Medico (Napoli 1520 circa - ivi forse 1566). Nel suo insegnamento nello Studio di Napoli e nei suoi scritti (tra cui De medendis humani corporis malis ars medica, 1553) rimase legato alle dottrine dei grandi medici arabi, rifiutando tuttavia di accettare le fondamentali scoperte che in anatomia e in fisiologia andavano rinnovando il pensiero biologico e medico.