GIANNECCHINI, Doroteo (al secolo Massimino)
Nacque a Pascoso di Pescaglia, presso Lucca, il 9 dic. 1837, da Giovanni Antonio e Maria Domenica Giannecchini.
Dopo aver studiato sotto la guida del padre e dei parroci di Pascoso, nel novembre 1851 sostenne l'esame pubblico di grammatica latina, italiano, poetica e geografia per entrare nel seminario arcivescovile di S. Martino di Lucca. Il 30 ag. 1853 si trasferì al convento di San Cerbone (Lucca) come novizio dell'Ordine francescano, professando i voti religiosi il 31 ag. 1854 con il nome di Doroteo. Seguì, poi, i corsi di materie letterarie nel convento di Colleviti di Pescia, di filosofia a Giaccherino (Pistoia) e quindi iniziò gli studi teologici nel convento francescano di Lucca. Il 18 ott. 1858 ricevette il diaconato nel palazzo vescovile di Pescia, concludendo un lungo periodo di studi severi e di rigorosa formazione alla vita francescana.
Il convento francescano di Lucca era diventato in quegli anni lo Studio generale dove giungevano i giovani frati che manifestavano doti speciali o che avevano ricevuto destinazioni difficili dai loro superiori. In particolare, dal 1827 al 1840 vi aveva risieduto p. José Matraya e Ricci, che, dopo aver vissuto molti anni in Perù e in Bolivia, ritornato in Italia, era stato incaricato dal governo peruviano di riprendere con la S. Sede i contatti interrotti nel periodo delle guerre d'indipendenza. E nel 1865 nello stato di composizione della comunità furono registrati ventotto giovani francescani trasferiti in America latina.
Nel convento lucchese il G. maturò la decisione di partire missionario in America latina. Il 21 giugno 1859 s'imbarcò a Genova e il 28 agosto arrivò al porto di Montevideo; di lì, via terra, giunse a Tarija, in Bolivia, la notte del 4 genn. 1860.
Suo primo impegno fu quello di concludere gli studi teologici. Non avendo l'età canonica per accedere al sacerdozio, dovette chiedere la relativa dispensa alla S. Sede e l'11 sett. 1860 fu ordinato presbitero a Cochabamba.
Il convento di Tarija era collegio di Propaganda Fide che includeva nella sua circoscrizione missionaria le riduzioni dei Guaranì del Chaco. L'attività missionaria dei francescani tra i Guaranì era iniziata nel 1755 ed era diretta da un prefetto delle missioni, che godeva di poteri quasi episcopali, con personale di origine spagnola. Dal 1835, per riempire i vuoti creati dal processo d'indipendenza della Bolivia (1825), erano cominciati ad arrivare i frati italiani.
Il G. fu inviato dal prefetto p. Giuseppe Giannelli alla riduzione, recentemente fondata, di Chiriguanos, Noctenes e Tobas di San Francesco Solano sulle rive del Pilcomayo (un affluente del fiume Paraguay). Si dedicò subito allo studio delle lingue indigene, riuscendo in poco tempo a impadronirsi perfettamente, in particolare, del chiriguano. Di lì passò alla riduzione di Tarairí, ancora in fase di fondazione e successivamente a quella di Caiza. Dal 1864 al 1876 fu di nuovo a San Francesco Solano dove si dedicò alla costruzione della chiesa, della casa parrocchiale, delle scuole per ragazzi e ragazze, degli ambienti per gli ospiti (come richiesto dalle leggi boliviane) e dei magazzini.
Nel 1877 fu nominato prefetto delle missioni e si trasferì al convento di Tarija. Tenne l'incarico fino al 1885, quando ritornò nella regione del Pilcomayo. Dopo aver presieduto in qualità di conversor le riduzioni rese più problematiche dalla pressione degli hacendados, nel 1892 fece ritorno al convento di S. Francesco di Tarija per dedicarsi alla stesura di un dizionario chiriguano-spagnolo.
Nel 1895 ritornò in Italia con l'incarico di cercare missionari. Rientrato in Bolivia il 6 nov. 1896, fu di nuovo in Italia nel 1897 e 1898, per preparare, dietro incarico dei suoi superiori, il materiale etnografico per l'Esposizione missionaria di Torino del 1898. Nel novembre 1898 era di ritorno in Bolivia, dove riprese l'attività missionaria e la stesura del dizionario.
Morì a Tolomosa Grande il 9 apr. 1900.
