchio di crini rossi e criniera nera; giubba attillata color verde scuro con petto, collo e paramani rossi; spalline di cordonetto bianco per gli uomini di truppa e d'argento per gli ufficiali; pantaloni azzurri chiari con banda rossa; sciabola diritta con elsa dorata.
In artiglieria era detta dragone la doppia colubrina capace di proiettili di ferro da libbre 40, 50 in 60, ecc.