FEDERICI, Domenico Maria
Figlio di Lorenzo e di Caterina de' Paulazzi, nacque a Verona nel 1739. Compiuti nella città natale i primi studi, sotto il magistero dei gesuiti, all'età di sedici anni entrò nell'Ordine dei domenicani. Presi a Venezia i voti religiosi, fu assegnato al convento di Treviso; quindi proseguì la formazione scolastica a Bologna, Genova e Padova.
Completati gli studi, fu nominato lettore prima nel noviziato domenicano di Udine, poi in quello di Padova. Qui il F. conseguì la laurea in teologia presso l'università e divenne maestro di sacra teologia nell'Ordine. Trasferito successivamente a Treviso, ebbe l'incarico di professore di teologia dogmatica e di storia ecclesiastica nel seminario vescovile di S. Nicolò e fu nominato anche confessore e direttore spirituale delle monache.
Assiduo frequentatore di biblioteche e archivi, il F. si dedicò in particolare agli studi di storia e di antiquaria. Questo interesse si tradusse nel 1787 nella pubblicazione della sua prima opera, l'Istoria de' cavalieri gaudenti, in due tomi (Venezia 1787), compilata al fine di dimostrare che quell'Ordine equestre, a seguito di una lunga serie di vicende svoltesi tra il XIII e il XVIII secolo, veniva ad avere legittima successione nell'Ordine militare dei nobili trevigiani. A celebrazione delle tradizioni trevigiane nell'anno successivo il F. pubblicò le Notizie storico-genealogiche della famiglia de' signori da Camino (ibid. 1788), stampata a complemento della Storia della Marca trevigiana e veronese di G. B. Verci.
Nel 1790, alla morte del matematico trevigiano G. Riccati, gli vennero affidate la stesura e la recita dell'elogio funebre, stampato poi con l'aggiunta di un Commentario sulla vita e gli studi del co. Giordano Riccati nobile trevigiano ad illustrazione dell'elogio funebre recitato nelle solenni esequie a lui celebrate in Trevigi (ibid. 1790). Del F. restano altre due Orazioni: una, in lingua latina, composta per la morte del teologo Francesco Frassen e recitata il 16 nov. 1792, l'altra panegirica in onore di s. Defendente martire, stampata in Verona nel 1798.
Da Treviso il F. si allontanò spesso per recarsi in varie città come predicatore (di lui rimangono varie raccolte di prediche). Fu per due anni a Roma, dove ebbe modo di frequentare il cardinale Stefano Borgia, il quale gli affidò l'incarico di comporre un'opera su frate Giovanni Giocondo, erudito veronese del XVI secolo.
L'opera, ripartita in tre volumi e stesa in forma di dialogo, ebbe compimento con il titolo Il convito borgiano, in memoria di un convito offerto dal cardinale Borgia a palazzo Barberini, durante il quale si era svolta una discussione tra i letterati presenti intorno all'Ordine monastico di appartenenza di fra' Giovanni Giocondo. La stampa non fu però eseguita a causa della morte del committente (si conserva pertanto il manoscritto dell'opera, ms. 164, nella Biblioteca comunale di Treviso).
Tornato a Treviso, il F. si dedicò di nuovo alla compilazione di scritti celebrativi della storia trevigiana, pubblicando in due volumi le Memorie trevigiane sulle opere di disegno dal 1100 al 1800 per servire alla storia delle belle arti in Italia (Venezia 1803), opera in cui egli tentava di dimostrare l'importanza e la singolarità del contributo dato nel campo delle arti dalla Marca trevigiana. Due anni dopo diede alle stampe le Memorie trevigiane sulla tipografia del sec. XV per servire alla storia letteraria e delle belle arti d'Italia (Venezia 1805), con l'intento di operare una revisione della storia dell'invenzione della stampa tabellaria e tipografica, sostenendo che i tipografi trevigiani erano stati tra i primi e i più ingegnosi e che l'invenzione della stampa era avvenuta a Feltre ad opera di Panfilo Castaldi.
Queste opere - il fine delle quali era dimostrare che Treviso aveva sempre avuto in tutti i campi della cultura, se non il primato, un posto onorevolissimo tra le città più famose - suscitarono numerose polemiche a causa di varie affermazioni prive di fondamento e di frequenti imprecisioni (e manipolazioni) riscontrate nella citazione di documenti. Severo il giudizio di G. A. Moschini, il quale - oltre che lo stile poco elegante - nella sua Letteratura rimprovera più volte al F. le inesattezze (che talora sconfinavano nel falso) e le curiose e inaccettabili congetture presenti nei suoi scritti. Il F., dal canto suo, non lasciò senza risposta le accuse del Moschini, pubblicando Della letteratura trevigiana del sec. XVIII sino ai nostri giorni esposta dall'autore della Letteratura veneziana. Esame critico-apologetico (Treviso 1807). Il Moschini replicò nel quarto tomo della sua opera, pubblicato come appendice nel 1808.