Le opere del G. - Relación de lo obrado por los padres misioneros del colegio de Tarija en las dos expediciones fluvial y terrestre al Pilcomayo, Tarija 1883; Diario de la expedición exploradora boliviana al Alto Paraguay de 1886-1887, Assisi 1896 - offrono una testimonianza puntuale e preziosa delle difficoltà incontrate dall'attività missionaria in Bolivia. Le riduzioni francescane - che comprendevano non solo la missione vera e propria, quale spazio cristiano, ma anche un'organizzazione economica, giuridica ed educativa, dove anche i non convertiti godevano della protezione missionaria - dovevano affrontare da un canto problemi esterni, soprattutto di difesa dalle aggressioni degli hacendados, dall'altro problemi interni derivanti dalla composita realtà etnica degli indigeni che vi abitavano. La missione di San Francisco Solano, in particolare, comprendeva Chiriguanos, Tobas e Noctenes: solo i primi erano dediti all'agricoltura, mentre i secondi e i terzi erano sempre stati pescatori lungo le rive del Pilcomayo e nella missione spesso cercavano rifugio dopo assassini e furti dei beni delle missioni o degli hacendados.
Le pagine del G., mentre si dilungano in elogi per i Chiriguanos, sottolineano caratteristiche negative dei Tobas e Noctenes. Egli, comunque, fu il primo missionario a chiamare per gli uni e per gli altri maestri dalla città di Tarija per l'educazione dei ragazzi e delle ragazze: una pratica, questa, che si estese a tutte le riduzioni del Chaco boliviano. Egli stesso dirigeva la parte amministrativa ed economica: sotto la sua guida i Chiriguanos appresero nelle riduzioni gli usi e le tecniche dell'agricoltura intensiva.
Importante è anche la sua opera di linguista, che, oltre a catechismi e devozionari, comprende gli studi che confluirono nel Diccionario chiriguano-español y español-chiriguano, compilado teniendo a la vista diversos manuscritos de antiguos misioneros del colegio apostólico de S. María de los Angeles de Tarija y particularmente el Diccionario etimológico del p. Doroteo Giannecchini, a cura di S. Romano - H. Cattunar, Tarija 1916. Egli mantenne una ferma difesa della lingua chiriguana anche contro i rappresentanti del governo boliviano.
Altro capitolo fondamentale della sua vita furono le esplorazioni. Per decisione del governo boliviano partecipò come "cappellano castrense" a quelle del colonnello A. Rivas e di A. Thouar. Le due esplorazioni erano giustificate in parte per recuperare i resti dell'esploratore francese J. Crevaux che, contro i consigli del G., aveva solcato le acque del Pilcomayo con destinazione il Paraguay. Il G. stesso gli aveva preparato le piccole imbarcazioni nella riduzione di San Francisco Solano. Il francese era stato ucciso dai Tobas in Teyu (oggi Crevaux) il 27 apr. 1882.
Per decisione dei superiori il G. accettò di raccogliere il materiale etnografico per l'Esposizione di Torino del 1898, e lo illustrò con lo scritto Collezione sanfrancescana di storia naturale, etnografia, geografia, linguistica dei collegi di Propaganda Fide di S. Maria degli Angeli di Tarija e di S. Antonio di Padova di Potosí (Bolivia), America Meridionale, per l'Esposizione delle missioni cattoliche di Torino (maggio-ottobre 1898), attualmente nell'Archivio provinciale dei francescani di Firenze. Il G. volle arricchire il materiale destinato all'Esposizione con 115 fotografie, la cui realizzazione fu affidata al fotografo napoletano Vincenzo Mascio, chiamato espressamente da Buenos Aires (Album fotográfico de las misiones franciscanas en la República de Bolivia… 1898, a cura di M. Muñoz, La Paz 1995). Fotografie e scrittura mostrano le condizioni di vita dei Chiriguanos, un popolo sofferente, ma di grande dignità. Il G. cedette la collezione dei reperti al Museo di antropologia ed etnologia dell'Università di Firenze e i manoscritti all'Archivio provinciale dei frati minori in Firenze.
Il volume contiene una descrizione di fossili, minerali, piante e animali, una storia di tutte le missioni, una descrizione geografica, etnologica, religiosa e linguistica di quelle terre ed è stato tradotto in spagnolo (a cura di L. Calzavarini) col titolo Historia natural, etnografía, geografía, lingüística del Chaco boliviano 1898.
Opere inedite, conservate a Tarija, presso l'Archivio franciscano: Pláticas en chiriguano: Credo, Mandamientos de la ley de Dios (mss. 21, 21 bis); Pláticas en chiriguano. Señal de la Cruz, Pater, Ave, Catecismo (ms. 20); Pláticas en castellano (mss. 25, 22); Collezioni etnografiche e geografiche (ms. 117); Apuntes históricos para el cronólogo del colegio de Propaganda Fide de Tarija, 1898 (ms. 115); Diccionario chiriguano-español y español-chiriguano (ms. 18).
Fonti e Bibl.: C. Cannarozzi, Gli araldi, Firenze 1925, pp. 195-247; L. Calzavarini, Nación chiriguana, grandeza y ocaso, Cochabamba-La Paz 1980, pp. 72, 79, 82, 223, 236 s., 241 s., 245 s.; H. Vázquez Machicado - J. Vázquez Machicado, Obras completas, La Paz 1988, II, p. 579; V, pp. 329-343.