DOROTHEOS (Dorotheus)
3°. - Pittore greco, di origine ed epoca ignota, noto solamente da un passo di Plinio (Nat. hisr., xxxv, 91) come autore di un'Afrodite Anadiomene, copia dell'opera omonima di Apelle. Plinio infatti dice che, poiché il famoso dipinto di Apelle che stava nel tempio del Divo Cesare a Roma si era rovinato, specialmente nella parte inferiore, Nerone lo Sostituì con una copia dipinta da Dorotheos. Quello però che Plinio tace è il periodo in cui D. visse: non sappiamo quindi se fosse un pittore ellenistico, di poco posteriore ad Apelle e la sua opera esistesse già da tempo, o se fosse contemporaneo di Nerone che gli commissionò direttamente la copia del dipinto. Generalmente si propende per la prima ipotesi.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl, II, Stoccarda 1889, p. 308; O. Rossbach, in Pauly-Wissowa, V, 1905, c. 1575, s. v.; W. Klein, Geschichte d. griech. Kunst, III, Lipsia 1907, p. 11; B. Sauer, in Thieme-Becker, IX, 1913, p. 486, s. v.; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 160.