La polemica si concluse soltanto con la morte del F., avvenuta a Treviso nel settembre del 1808.
Alle osservazioni critiche del Moschini ha dato più recentemente ragione uno studio di A. Serena (Un poligrafo del secolo decimottavo e i suoi corrispondenti, in Atti del R. Istituto veneto di scienze lettere ed arti, CI [1941-42], 2, pp. 265-278), il quale ha analizzato lo scorretto metodo di rielaborazione che subivano i documenti utilizzati dal F., fraintesi nell'interpretazione, talvolta sostanzialmente modificati, talaltra utilizzati in maniera troppo parziale in modo da eliminare tutto quanto contraddicesse la tesi da lui sostenuta. In alcune occasioni, quando i documenti mancavano, egli inventava qualche "anonimo" autore o "registri" e "libri" che invano sono stati poi cercati.
Il F. lasciò numerose opere inedite, i suoi zibaldoni e un copioso materiale documentario, raccolto in decenni di ricerche, all'amico canonico Giambattista Rossi. Questi cedette poi tutti i manoscritti alla Biblioteca comunale di Treviso. Fra gli scritti attinenti agli argomenti più diversi, teologici, filosofici, storici, letteraril eruditi, sono degni di menzione: Della facoltà teologica nello Studio di Padova (in sei volumi, ms. 151); Storia del Polifilo, ossia spiegazione del sogno di fr. Francesco Colonna detto il Polifilo (con documenti, ms. 575); Abbozzi e materiali per un'opera sull'Università, sulle scuole e librerie di Treviso (ms. 576, che comprende anche le Notizie spettanti a Luigi Lollino vescovo di Belluno e suoi codici mss. donati a quella libraria, e che si conservano illustrati da Lucio Doglioni); Materiali, spogli, trascrizioni di documenti e abbozzi per un'opera sulla storia lettera: ria trevigiana (ms. 577: risulta completata soltanto la parte Della letteratura trevigiana nei secoli romani, mentre allo stato di abbozzo sono le parti relative ai secoli IV-XV). È infine da ricordare una Miscellanea (ms. 590) che comprende: Monumenti aneddoti intorno alla vita e al culto del b. Benedetto XI; Saggio d'illustrazioni storiche trevigiane; Storia del convento di S. Nicolò di Trevigi dell'Ordine dei predicatori; Pinacoteca vetus et nova Tarvisina, seu pictarum imaginum et lapidum in duplici Musaeo domus S. Nicolai Ord. praed. apud Tarvisium celebrata explicatio; Additiones scholis fratrum praedicatorum.
Di un certo interesse è, infine, il carteggio, Lettere autografe di varii a fr. D. M. Federici (ms. 165), importante per conoscere la fitta rete di rapporti che il F. aveva creato con numerosi studiosi ed eruditi italiani.
Fonti e Bibl.: G. A. Moschini, Della letter. venez. del sec. XVIII fino ai nostri giorni, Venezia 1806-08, passim; L. Federici, Elogi istorici de'più illustri ecclesiastici veronesi, III, Verona 1819, pp. 194-216; E. De Tipaldo, Biografia degl'italiani illustri, VIII, Venezia 1841, pp. 476 s.; L. Dorez, Des origines et de la diffusion du "Songe de Poliphile", in Revue des bibliothèques, V (1896), pp. 239-288 passim; E. Morini, Lettere ined. di G. Ti raboschi a Francesco Maria d'Este, Reggio Emilia 1899, pp. 32 s.; L. Cuccetti, Descrizione del Convito borgiano delp. m. D. M. F. …, a cura di A. Serena, Treviso 1912; A. Serena, La cultura umanista a Treviso nel sec. XV, Venezia 1912, prefaz.e passim; C. Frati, Diz. bio-bibl. dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX, Firenze 1934, p. 219; G. Previtali, La fortuna dei primitivi, Torino 1964, pp. 160, 163-165; L. G. Michaud, Biographie univ. ancienne et moderne, XIII, p. 480; Nouvelle Biographie univ., XVII, coll. 250-251; C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon d. Kaiserthums Oesterreich, IV, Wien 1858, pp. 156-157.