McGuire, Dorothy
Attrice cinematografica statunitense, nata a Omaha (Nebraska) il 14 giugno 1918 e morta a Santa Monica il 13 settembre 2001. Presenza discreta, gentile e misurata, è passata alla storia del cinema per l'inimitabile interpretazione di Helen Capell, la giovane muta presa di mira da un feroce assassino in The spiral staircase (1946; La scala a chiocciola) di Robert Siodmak. Ottima attrice teatrale, dagli anni Cinquanta si vide affidare per lo più ruoli di caratterista o comunque di secondo piano, spesso di moglie e madre, compreso quello interpretato nel grande successo di Delmer Daves A summer place (1959; Scandalo al sole).
Cominciò a recitare prestissimo in teatro e nel 1930 partecipò a A kiss for Cinderella accanto a Henry Fonda. Successivamente s'impose a Broadway nel ruolo di Emily in Our town (1938) di Th. Wilder e quindi ottenne un successo personale in Claudia (1941) di R. Franken, nella parte di una moglie bambina dal fascino schivo ed elusivo. Il produttore David Selznick acquistò i diritti della pièce, ma li cedette alla 20th Century-Fox che ne trasse l'omonimo film (1943) diretto da Edmund Goulding, con la McG. nel medesimo ruolo. L'attrice ebbe così modo di esordire nel cinema come protagonista, pur se in una parte già interpretata a teatro, e il pubblico ne decretò l'immediato successo. Sostituì Gene Tierney in A tree grows in Brooklyn (1945; Un albero cresce a Brooklyn) di Elia Kazan e con la sua interpretazione di madre affettuosa e paziente riscosse il consenso della critica più severa. Prestata alla RKO, recitò in tre importanti film: The enchanted cottage (1945; Il villino incantato) di John Cromwell, nel quale è una ragazza scialba che s'innamora di un reduce sfigurato; l'indimenticabile The spiral staircase, un classico dell'orrore girato in stile espressionista; e Till the end of time (1946; Anime ferite) di Edward Dmytryk, in cui è una vedova di guerra che si lega a un giovane appena tornato dal fronte. Recitò invece senza eccessiva convinzione nel seguito del suo film d'esordio Claudia and David (1946; La vita è nostra), questa volta per la regia di Walter Lang. Apparve controllata come sempre, ma più elegante e raffinata del solito, al fianco di Gregory Peck in Gentleman's agreement (1947; La barriera invisibile) di Kazan, per il quale si aggiudicò una nomination all'Oscar. Pur essendo giunta al massimo delle sue capacità espressive, in seguito non ricevette più offerte stimolanti: affiancò Burt Lancaster nell'eccentrica commedia Mister 880 (1950; L'imprendibile signor 880), ancora di Goulding, poi lasciò freddi pubblico e critica con Invitation (1952; Perfido invito) di Gottfried Reinhardt, al fianco di Van Johnson. Tornò a Broadway, al Playmouth Theatre, per recitare al fianco di Richard Burton in Legend of lovers (1951-52), testo scritto da J. Anouilh e diretto da Peter Ashmore. Lavorò per la televisione, poi apparve in un film di notevole successo commerciale, Three coins in the fountain (1954; Tre soldi nella fontana) di Jean Negulesco, nel quale è la più sfiorita delle tre donne americane che trovano l'amore a Roma. Si trovò sempre più spesso a impersonare donne più mature della sua età: per es. in Trial (1955; L'imputato deve morire) di Mark Robson, ove ricopre il ruolo piuttosto incolore della segretaria di un avvocato (Glenn Ford). Decisamente incisiva fu invece la parte della trepida moglie di un quacchero (Gary Cooper) in Friendly persuasion (1956; La legge del Signore) di William Wyler. Accettò quindi un ruolo rifiutato da Barbara Stanwyck in This earth is mine (1959; La mia terra) di Henry King, accanto a Rock Hudson, e si ritrovò nel cast di A summer place diretta da Daves, sotto la cui regia avrebbe recitato ancora in Susan Slade (1961; Qualcosa che scotta), dove è una madre che, per evitare uno scandalo, finge di essere stata lei a partorire il bambino illegittimo di sua figlia. Nel 1965, accanto a Max von Sydow nel ruolo di Gesù, impersonò la Madonna in The greatest story ever told (La più grande storia mai raccontata) di George Stevens. Da allora lavorò prevalentemente per la televisione facendosi notare nel 1978 nella parte della madre delle sorelle March in Little women di Gordon Hessler, tratto dal romanzo di L.M. Alcott.